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Michael Schumacher | Il destino del Kaiser che c'è, ma non c'è

Otto anni fa sulle nevi francesi di Meribel si è compiuto il destino di Michael. Un super campione di F1 costretto su una sedia a rotelle per una caduta accidentale. La presenza resta forte, fortissima grazie a una famiglia straordinaria che ha saputo ricominciare a vivere con il Kaiser. E l'avventura di Mick nei GP è il capitolo di una storia che non è ancora finita.

Michael Schumacher, Ferrari F1-2000

Michael Schumacher, otto anni fa. Alle 11,07 sulle nevi francesi di Meribel, si compie il destino di un super campione. Il tedesco affronta un breve tratto fuori pista e perde l’equilibrio per dei sassi affioranti. Batte la testa contro una roccia e il supporto metallico della telecamerina montata sul casco si conficca nel cervello.

All’improvviso si spegne la luce nella vita di un uomo che ha affrontato l’esistenza convivendo con il rischio, correndo a 300 all’ora. La beffa oltre al danno. La corsa all’ospedale di Moutiers, poi il trasferimento a Grenoble in un centro specializzato. L’aggravamento e il coma. Poi l’intervento per tentare l’impossibile. Il danno assonale è importante, ma Michael resiste, combatte come è sempre stato abituato a fare.

Da quel drammatico momento il Kaiser è stato avvolto dall’amore incondizionato della sua famiglia. La moglie Corinna ha attrezzato casa come fosse una terapia intensiva, dove Michael ha trovato un nuovo mondo fatto di silenzio e grande rispetto.

Schumy c’è, ma non c’è. Più passa il tempo e più si affievolisce la speranza di un miracoloso recupero. La realtà è dura, durissima ma Michael non ha mai smesso di lottare, continua a fare la sua parte, inconsapevole del suo futuro.

Se si affievolisce la speranza di una guarigione, non si spegne il ricordo di un campione che resta un mito nel mondo della Formula 1. Resiste il record di sette mondiali piloti vinti seppure in coabitazione con Lewis Hamilton.

Bernie Ecclestone, ma insieme a Mister E tanti altri fan del tedesco hanno fatto il tifo per Max Verstappen perché quel primato non venisse soverchiato dal Re Nero. Oggi è il 29 dicembre, un giorno più freddo di altri perché riporta alla memoria un dramma che non trova soluzione.

Il docu-film dedicato a Michael rende la crudezza della situazione nelle parole di Corinna: “Mi manca ogni giorno, anche se lui è qui. È diverso, ma è qui e questo ci dà una grande forza. Viviamo insieme in casa. È in fase di trattamento. Facciamo di tutto per fargli sentire sempre un legame famigliare”.

Il figlio Mick ne ha raccolto l’eredità e la gente comune, non solo i tifosi, hanno capito quanto profonda sia la motivazione di questo giovane che vuole continuare a raccontare una storia che va molto oltre la passione per le corse e per la F1.

Mick sa di non avere il talento del Kaiser, ma è consapevole di avere una feroce determinazione di chi vuole arrivare a chiudere il cerchio di una storia non finita. E Michael ha tempo per aspettare…

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