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Red Bull: Honda vuole cambiare motore a Max, ma...

Helmut Marko ha fatto capire che il team di Milton Keynes potrebbe insistere con la power unit 4 omologata in Russia, ma ci sono voci di una spinta dei tecnici giapponesi per sostituire il 6 cilindri con un'unità fresca. La Honda avrebbe preferito che l'operazione venisse fatta a Losail, nella consapevolezza che Verstappen sarebbe finito comunque secondo. Si tratta di pre tattica o di una nuova strategia Red Bull?

Red Bull Racing RB16B, dettaglio tecnico

Red Bull Racing RB16B, dettaglio tecnico

Uncredited

La risposta ad una delle domande più gettonate alla vigilia della trasferta di Jeddah arriverà prima ancor di qualifiche e gara. Parliamo di Max Verstappen, e dell’ultima chance per portare in pista la ICE numero 5, scelta che comporterebbe la penalità di cinque posizioni da scontare sulla griglia di partenza del Gran Premio di Arabia Saudita.

Sono giorni tesi in casa Red Bull (così come in Mercedes) e non potrebbe essere altrimenti considerando sia la posta in palio che l’arrivo della stretta finale di una stagione intensa. Il lungo ed estenuante confronto tra Mercedes e Red Bull, così come tra Max e Lewis, ha portato i protagonisti diretti a dire “ormai, vada come vada”, a conferma della consapevolezza di aver dato tutto.

Toyoharu Tanabe, direttore tecnico F1 di Honda

Toyoharu Tanabe, direttore tecnico F1 di Honda

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

L’aritmetica dice che Verstappen è l’unico a poter chiudere il discorso mondiale già a Jeddah, ma per farlo dovrà guadagnare 17 punti su Hamilton, impresa non impossibile ma decisamente in salita.

Max può contare su un vantaggio non indifferente nella classifica generale (8 punti), ma nel box Red Bull c’è un punto interrogativo ancora in sospeso: cosa fare sul fronte ‘motore’? La Honda in termini di affidabilità ha confermato di aver fatto un gran lavoro di preparazione in vista della stagione 2021, ma anche se le PU nipponiche non hanno manifestato problemi, l’ultima omologata da Verstappen (la n.4) è stata quella portata in pista a Sochi.

Per quanto ci sia stata una capillare rotazione, ad Abu Dhabi saranno comunque trascorsi otto Gran Premi dall’esordio dell’ultima power unit, un lasso di tempo importante che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) aver messo sulle spalle della ICE numero 4 tra i 2.000 ed i 2.500 chilometri.

Il primo cambio di PU stagionale per i due piloti Red Bull è avvenuto solo alla settima tappa stagionale (GP di Francia) e nei primi sei appuntamenti non è possibile alcuna rotazione, quindi si tratta di motori che hanno coperto gare, qualifiche e prove libere, ovvero una distanza di circa 3.000 chilometri. Le valutazioni sono tradizionalmente fatte sul rapporto costo/beneficio, ovvero da una parte la penalità da scontare sulla griglia di partenza, e dall’altra i benefici in termini di performance e di tranquillità sul fronte dell'affidabilità.

Il contesto ideale in cui montare la ICE numero 5 sulla monoposto di Verstappen sarebbe stato senza alcun dubbio quello di Losail. La superiorità che Max ha confermato (insieme a Hamilton) sul resto del gruppo, gli avrebbe consentito di concludere agevolmente la gara al secondo posto anche se fosse scattato dall’undicesima posizione, ma per quanto la Honda fosse favorevole all’utilizzo del nuovo motore nel weekend del Qatar, in casa Red Bull hanno sperato fino all’ultimo che la partenza in prima fila di Verstappen potesse essere un’occasione per svoltare gli esiti del weekend.

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Quando è stata comunicata la penalità che Max ha dovuto scontare per non aver rallentato in regime di bandiera gialla, che ha vanificato di fatto le speranze Red Bull, non c’era più il tempo materiale per provvedere alla sostituzione del motore.

Un cambio di ICE a Jeddah è un’altra storia, perché, mentre a Losail sia la performance che le possibilità di sorpasso erano dati certi, sull’inedito circuito saudita è tutto un grande punto interrogativo.

Le sessioni di prove libere di venerdì fugheranno qualche dubbio, ma non sarà un contesto chiarissimo fino a domenica. C’è quindi qualche margine di rischio in più, soprattutto in merito alla possibilità di recuperare velocemente un handicap sullo schieramento su una pista che potrebbe rivelarsi insidiosa.

Nei giorni scorsi Helmut Marko ha lanciato un messaggio in un’intervista concessa alla testata olandese De Telegraaf: “Sappiamo che Hamilton con il motore utilizzato in Brasile ha percorso circa 400 chilometri, e il degrado di quel motore è alto. Quindi crediamo che quel ‘razzo’ non potrà garantire la stessa potenza vista a Interlagos nelle prossime due gare”.

Si può dedurre che la linea di Red Bull sia quella di proseguire con le power unit che Verstappen ha a disposizione, ma in questa stagione abbiamo più volte visto come sul fronte delle dichiarazioni sia da parte Red Bull che di Mercedes ci sia una strategia che mira più a confondere le acque che a far luce sulla situazione. L’interrogativo resta tale, e la risposta definitiva arriverà solo a Jeddah nella serata tra venerdì e sabato...

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

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