Filippi consiglia Bottas: con lo spotter sarebbe partito meglio
Dopo aver visto la partenza di Valtteri nel GP del Messico, il pilota cuneese ha scritto a Motorsport.com per accendere i riflettori su una figura strategica delle corse americane: parliamo dello spotter che, con messaggi molto brevi e chiari, anticipa le mosse del pilota dando consigli per evitare incidenti ed errori. Luca, che ha corso in Indycar, non capisce come mai questo ruolo non sia coperto nelle squadre di F1. Ecco il suo pensiero...
Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, Lewis Hamilton, Mercedes W12, e Sergio Perez, Red Bull Racing RB16B, Valtteri Bottas, Mercedes W12, gira
Mark Sutton / Motorsport Images
Chi scrive è un pilota che ha avuto una “scuola europea” ma, avendo avuto il privilegio di gareggiare anche in IndyCar, conosce bene le differenze tra le due diverse realtà automobilistiche sportive.
Luca Filippi
Photo by: WTCR
Oggi vorrei concentrarmi su uno di questi aspetti all’americana: lo Spotting.
Lo spotter è una delle 2 persone che parla in radio al pilota, l’altra è lo strategist che coordina la strategia tra il muretto box e il pilota.
Il primo parla di continuo con il pilota, ma non c’è un dialogo per chi guida si limita ad ascoltare i consigli senza rispondere, concentrandosi sulla guida.
Gli spotter dell’Indycar hanno spesso una piccola tribuna dedicata a loro che deve avere le seguenti caratteristiche: garantire un’ottima ricezione radio sull’intero autodromo, avere la più ampia visuale possibile sul circuito, in particolare la visuale deve essere ottimale sulla linea di partenza e sulla prima curva: i 2 punti chiave delle partenze e delle ripartenze.
Di solito, quindi, si posizionano tra lo start e l’ingresso di curva 1, nel punto più alto possibile.
Patricio O'Ward,spotter del team Arrow McLaren SP Chevrolet
Photo by: Phillip Abbott / Motorsport Images
Lo spotter solitamente è ex pilota, non necessariamente deve aver gareggiato in categorie di altissimo livello ma deve avere una grande esperienza di corse, sapendo leggere bene le situazioni di gara che di solito si verificano, per comunicare al pilota, in maniera rapida e chiara, quelle informazioni che spesso possono salvare una gara da un potenziale disastro.
Ad esempio, lo spotter è quella persona che in radio alla 24h di Daytona, indica se c’è stato un contatto in curva 1 e, in quel caso, suggerisce se passare sul lato destro o sinistro della pista per evitarlo. Negli ovali indica se e quando c’è qualcuno all’interno o all’esterno mentre si è impegnati a 230 miglia orarie.
Una cosa che mi sono sempre chiesto è perché nel motorsport europeo non si usi una figura di questo tipo, che avrebbe sicuramente un’applicazione più limitata rispetto all’ingegnere di pista, ma potenzialmente cruciale per evitare un incidente che si è verificato davanti al pilota, o per difendere meglio la posizione nei duelli corpo a corpo.
Se, dal mio punto di vista, ci fosse stato uno spotter in contatto radio con Valtteri Bottas, su una tribuna tra la partenza e curva 1 in Messico, forse avrebbe potuto indicargli in tempo che stava lasciando troppo spazio sulla sinistra a Max Verstappen e lo avrebbe aiutato a difendersi meglio.
Voi obietterete che non ne avrebbe avuto il tempo. E, invece, io credo di sì perché lo spotter è sempre aperto in radio: dicendo “stay left”, in modo rapido e chiaro, forse poteva permettere a Valtteri di coprire la traiettoria che poi ha permesso a Verstappen di passare.
Non solo ma gli altri spotter, comunicando con i rispettivi piloti, avrebbero potuto evitare i contatti che ci sono stati più indietro nel gruppo, coinvolgendo Mick Schumacher e Yujki Tsunoda e gli altri. Probabilmente non avevano la visuale chiara di dove fosse la Mercedes di Bottas una volta colpita dalla McLaren di Daniel Ricciardo visto che c'era una nuvola di fumo in curva 1.
Io penso che con la tecnologia di oggi, con piloti multitasking che ormai raramente rispondono “leave me alone I know what I’m doing” si potrebbe dare molto più supporto a chi è seduto da solo in macchina, sia per evitare incidenti, sia per destreggiarsi meglio in situazioni intricate.
Dal punto di vista regolamentare, dal momento in cui parte la gara e si spengono i semafori non ci sono restrizioni su cosa possa essere comunicato al pilota o meno, quindi si può fare…
Luca Filippi
@LucaFilippiLF
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