Pirro: "Da anni l'Italia produce buoni piloti, non talenti"
Il pluri vincitore della 24 Ore di Le Mans aggiunge: "C'è grande passione per a Ferrari, meno per il resto"
Conferenza stampa: l'evoluzione della sicurezza in Formula 1, con Emanuele Pirro
XPB Images
Da ormai sessant'anni un pilota italiano non vince il campionato del mondo di Formula 1. L'ultimo nostro connazionale a trionfare è stato Alberto Ascari ed Emanuele Pirro, pluri vincitore della 24 Ore di Le Mans, pilota di Formula 1 negli anni 90 e attuale presidente della Federazione Italiana Karting, ha voluto dire la propria sull'argomento.
Attualmente l'Italia è presente in Formula 1 solo grazie ai team, ovvero Ferrari e in parte Toro Rosso, mentre nelle line up piloti non vi è traccia di nostri driver, che in alcuni casi vengono impiegati in altri campionati comunque di rilievo come Marco Bonanomi nel WEC con Audi ed Edoardo Mortara, sempre con la casa di Ingolstadt ma nel DTM.
Secondo Pirro questa prolungata assenza di piloti italiani nel Circus iridato è dovuta principalmente alle difficoltà economiche in cui si trova ormai da anni il nostro paese, ma non solo: "L'Italia da alcuni anni non è in un momento florido economicamente parlando e, anche per questo motivo, le corse non sono molto popolari nel nostro paese. Certo, abbiamo la Ferrari, ma la sua presenza è allo stesso tempo una cosa buona e meno buona, perché catalizza su di sé una grande attenzione, ma ne toglie alle altre categorie del Motorsport. L'appassionato medio italiano di Motorsport è tifoso della Ferrari e segue la F.1, ma al di fuori di questo non conosce molte cose del Motorsport. Nel Regno Unito, ad esempio, la conoscenza è molto più vasta".
Pirro ammette poi che, ormai da anni, in Italia non nasce un vero e proprio talento dedicato all'automobilismo: "A mio avviso ci sono dei piloti italiani che in futuro potrebbero arrivare in F.1. Piloti del calibro di Antonio Giovinazzi potrebbero farcela con un po' di supporto e un po' di fortuna. C'è da riflettere quando si nota che l'ultimo campione del mondo italiano del Circuis iridato risale a circa sessant'anni fa, ovvero Alberto Ascari. Abbiamo avuto un sacco di ottimi piloti negli anni, ma mai un grande talento".
"Dal mese di luglio sono presidente della Federazione Italiana Karting e il nostro obiettivo è quello di formare talenti. Dobbiamo scegliere e sviluppare piloti che dimostrano di saper combattere e che è disposto a dare tutto. Alcuni ragazzi sono troppo protetti dalle rispettive famiglie, nel senso che i ragazzi, quando sbagliano, non vengono mai rimproverati. Questo atteggiamento, a mio parere, non aiuta la crescita e lo sviluppo sportivo del figlio", ha concluso l'ex pilota romano.
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