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Analisi

Red Bull: il ruolo Honda che si ritira, ma realizza il motore 2022

La Casa giapponese che si ritirerà dalla F1 alla fine di questo campionato, in realtà continuerà a produrre e fornire a Red Bull e AlphaTauri il motore per tre anni. Gli ingegneri di Tanabe stanno studiando l'RA622 H, la power unit che verrà omologata a dicembre e che correrà per tre anni grazie al congelamento delle regole. Il team di Milton Keynes si occuperà della gestione in pista delle unità, preparando il personale per il 2025 quando avrà un'unità propria.

Toyoharu Tanabe, Direttore Tecnico F1, Honda, sul podio

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

La Honda in Formula 1 vanta una storia incredibile, fatta di debutti, fughe repentine e ritorni difficili da comprendere con la nostra cultura occidentale.

Nel momento in cui il marchio giapponese ha deciso il 2 ottobre scorso di voler abbandonare per l’ennesima volta il mondo dei GP da motorista per investire le risorse della F1 nel programma di decarbonizzazione entro il 2030, ha anche pensato bene di anticipare al 2021 il debutto della power unit che avrebbe dovuto esordire con il nuovo regolamento delle monoposto a effetto suolo che rivoluzionerà il Circus dall’anno prossimo.

I risultati sono sotto agli occhi di tutti: la power unit RA621 H ha chiuso il gap di potenza da quella Mercedes e in nove gare ne ha vinte sei con la Red Bull, permettendo a Max Verstappen di andare in testa al mondiale piloti con 32 punti di vantaggio su Lewis Hamilton, mentre la squadra di Miltone Keynes capeggia la graduatoria del Costruttori con 44 lunghezze sulla Stella.

Gli ingegneri coordinati da Toyoharu Tanabe, direttore tecnico Honda, hanno realizzato un’unità molto compatta nelle dimensioni, che ha permesso ad Adrian Newey di estremizzare il packaging della power unit nella RB16B, traendo indiscutibili vantaggi aerodinamici da una vettura con masse radianti più piccole grazie a pance dalle forme molto contenute.

Del 6 cilindri sono stati ridisegnati gli alberi a cammes, l’angolo delle valvole e i condotti di alimentazione, consentendo un abbassando del centro di gravità del motore.

“Abbiamo una power unit più compatta con la modifica alle testate per cui il motore è ora più piccolo e più basso – spiegato Tanabe - . Siamo intervenuti anche sull’interasse dei cilindri riuscendo a compattare il 6 cilindri”.

Con il debutto del secondo motore nel GP di Francia (dei tre concessi quest’anno) la Honda ha potuto restituire alla RB16B la potenza che si era vista in Bahrain, prima che qualche dubbio sull’affidabilità consigliasse di tirare indietro qualche cavallo per evitare possibili rotture che, poi, non ci sono state.

Al Paul Ricard un Lewis Hamilton battuto, aveva innescato una serie di polemiche sostenendo che i giapponesi avessero tratto dei vantaggi prestazionali sulla nuova unità, mentre sono intervenuti con efficacia sulla gestione del sistema ibrido, trovando strategie di ricarica più prestazionali di quanto mostrato fino ad oggi da Mercedes.

Nel centro ricerche di Sakura è stato fatto un lavoro di cesello, dove i nipponici stanno studiando e mettendo a punto anche la power unit del 2022 che sarà fornita a Red Bull e AlphaTauri.

La notizia che è stata confermata in Austria proprio da Tanabe è che il Costruttore del Sol Levante non sarà direttamente presente sui campi di gara l’anno prossimo, ma che i motori usati dai due team di Dietrich Mateschitz saranno ancora quelli in arrivo dal Giappone.

L’unità che verrà omologata il 31 dicembre alla FIA sarà un’evoluzione della power unit che sta lottando per il mondiale quest’anno, senza grandi rivoluzioni tecniche, visto che le soluzioni previste nel 2022 sono state anticipate di un anno.

“Honda sta collaborando con Red Bull per pianificare l’anno di transizione. Non posso diffondere i dettagli, ma stiamo andando nella direzione giusta. Stiamo lavorando intensamente” ha spiegato Tanabe.

È tutto vero: del resto la Honda non ha alcuna intenzione di dare all’esterno la sua tecnologia ora che è diventata vincente, per cui offre un “servizio chiavi in mano” alla Red Bull, mentre a Milton Keynes allestiscono il reparto Powertrains che dovrà essere a regime nel 2025 quando debutteranno i propulsori di nuova generazione.

I giapponesi assicurano la fornitura delle power unit 2022 che, una volta omologate, saranno congelate per tre anni con le stesse specifiche. Di fatto, quindi, la Honda prolunga la sua presenza nel Circus per altre tre stagioni, sebbene i suoi uomini non appariranno in pista se non occasionalmente.

Honda progetta e realizza il motore RA622 H a Sakura dove sarà prodotto e sviluppato al banco per seguire i piani di affidabilità, mentre i tecnici Red Bull avranno il compito di effettuare la gestione in pista coadiuvati da pochissimi nipponici in rinforzo.

Tanabe stesso, tanto per fare un esempio, non vuole lasciare la Casa giapponese e preferisce rientrare in sede visto che non è a molti anni dalla meritata pensione, ma la Honda sarà un supporto fondamentale nella trasformazione della Red Bull da semplice telaista a Costruttore.

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