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F1 | Red Bull difende Verstappen e condanna gli insulti sui social

La Red Bull ha ammesso di aver "commesso alcuni errori" che hanno portato al litigio interno per gli ordini di scuderia in Formula 1 in Brasile, ma ha condannato gli insulti ricevuti online dai suoi piloti.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB18, Sergio Perez, Red Bull Racing RB18

Max Verstappen, Red Bull Racing RB18, Sergio Perez, Red Bull Racing RB18

Red Bull Content Pool

Max Verstappen si è opposto alla richiesta del team di restituire la sesta posizione al compagno di squadra Sergio Perez nell'ultimo giro della gara a Interlagos lo scorso fine settimana, sostenendo di avere ragioni legate a "qualcosa del passato" che è stato discusso dopo la gara.

La Red Bull ha messo una pietra sopra alla questione dopo la gara, avendo avuto colloqui con Verstappen e Perez, ma la cosa è rimasta al centro delle discussioni sui social media nei giorni successivi.

In un comunicato rilasciato giovedì dalla Red Bull in vista della gara conclusiva di questo fine settimana ad Abu Dhabi, il team ha affrontato la questione e gli insulti che ha visto apparire sui social media.

Il team ha ammesso di aver "commesso alcuni errori" in Brasile e di non aver "previsto la situazione che si è verificata all'ultimo giro", il che significa che non ci sono state trattative per prepararsi a questa eventualità prima della gara.

"Purtroppo Max è stato informato solo all'ultima curva della richiesta di cedere la posizione senza che gli venissero trasmesse tutte le informazioni necessarie", ha dichiarato il team.

"Questo ha messo Max, che è sempre stato un giocatore di squadra aperto e corretto, in una situazione compromettente con poco tempo per reagire, cosa che non era nelle nostre intenzioni".

"Dopo la gara Max ha parlato apertamente e onestamente, consentendo ad entrambi i piloti di risolvere qualsiasi problema o preoccupazione in sospeso".

"Il team accetta le ragioni di Max, la conversazione è stata una questione personale che rimarrà privata tra il team e non verranno fatti ulteriori commenti".

Una spiegazione che, a dire il vero, non sembra rispecchiare esattamente quanto accaduto in Brasile, perché i team radio trasmessi durante la corsa avevano delineato un quadro diverso, anche se è comprensibile che la squadra di Milton Keynes voglia proteggere la sua punta di diamante.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB18, Sergio Perez, Red Bull Racing RB18

Max Verstappen, Red Bull Racing RB18, Sergio Perez, Red Bull Racing RB18

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

La dichiarazione ha poi condannato gli eventi che sono seguiti sui social media come "completamente inaccettabili", spingendo il team a prendere posizione.

"Il comportamento offensivo online nei confronti di Max, Checo, della squadra e delle rispettive famiglie è scioccante e triste e purtroppo è qualcosa che noi come sport dobbiamo affrontare con deprimente regolarità", ha dichiarato la squadra.

"Non c'è posto per questo nelle corse o nella società nel suo complesso e dobbiamo fare qualcosa per migliorare le cose. In fin dei conti questo è uno sport, siamo qui per correre. Le minacce di morte, le lettere d'odio, il vetriolo verso i membri di una famiglia allargata sono deplorevoli".

"Noi diamo valore all'inclusione e vogliamo uno spazio sicuro in cui tutti possano lavorare e godere del nostro sport. Gli abusi devono finire".

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