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Formula 1 GP d'Italia

F1 | Quando la safety car segna la differenza fra sport e cinema

La conclusione del GP d'Italia dietro alla vettura di sucurezza ha scatenato i fischi dei tifosi che hanno riempito tutte le tribune di Monza. La direzione gara, a dispetto di Abu Dhabi dove aveva cambiato il risultato della corsa, ha adottato la procedura prevista, ma commettendo una serie di errori procedurali che hanno resolente le operazioni e impossibile la ripartenza del gruppo prima del 53esimo giro. Se si vuole sempre un finale lanciato ci sono soluzioni come l'extra-time della Nascar, ma ne vale la pena?

La Safety Car Max Verstappen, Red Bull Racing RB18, primo posto, supera il traguardo per la vittoria

Una differenza sostanziale tra sport e cinema è che nel primo non c’è un copione. A volte ci possono essere scenari che superano anche le più sfrenate delle aspettative, ma nello sport tutto accade in tempo reale.

I centotrentadue mila spettatori presenti a Monza, nonché i milioni che hanno assistito al Gran Premio d’Italia davanti alla televisione, hanno sognato un finale degno di tre giorni da urlo, che hanno visto l’Autodromo Nazionale di Monza al massimo storico di presenze.

I tifosi si riversano sul circuito dopo il GP d'Italia

I tifosi si riversano sul circuito dopo il GP d'Italia

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Sport e Cinema sono sembrati convergere al quarantasettesimo giro di gara, quando la McLaren di Daniel Ricciardo ha accostato a bordo pista dopo aver percorso lentamente la prima curva di Lesmo.

Inevitabile la chiamata del regime di Safety Car, ed a quel punto tutti hanno fatto un passo avanti col pensiero, immaginando la ripartenza per gli ultimi due giri finali che sarebbero stati il momento topico di Monza 2022. Il massimo dell’emotività si è però scontrato con la realtà, perché la Formula 1, come tutti gli sport, ha le sue regole. E in questo particolare caso sono regole ‘fresche’, rivisitate dopo il fattaccio di Abu Dhabi 2021, una delle pagine più negative nella storia della Formula 1.

Iniziamo col dire che mentre a Yas Marina l’operato della direzione gara aveva modificato quello che era il verdetto della pista, a Monza non ci sono stati interferenze. La classifica di gara è stata congelata e tale è rimasta fino alla lenta processione sotto la bandiera a scacchi.

Il rammarico è quello di non aver potuto aggiungere un capitolo finale che si preannunciava ad alta tensione. La FIA (ovvero gli uomini della Federazione Internazionale in servizio a Monza) un errore lo hanno commesso, pur non infrangendo alcuna regola, facendo entrare in pista la Safety Car nel momento sbagliato. Solitamente la vettura di servizio esce dai box ed attende in pista il leader della gara prima di procedere, ma oggi a Monza ha mancato il tandem Verstappen-Leclerc mettendosi davanti a Russell.

Daniel Ricciardo, McLaren MCL36

Daniel Ricciardo, McLaren MCL36

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Questo ha innescato una lunga procedura di riallineamento, che ha impedito alla corsa di poter riprendere per uno o due giri finali. Anche le procedure per il recupero della McLaren di Ricciardo non sono state rapidissime, e non è passata inosservata l’immagine di un mezzo di servizio che procedeva contromano rispetto al senso di marcia.

Non è stata certo un'azione lampo, ma la FIA ha chiarito la sua posizione. “Sebbene sia stato fatto ogni sforzo per recuperare rapidamente la vettura n. 3 e poter così riprendere la corsa, i commissari non sono stati in grado di mettere l'auto in folle e spingerla nella via di fuga. Poiché la sicurezza dell'operazione di recupero è la nostra unica priorità, la gara si è conclusa in safety car seguendo le procedure concordate tra la FIA e tutti i concorrenti”.

Tutto è stato fatto nel rispetto del regolamento, ma è anche vero che alcuni passaggi sono stati un po' goffi (l’ingresso della safety car) e un po' lenti, se si pensa alle operazioni di recupero.

Bandiera rossa

Bandiera rossa

Photo by: Erik Junius

È stato anche invocato anche l’utilizzo della bandiera rossa, uno scenario che avrebbe congelato la corsa per essere poi ripresa ad operazione di recupero concluse. “Ma l’incidente – ha chiarito la FIA - non è stato abbastanza significativo da richiedere una bandiera rossa”.

C’è un punto che può prestarsi a discussioni in questo caso, perché se è vero che il caso non presentava feriti e non necessitava di interventi di pulizia della pista (motivi per cui è richiesta la bandiera rossa) il regolamento cita anche come motivazione la presenza in pista di mezzi di soccorso che possano rappresentare un pericolo attivo. E quanto visto oggi non è poi così lontano da questo scenario.

La FIA, insomma, in questa occasione può essere soggetta a qualche rimprovero per non aver eseguito tutto nel migliore dei modi, ma non può essere tirata in ballo per aver commesso delle infrazioni.

L’operato della Federazione Internazionale ci ha ricordato che la Formula 1, come sport, non è soggetta a copioni, anche se oggi un finale diverso a Monza sarebbe piaciuto proprio a tutti, probabilmente anche allo stesso Verstappen. Poi, se l’obiettivo è quello di garantire ai Gran Premi un finale sempre ‘lanciato’, le ricette ci sono, come ad esempio quella in vigore nelle gare Nascar nelle quali è previsto un extra-time per queste situazioni.

Ma la partita si sposta su altri fronti, e certamente non sarebbe una modifica regolamentare introducibile senza modifiche alle monoposto, che richiederebbero un serbatoio più ampio per garantire il carburante necessario per percorrere tre giri extra, come accade non di rado nella serie statunitense.

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