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Analisi

Mercedes senza pilota: Hamilton rompe gli equilibri?

L'epta campione ha lasciato scadere il contratto con la Mercedes e la squadra di Brackley a oggi ha solo un pilota: Bottas. Wolff è disposto ad aspettare le decisioni di Lewis fino ai test invernali di Barcellona, ma Kallenius, presidente Daimler non è dello stesso avviso e mette pressione su Toto perché chiuda l'accordo al più presto, altrimenti chiamerà Russell dalla Williams. In questo braccio di ferro chi rischia di bruciarsi?

Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1

Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images

La Mercedes a oggi ha un pilota solo: Valtteri Bottas. Lewis Hamilton, infatti, ha lasciato scadere il suo contratto con la Casa tedesca per cui, almeno sulla carta, il sette volte campione del mondo è un pilota… libero.

Toto Wolff, team principal della squadra di Brackley, non sembra voglia mettere pressione al suo pilota e in svariate occasioni ha detto che l’importante è che la questione si risolva in tempo per i test invernali in programma a Barcellona dal 1 al 3 marzo.

Tutto vero, ma è un fatto assolutamente anomalo che la Stella non possa programmare il suo futuro perché il pilota di riferimento della squadra non trova un accordo per il rinnovo dopo otto anni di convivenza perfetta e ricca di grandi soddisfazioni da ambo le parti.

Boris Johnson, primo Ministro britannico, nei giorni scorsi ha ufficializzato la nomina di Lewis Hamilton a baronetto, mentre la Mercedes ha lanciato una campagna pubblicitaria della Classe S proprio con l’inglese come testimonial insieme al tennista Roger Federer e alla cantante soul Alicia Keys.

Insomma, una rottura sarebbe giustificata solo dal ritiro dalle corse dell’epta campione, come avvenne per Nico Rosberg alla fine del 2016, subito dopo che il pilota tedesco battè Lewis conquistando il suo unico titolo iridato. Ma non ci sono le condizioni per un’uscita di scena di un pilota che è lanciato alla conquista dell’ottavo titolo piloti, dopo aver eguagliato il record di Michael Schumacher che sembrava inossidabile, inattaccabile.

È molto più probabile che Hamilton stia tirando la corda sul compenso, sulla durata del contratto e sulle autonomie di gestione della propria immagine, visto che non è un tipo che vive di pane e F1 come molti altri suoi colleghi, ma conduce un’esistenza che spazia molto al di fuori del Motorsport, frequentando il jet-set, il mondo della moda e dello spettacolo.

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Toto Wolff sostiene da mesi che non esiste il problema e che un accordo verrà trovato, ma intanto il tempo passa e il contratto è formalmente scaduto. Cosa divide Lewis dal manager austriaco? Niente. I due hanno un rapporto che va ben oltre l’aspetto professionale e nel tempo hanno stretto una profonda amicizia basata anche su un grande rispetto.

E dunque dove sta il problema? L’atteggiamento di Lewis non piace al consiglio di amministrazione della Daimler che ha dato pieno mandato a Wolff di chiudere l’operazione al più presto, ma con una serie di vincoli che sono stati dettati dal presidente del Gruppo tedesco, Ola Kallenius.

Lo svedese è alle prese con forti tagli nel prodotto: ha varato un duro piano di ristrutturazione della galassia della Stella e non può accettare che il pilota di punta della squadra di F1 chieda un rialzo del suo ingaggio.

La proposta economica è chiara: circa 40 milioni di euro all’anno, più il 10% di premio in caso di vincita del mondiale piloti a cui si aggiungerà anche una AMG One in regalo. Insomma non sono bruscolini. L’inglese discute sulla tempistica del contratto e sulle libertà, oltre che sui soldi.

Hamilton vorrebbe legarsi al marchio Mercedes in un ruolo che vada oltre l’essere un pilota e poi un semplice testimonial. Ha l’ambizione di diventare un trascinatore della transizione elettrica, proprio come oggi è un testimone molto attivo contro le discriminazioni. Non dimentichiamoci che ha convinto la Casa tedesca a cambiare il colore delle W11 che si sono trasformate da frecce d’argento in frecce nere. La capacità di persuasione del campione del mondo è indiscutibile e, probabilmente, vuole mettere le basi a un rapporto che vada oltre la carriera pluridecorata del campione.

Wolff potrebbe trovare la sponda del nuovo socio nel team di Brackley, INEOS, che da semplice sponsor è diventato socio alla pari con la Daimler e proprio Toto con quote equamente divise al 33,3%.

La multinazionale della chimica potrebbe intervenire con un extra-budget per soddisfare le pretese del pilota, mentre Kallenius minaccia la possibilità di fare un fischio a George Russell per richiamarlo sulla Mercedes dalla Williams.

Nessuno scommette su quella che potrebbe sembrare una clamorosa rottura, ma la trattativa non va avanti. Non si sblocca e potrebbe frantumare delicati equilibri che si creano quando ci sono tre soci alla pari.

Dal punto di vista tecnico la supremazia della Mercedes sembra inattaccabile, anche se la Red Bull ha vinto l’ultimo GP della stagione 2020, mentre dal punto di vista politico non ci sono tutti i tasselli al posto giusto di un mosaico che non si compone ancora in una figura chiara. Ma alla fine chi rimarrà con il cerino in mano?

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