F1 | Newey: "Un rimpianto non aver mai lavorato per Ferrari"
Nel corso di un'intervista, Adrian Newey ha ripercorso i suoi successi e le sue avventure in Formula 1. Accanto alle tante vittorie, tuttavia, c'è anche spazio per qualche rimpianto, tra cui quello di non aver mai lavorato per la Ferrari. Inoltre, il progettista britannico ha svelato che sarebbe stato "favoloso" collaborare con Fernando Alonso e Lewis Hamilton.
La carriera di Adrian Newey in Formula 1 è stata contraddistinta e costellata di successi grazie alle auto che ha contribuito a progettare, tra cui, più recentemente, le Red Bull che stanno dando a Max Verstappen la possibilità di conquistare il titolo mondiale.
Nei 17 anni a Milton Keynes, Newey ha contribuito anche ad altri otto titoli mondiali tra piloti e costruttori, conquistati tra il 2010 e il 2023 con Sebastian Vettel al volante. Proprio in quel periodo, tuttavia, l'ingegnere inglese è stato approcciato da diverse squadre, tra cui la Ferrari, che nel 2014 ha cercato di portarlo a Maranello per dare una svolta tecnica al proprio team.
Così come in altre occasioni, Newey rifiutò la proposta della Scuderia del Cavallino, decidendo di dare continuità alla sua avventura in Red Bull. Tuttavia, non aver mai lavorato per la Ferrari ha lasciato rimpianto "emotivo", così come non aver avuto la possibilità di collaborare con Fernando Alonso e Lewis Hamilton.
Adrian Newey, Red Bull Racing
Photo by: Red Bull Content Pool
Intervenendo nel podcast di F1 Beyond The Grid, Newey ha parlato delle volte in cui la Ferrari ha cercato di portarlo a Maranello, svelando anche qualche particolare: "La Ferrari mi ha avvicinato ai tempi della Indy car, che probabilmente non conta, poi nel 1993 e, notoriamente, nel 2014. Quella del 1993 era molto allettante.
"Andai da lui, Jean Todt [il Team Principal] aveva appena iniziato. Ricordo che parlava di assumere o meno Michael [Schumacher]. Pensate che sia stata una buona idea?". Newey, che si era sposato da poco, decise di declinare l'offerta a causa della rottura del suo precedente matrimonio nel periodo in cui fu costretto a dividersi tra l'Inghilterra e il lavoro per la March negli Stati Uniti.
Nel corso degli anni si è spesso parlato della possibilità che Ferrari potesse creare una base secondaria in Inghilterra, come avvenuto nel caso del progettista John Barnard, il quale convinse il team a permettergli di stabilire una struttura remota a Guildford. Un'opportunità che Newey non ha avuto, ma su cui sarebbe comunque scettico: "Non ho mai posto la domanda e non ci credo. La Ferrari è una squadra italiana. L'idea di avere un centro di ricerca e progettazione in un luogo completamente diverso dalla squadra corse - so che abbiamo un team gemello [AlphaTauri, diviso tra Faenza, Italia e Bicester, Regno Unito] che lo fa - ma non credo nel concetto".
Newey mentre osserva una vettura del Cavallino
Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images
Quando la Ferrari ha cercato di approcciarlo nel 2014 all'alba dell'era dei turbo ibridi, l'intenzione di Newey era quella di continuare il suo percorso in Red Bull, ma la frustrazione per il rapporto e la scarsa affidabilità delle Power Unit Renault lo portò a prendere in considerazione l'idea di cambiare aria: "Le mie discussioni nel 2014 con la Ferrari erano puramente dovute alla frustrazione. Non volevo davvero andarmene, ma ci trovavamo in una situazione in cui Renault non aveva prodotto un motore turbo ibrido competitivo".
"Succede al primo anno, ok, con le nuove regole. Tutti commettiamo degli errori. Ma siamo andati a trovare Carlos Ghosn [l'ex amministratore delegato di Renault] con Christian [Horner], Helmut [Marko] per cercare di fare pressione su di lui, in modo da aumentare il budget. La risposta di Ghosn fu: 'Beh, non ho alcun interesse per la Formula 1. Sono qui solo per il mio lavoro'. Ci sono solo perché i miei addetti al marketing dicono che dovrei esserci'. Fu davvero deprimente", ha spiegato il progettista.
Alla domanda se avesse qualche rimpianto per aver rifiutato le avances di Maranello, Newey ha risposto: "Emotivamente, credo, fino a un certo punto. Si. Ma anche, per esempio, lavorare con Fernando [Alonso] e Lewis [Hamilton] sarebbe stato favoloso. Ma non è mai successo. A volte sono solo circostanze, è così che vanno le cose".
Be part of Motorsport community
Join the conversationShare Or Save This Story
Top Comments
Iscriviti ed effettua l'accesso a Motorsport.com con il tuo blocco delle pubblicità
Dalla Formula 1 alla MotoGP, raccontiamo direttamente dal paddock perché amiamo il nostro sport, proprio come voi. Per continuare a fornire il nostro giornalismo esperto, il nostro sito web utilizzala pubblicità. Tuttavia, vogliamo darvi l'opportunità di godere di un sito web privo di pubblicità e di continuare a utilizzare il vostro ad-blocker.