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Red Bull: cosa succede alle ali posteriori della RB16B?

Tanto ad Austin che a Città del Messico la squadra di Milton Keynes ha dovuto fare i conti con imprevisti cedimenti all'ala posteriore. Non si è trattato di rotture ripetute, ma crepe che si sono manifestate in parti diverse (nel profilo principale in USA e nel flap mobile e sulle paratie laterali domenica scorsa). Verstappen e Perez hanno corso con soluzioni rattoppate: ecco perché non hanno cambiato le parti che si erano rotte.

Red Bull Racing RB16B, dettaglio ala posteriore

Foto di: Uncredited

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La superiorità della Red Bull si manifesta anche nella capacità di saper affrontare con fredda lucidità i problemi che si presentano all’improvviso. Il team di Milton Keynes negli ultimi due GP ha vissuto due episodi simili, ma con cause molto diverse che potevano avere degli effetti sulle prestazioni di Max Verstappen lanciato verso la conquista del primo titolo mondiale.

Nel GP degli Stati Uniti, dopo le prove libere del sabato mattina, i meccanici hanno scoperto una crepa nell'ala posteriore dell’olandese che ha richiesto un rattoppo ultimato pochi minuti prima dell’inizio delle qualifiche.

Si è trattato di un episodio dovuto ai dossi del tracciato di Austin che hanno moltiplicato le vibrazioni della RB16B e le maggiori sollecitazioni hanno prodotto una fessura nel carbonio del profilo principale.

Ha destato sorpresa, quindi, che sia successo qualcosa di analogo anche in Messico nello scorso fine settimana: alla conclusione della FP3 i meccanici hanno constatato dei piccoli cedimenti nel flap mobile di entrambe le vetture e, nuovamente, armati di un nastro super resistente hanno provveduto ad effettuare delle riparazioni in tempo per le qualifiche.

Era lecito, quindi, pensare che l’ala posteriore della Red Bull avesse un problema strutturale, ma è parso chiaro da subito che si trattava di problemi completamente separati uno dall’altro.

Ecco l'ala posteriore di Sergio Perez rinforzata ad Austin sul profilo principale

Ecco l'ala posteriore di Sergio Perez rinforzata ad Austin sul profilo principale

Photo by: Uncredited

Il manto asfaltato troppo corrugato di Austin è stato la causa delle crepe che sono apparse nelle prove libere sul profilo principale dell'ala posteriore. La Red Bull è stata costretta a eseguire un rapido intervento di rattoppo aggiungendo una pelle di carbonio ai lati del comando del DRS.

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Dopo l’intervento l’ala non ha mostrato alcun problema né di sicurezza, né prestazionale, consentendo a Max Verstappen di conquistare la pole position, anche se molti, lecitamente, si sono domandati quanto le squadre si spingano oltre il limite di tenuta dei materiali per creare deformazioni programmate che possano dare dei vantaggi prestazionali, nel momento in cui devono avere un occhio di riguardo ai costi, per evitare che sostituzioni troppo frequenti che possono avere un impatto sul budget cap.

La Red Bull non è stata l’unica squadra a soffrire i dossi di Austin, perché Fernando Alonso con l’Alpine è stato costretto al ritiro in gara per il cedimento della paratia laterale dell’ala posteriore che si è rotta per lo stress a cui è stata sottoposta.

Ecco l'ala posteriore della Red Bull in Messico: oltre al flap mobile sono stati irrigiditi i soffiaggi della paratia laterale

Ecco l'ala posteriore della Red Bull in Messico: oltre al flap mobile sono stati irrigiditi i soffiaggi della paratia laterale

Photo by: Uncredited

Anche a Città del Messico sono emersi dei problemi all’ala posteriore, ma non hanno riguardato il profilo principale come negli Stati Uniti, ma il flap mobile (frecce rosse) e la paratia laterale in prossimità dei soffiaggi (frecce blu).

La Red Bull ha fatto ricorso a una configurazione aerodinamica da alto carico che non si era mai vista prima del Messico. La squadra di Milton Keynes ha riscontrato dei cedimenti in prossimità dell’attacco del flap con la paratia laterale. La RB16B, quindi, disponeva di una superficie alare superiore al solito per contrastare l’aria rarefatta dei 2.200 metri di Città del Messico, sebbene ci fosse un lungo rettilineo nel quale si sono toccate velocità molto elevate.

In questo caso è bastato irrobustire il flap con del nastro adesivo applicato sulle due facce del flap per garantirsi una perfetta tenuta specie quando il DRS faceva muovere l’elemento mobile.

L'ala posteriorerovinata da Sergio Perez nell'incidente delle prove libere del venerdì in Messico

L'ala posteriorerovinata da Sergio Perez nell'incidente delle prove libere del venerdì in Messico

Photo by: Giorgio Piola

Il team di Milton Keynes è venuto in Messico con quattro ali nella configurazione di massimo carico, ma una si è distrutta nell’incidente di Sergio Perez all’ultima curva durante le prove libere del venerdì. Non c’erano, quindi, i ricambi per le due vetture, per cui è stata presa la decisione di riparare le crepe com’era già avvenuto in Texas.

Ma nel momento in cui le RB16B sono andate in qualifica erano in regime di parco chiuso e i commissari tecnici della FIA hanno impedito alla Red Bull di sostituire almeno a Verstappen il flap con lo scotch. La motivazione è stata che l’elemento usato nel turno cronometrato era stato riparato e, quindi, non risultava essere rotto per chiederne la sostituzione.

Il risultato della gara con il successo di Max e il podio di Sergio Perez testimonia che il rinforzo che è stato fatto su tutte le ali disponibili ha funzionato a dovere. Il problema di sabato scorso non si dovrebbe ripetere in Brasile nel prossimo weekend perché la Red Bull tornerà ad utilizzare un’ala posteriore da medio carico, molto più scarica rispetto a quella vista in Messico.

L'ala del Messico non è stata usata nemmeno a Monaco e in Ungheria

L'ala del Messico non è stata usata nemmeno a Monaco e in Ungheria

Photo by: Uncredited

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