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Analisi
Formula 1 GP dell'Arabia Saudita

F1 | Red Bull: fuori i... secondi con Perez e Verstappen

Due gare e due doppiette: la squadra di Milton Keynes viaggia a punteggio pieno e mostra qual è il vero potenziale delle RB19. Il Gp dell'Arabia Saudita è vinto da Perez che sfrutta la partenza dalla 15esima piazza di Verstappen, ma l'olandese "ruba" il giro veloce al messicano e torna a casa in testa al mondiale piloti. Horner deve curare l'affidabilità e il rapporto fra i due piloti, per il resto gli avversari sono lontani, lontanissimi...

Sergio Perez, Red Bull Racing, 1a posizione, festeggia in parco chiuso

Bisogna rendere merito ai piloti che dopo il Gran Premio del Bahrain avevano preavvisato tutti. Il messaggio nella notte di Sakhir da parte di Hamilton, Russell, Alonso e del tandem ferrarista era stato chiarissimo: “Oggi la Red Bull non ha fatto vedere tutto il suo potenziale, ha più di un secondo al giro su tutti”.

Jeddah ha chiarito le idee, e quel secondo (ed oltre) preannunciato in Bahrain da chi era in pista, si è visto tutto. Le dinamiche della gara hanno portato Perez e Verstappen a dover dare il massimo, ‘Checo’ per scappare e Max per agganciare l’unico ostacolo che lo separava dalla seconda vittoria stagionale.

Max Verstappen, Red Bull RB19, secondo dopo essere scattato 15esimo in griglia

Max Verstappen, Red Bull RB19, secondo dopo essere scattato 15esimo in griglia

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

E quel massimo è stato di un secondo al giro sull’Aston Martin e ancora di più sul resto del gruppo. Dopo il periodo di safety car la gara è ripresa al giro 20 con il gruppo compatto, dieci tornate dopo Perez aveva già dodici secondi su Alonso, margine salito a venti secondi al giro 40.

Peggio per la Mercedes, e ancora di più per la Ferrari, che in 20 giri hanno visto il gap salire a trentuno secondi. Una mazzata per tutti gli avversari, ad esclusione del solo Alonso, per ora contento (insieme ad Aston Martin) di aver conquistato il ruolo di ‘primi degli altri’.

La concorrenza può solo sperare in imprevisti in gara, perché Verstappen ha dimostrato che non basta uno stop in qualifica per tirarlo giù dal podio. Il campione del mondo era atteso ad una rimonta in discesa, e quando la safety car ha azzerato i distacchi al diciottesimo giro di gara, è sembrato tutto apparecchiato nel migliore dei modi per la seconda vittoria stagionale.

Sergio Perez, Red Bull Racing, festeggia la vittoria nel GP dell'Arabia Saudita

Sergio Perez, Red Bull Racing, festeggia la vittoria nel GP dell'Arabia Saudita

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Ma qui, a sorpresa, ‘Checo’ è salito in cattedra, completando trenta giri alla… Verstappen, ovvero tempi velocissimi e costanti, qualche rischio ma sempre calcolato. Dopo essersi liberato di Russell e Alonso, Max è transitato a sei secondi da Perez, ma per quanto abbia spinto, il margine dal compagno di squadra non è mai sceso sotto i quattro secondi.

Verstappen spingeva, Perez rispondeva, ed è andata avanti così fino a quando la squadra ha chiesto (più e più volte) ai due di rallentare, anche a causa di rumori insoliti nel retrotreno avvertiti da Max.

È iniziato un vivace scambio via-radio, poiché nessuno dei due piloti si fidava dell’avversario, ma alla fine ha prevalso il buon senso. Verstappen, però, è sempre Verstappen. Dietro la facciata più accomodante che ha preso forma negli ultimi due anni c’è sempre l’indisciplinato (termine gentile) visto nei primi anni, emerso prepotentemente nell’ultima tornata della corsa quando ha deciso di far suo il giro più veloce. Un punto che gli consente di uscire da Jeddah mantenendo il comando della classifica generale.

Sergio Perez, Red Bull Racing, festeggia sul podio la quinta vittoria in carriera

Sergio Perez, Red Bull Racing, festeggia sul podio la quinta vittoria in carriera

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

“Oggi è stato senza dubbio il miglior Gran Premio di Checo”, ha commentato Horner, felice come in poche altre occasioni.

“Il team ha fatto un lavoro straordinario – ha aggiunto - e la RB19 ci ha permesso il miglior inizio di stagione che abbiamo mai avuto. Non ci era mai successo di cominciare il campionato a punteggio massimo dopo due gare, non credo che avremmo mai potuto sognare che potesse diventare realtà un risultato del genere”.

Horner ha parlato di sfide, di concentrazione, di un mondiale lungo nel quale la squadra non potrà permettersi cali di tensione. Ma oggi, al termine del weekend di Jeddah, le uniche sfide reali che attendono la Red Bull sono l’affidabilità delle monoposto e la gestione delle relazioni nel box. Un’agenda da sogno...

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