F1 | Red Bull e la presa nascosta: ma questa RB20 non funziona?
Il nervosismo di Verstappen testimonia che il pacchetto di novità tecniche portato in fretta e furia (doveva debuttare in Olanda dopo la sosta estiva) non ha dato i risultati che in Red Bull si aspettavano. Ci sono soluzioni ricercate per migliorare il raffreddamento, ma le prestazioni non sono sembrate adeguatie A Spa torna la versione precedente.
Red Bull Racing RB20 dettaglio tecnico
Foto di: Giorgio Piola
Pierre Waché, direttore tecnico Red Bull, ha ammesso che la squadra di Milton Keynes nel fine settimana tornerà alla RB20 nella configurazione aerodinamica con cui ha corso Sergio Perez. L’ingegnere francese ha lasciato intendere che il passo indietro è dovuto al fatto che la versione con il bazooka garantisce una maggiore efficienza aerodinamica, mentre il pacchetto affidato in Ungheria a Max Verstappen assicurava più carico aerodinamico e raffreddamento alla power unit Honda.
A giudicare dal nervosismo di Max Verstappen l’importante aggiornamento della Red Bull non ha funzionato secondo quelle che erano le attese del pilota olandese. Il tre volte campione del mondo aveva definito “cruciale” il weekend magiaro e, quando sul display, alla conclusione delle qualifiche ha scoperto che era solo terzo (seppur staccato di soli 46 millesimi dalla pole position di Lando Norris), ha tirato un punto sul volante-computer, consapevole che, nonostante tutto l’impegno, non era riuscito a mettersi davanti alle due McLaren.
Dettaglio laterale della Red Bull RB20 senza bazooka
Foto di: Giorgio Piola
La squadra di Milton Keynes, solo per l’olandese, ha portato la nuova carrozzeria che ha “vestito” in modo completamente diverso l’impianto di raffreddamento a quattro stadi che è stato pensato da Adrian Newey, giudicando la RB19 dominatrice l’anno scorso giunta al limite dello sviluppo e con pochi altri margini di crescita.
Red Bull RB20: la fiancata con il bazzoka usata da Sergio Perez
Foto di: Giorgio Piola
Abbiamo visto scomparire l’enorme bazooka (copiato dall’Aston Martin e non dalla Mercedes) per dotarsi di un cofano motore che si è molto snellito dietro all’attacco dell’Halo, mostrando anche fiancate con una murata laterale più massiccia, mentre in precedenza si era cercata quasi un’ossessiva riduzione degli ingombri.
La sensazione è che la Red Bull non riesca a sfruttare appieno il potenziale del motore Honda RBPT 002 a causa degli irrisolti problemi di raffreddamento: ricordiamo che Max Verstappen ha già smarcato le quattro unità disponibili per un’intera annata e il motore 3 si è cotto per cui per i giapponesi non potrà tornare utile nelle prossime rotazioni.
Non deve stupire, infatti, se alla doppia griglia di estrazione del calore ai lati del cofano motore e allo sfogo in coda che era dotato anche di un’apertura supplementare a dividere la scritta Honda, siano apparse due inedite presa d’aria subito dietro al casco del pilota, in un punto poco visibile fra i due piloni del rollbar.
Red Bull RB20: dettaglio tecnico della nuova presa d'aria
Foto di: Giorgio Piola
La realizzazione mostra l’accuratezza con cui gli aerodinamici sono andati a definire i flussi per evitare la resistenza all’avanzamento, ma il risultato emerso sembra inferiore alle aspettative.
Oltre alla veste aerodinamica del corpo vettura c’erano anche un nuovo fondo e diverse ali anteriori. La squadra di Milton Keynes ha dedicato molta attenzione, specie con Sergio Perez, a capire il comportamento di profili profondamente diversi: anche la Red Bull è andata sulla strada di McLaren e Mercedes per usare la flessibilità degli elementi dell’ala anteriore (e c’è chi parla anche di torsioni) in modo da bilanciare la macchina fra i tratti a bassa velocità (flap su) e quelli ad alta (flap giù).
Red Bull RB20: ecco una delle nuove ali anteriori provate in Ungheria
Foto di: Giorgio Piola
La RB20 sembra aver perso la capacità di essere la più veloce con l’ala mobile aperta, come se il vantaggio derivato dal DRS sia quasi scomparso, mentre gli avversari hanno saputo trovare una perfetta interazione fra i flap a deformazione programmata e le flessioni del marciapiede del fondo.
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