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Intervista
Formula 1 GP d'Australia

F1 | Perez furioso: "Negli ultimi giri non si vedeva più niente!"

Sergio Perez denuncia la scarsa visibilità con cui i piloti hanno dovuto convivere nella seconda metà del GP d'Australia. L'orario della gara fa in modo che negli ultimi 30 giri i piloti abbiano il sole negli occhi.

Sergio Perez, Red Bull Racing RB19

Sergio Perez non è stato tra i grandi protagonisti del Gran Premio d'Australia per demerito suo, a causa di un errore commesso nelle qualifiche, ma anche per una buona dose di sfortuna alla domenica quando la sua tattica è stata vanificata dalla prima entrata della Safety Car, che ha portato quasi tutti i piloti a cambiare le gomme, montando mescole Hard.

Il messicano è stato però tra i piloti che hanno riservato le considerazioni più interessanti al termine della gara, lanciando un allarme importante: da metà gara in poi, la visibilità è peggiorata in maniera significativa.

Il sole puntava dritto sugli occhi dei piloti per gran parte del tracciato, rendendoli meno pronti in caso di incidente od ostacoli da evitare. Solo per un fortunato caso, ad esempio, Nico Hulkenberg è riuscito a evitare la Williams incidentata di Alexander Albon. Lo stesso Perez ha parlato del quasi contatto alla seconda ripartenza con l'Alpine di Pierre Gasly, poi finita a muro in uscita dalla curva successiva per via dell'incrocio con la vettura gemella di Esteban Ocon.

"Ho dovuto evitare Gasly e poi non c'era visibilità all'ingresso di Curva 1. E' stato davvero pericoloso, non riuscivamo a vedere nulla. Non possiamo più correre in queste condizioni. Un giorno ci sarà un grosso incidente".

"Non riuscivamo a vedere nulla. Negli ultimi 30 giri eravamo solo passeggeri dei nostri mezzi, non c'era visibilità".

Sergio Perez, Red Bull Racing RB19, Yuki Tsunoda, AlphaTauri AT04

Sergio Perez, Red Bull Racing RB19, Yuki Tsunoda, AlphaTauri AT04

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Il messicano della Red Bull ha poi concentrato le sue parole per descrivere la sua gara, resa difficile da una rimonta complessa per via dei numerosi trenini di monoposto che potevano disporre del DRS nelle 4 zone prestabilite della pista essendo tutte sotto il secondo di ritardo da chi le precedeva.

"All'inizio ho fatto molta fatica avendo trovato un trenino di monoposto tutte con il DRS attivato. Dovevo rischiare molto di più se volevo recuperare posizioni, e probabilmente non avrei finito la gara, o avrei potuto essere un po' più in alto".

"E' un gioco d'azzardo e credo che la Safety Car ci abbia danneggiato perché poi tutti hanno optato per montare le Hard, quindi non c'era più molta strategia che potessimo fare e questo ci ha messi fuori fase".

"Penso che, stando a com'è andata la gara, la quinta piazza sia stata il massimo che avremmo potuto fare oggi. Come ho detto, se avessimo voluto di più avremmo dovuto rischiare molto di più".

"Nella ripartenza, la prima da fermo, è stata un casino. E' difficile partire in quelle posizioni. Ci sono piloti che prendono rischi enormi e per me è stato piuttosto difficile".

Dopo sabato la Red Bull ha deciso di intervenire pesantemente sulla RB19 numero 11, che al sabato era apparsa inguidabile e instabile in frenata. Proprio questo problema aveva portato Sergio a uscire direttamente in Q1.

"Abbiamo cambiato molte cose nella monoposto dal punto di vista del motore, del bilanciamento, dei freni e del telaio rispetto alle qualifiche di sabato e le cose sono andate decisamente meglio".

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