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F1 | Red Bull: i tanti perché della benzina che... scotta

La FIA aveva emesso una TD che permetteva ai team di imbarcare a Miami il carburante alla temperatura di 18 gradi per preservare l'affidabilità delle pompe. La Red Bull sperava di trasformare l'una tantum in un provvedimento stabile, ma la Federazione Internazionale a Barcellona ha fatto valere il regolamento 2022. E così il team leader del mondiale ha dovuto... scaldare la benzina che era stata raffreddata per evitare evaporazioni e detonazioni in camera di combustione.

I meccanici lavorano sul DRS di Max Verstappen, Red Bull RB18

I meccanici lavorano sul DRS di Max Verstappen, Red Bull RB18

Giorgio Piola

La Red Bull ha fatto uscire dalla corsia dei box la RB18 di Max Verstappen quando mancavano pochi secondi al semaforo rosso in pit lane nel GP di Spagna. Una procedura inusuale che ha impedito al campione del mondo, per esempio, di effettuare le consuete prove di partenza, necessarie a tarare il bite allo scatto del via in funzione del grip disponibile.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB18, arriva sulla griglia di Barcellona all'ultimo

Max Verstappen, Red Bull Racing RB18, arriva sulla griglia di Barcellona all'ultimo

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Evidentemente c’erano aspetti più importanti da curare che riguardavano il carburante imbarcato nel serbatoio. Le telecamere hanno indugiato soprattutto sulla monoposto numero 1, ma tutte e quattro le vetture motorizzate RBPT001 (Honda) hanno avuto problemi simili, ritardando al massimo il momento in cui schierarsi in griglia. Le due Red Bull ma anche le AlphaTauri.

Ma cosa è successo? Nel serbatoio di Max Verstappen c’era un pieno di benzina che aveva una temperatura ben al di sotto dei 25 gradi fissati dal regolamento per il GP di Spagna. La norma è molto chiara: un’ora prima del via della gara Meteo France dichiara qual è la temperatura ambiente (c’erano 35 gradi) e la comunica alla FIA e alle squadre. Il carburante può essere fino a 10 gradi più freddo dell’aria e tutte le squadre cercano di portarsi al limite concesso dalle norme.
Ma il bio carburante ExxonMobil non rientrava nel valore minimo.

Come mai? A questo punto è giusto aggiungere che a Miami, solo per la gara USA, la FIA aveva definito che la benzina, indipendentemente dalla temperatura ambiente che sarebbe stata rilevata, poteva essere raffreddata fino a 18 gradi, non considerando, quindi, il solito differenziale di 18 gradi che è scritto a regolamento.

La Federazione Internazionale è intervenuta per salvaguardare l’affidabilità delle pompe della benzina. Sulle F1 ce ne sono tre: una di sollevamento, una seconda di adescamento e una terza di mandata. La prima si trova nel serbatoio, lavora a bassa pressione e viene fornita dalla Marelli, mentre la seconda serve ad aumentare la pressione ed è classificata come Open Source (OSC): la pompa di sollevamento è realizzata dai team che hanno l’obbligo di pubblicare il progetto nei server FIA per permettere, eventualmente, agli avversari di analizzarla e copiarla.

La pompa di alta pressione, invece, è fornita dalla Bosch e porta il carburante agli iniettori del 6 cilindri. Gli accessori standard (Marelli e Bosch) hanno mostrato dei problemi di affidabilità, tant’è che la FIA sta valutando delle modifiche per evitare i problemi che non si sono limitati solo alle Red Bull.

Verstappen si è fermato in Bahrain e a Jeddah per problemi di pescaggio della benzina, ma in Spagna sulla F1-75 di Carlos Sainz è stato montato il telaio di scorta perché era andata in crisi la pompa di sollevamento e la sostituzione non era un lavoro facile da svolgere nel box.

Il problema esiste e al più presto dovrà essere risolto, ma la direttiva tecnica della FIA aveva valore solo e soltanto per Miami, sebbene alcune squadre avessero provato a chiedere che la temperatura della benzina venisse uniformata ai 18 gradi del GP della Florida.

Christian Horner parla con Mattia Binotto sulla griglia di Barcellona

Christian Horner parla con Mattia Binotto sulla griglia di Barcellona

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Ovviamente la Red Bull era stata la promotrice di questa istanza che non ha trovato il necessario supporto anche per la decisa opposizione Ferrari. A Barcellona, però, non c’è stato alcun cambiamento di regole, ma semplicemente il ritorno alla normalità dopo una eccezione.

Ma come mai il tema è così… caldo e sentito? Quest’anno la F1 ha adottato il carburante bio con l’introduzione del 10% di etanolo. E, come ricorderete, per le diverse proprietà chimiche ha fatto perdere una 20 di cavalli alle power unit.

Come abbiamo più volte sottolineato nell’inverno: la Shell è stata più brava dell’ExxonMobil nel recuperare la potenza, ma i tecnici del Cavallino, evidentemente, sono stati abili nell’adattare la camera di combustione dello 066/7 alle esigenze della nuova benzina che ha un potere calorifico minore e una maggiore volatilità, due caratteristiche che non sembrano adattarsi al motore Honda.

La Red Bull, quindi, due ore prima del GP di Spagna ha rifornito la RB18 con una benzina decisamente più fredda, sbagliando i calcoli per arrivare ai 25 gradi previsti prima di andare a schierarsi. I tecnici di Milton Keynes sono stati costretti ad attuare tutte le procedure per scaldare il carburante: hanno messo in moto la power unit, mentre con il ghiaccio secco provvedevano a tenere controllato l’impianto di raffreddamento della power unit.

A Miami le due Aston Martin sono partite dalla pit lane dopo aver dovuto scaldare la benzina

A Miami le due Aston Martin sono partite dalla pit lane dopo aver dovuto scaldare la benzina

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

A Miami la stessa strategia ha costretto i due piloti dell’Aston Martin a partire dalla pit lane, decidendo di rompere il parco chiuso per sostituire la benzina regriferata con un pieno che arrivasse ai 18 gradi concessi solo negli USA. La squadra di Silverstone aveva parlato di un banale errore umano, mentre ora scopriamo che si tratta di precise strategie che i team ancora non sanno controllare.

Niente di irregolare se rientrano nei valori prescritti, perché un’altra direttiva tecnica FIA specifica che i controlli si fanno solo da quando le vetture lasciano i box, mentre a Maranello sostenevano che si potessero effettuare in qualsiasi momento dopo aver fatto il pieno.

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In questo caso non ci sono buchi di regolamento o aree grigie, mentre è evidente che la Red Bull abbia provato a ottenere un vantaggio su un terreno nel quale si sente più debole. Il timore di vapor lock (evaporazione della benzina per il caldo) o di detonazioni in camera di combustione hanno spinto i motoristi Red Bull a spingere su certe leve regolamentari, sperando di ottenere qualche vantaggio invocando l’affidabilità delle pompe.

Ma la FIA anziché alzare la temperatura delle benzine preferisce modificare le pompe…

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