Mercedes: scopriamo gli effetti del ciclone Russell
La squadra di Brackley si trova di fronte a un bivio: dare stabilità a Lewis Hamilton e confermare Bottas al suo fianco nel 2021, oppure è una follia lasciare George un altro anno in Williams se Lewis dovesse decidere di ritirarsi dopo l'ottavo titolo mondiale? Analizziamo pro e contro di una matassa molto intricata che Toto Wolff dovrà sciogliere al più presto per costruire il futuro del team della Stella.

Non si placa l’onda emotiva scatenata dalla domenica da urlo di George Russell. L’interrogativo che tiene banco è ovviamente scontato: come fa ora la Mercedes a tenere l’inglese parcheggiato alla Williams per un’altra stagione?
I tre giorni di Al Sakhir hanno scatenato intorno a Russell un grande entusiasmo, ed è tutto comprensibile e giustificato. Dopo quattro Mondiali consecutivi, e 42 vittorie negli ultimi 77 Gran Premi, il copione Lewis Hamilton (per quanto stellare) non scatena grandi entusiasmi.
C’è l’ammirazione ed il rispetto per un campione unico, ma anche la voglia di vedere uno scenario diverso, e Russell ha avuto dalla sua anche il supporto di chi spera di vederlo al più presto al fianco del sette volte campion del Mondo.
Ciò che desiderano gli appassionati ed il grande pubblico non sempre però coincide con le esigenze di chi deve prendere le decisioni, in questo caso la Mercedes.
L’exploit di Russell non lascia il tempo che trova, qualche riflessione alla corte di Toto Wolff c’è già stata e probabilmente ci sarà ancora. Come avevamo ipotizzato la scorsa settimana, dopo l’annuncio della convocazione di Russell in seguito alla positività al test Covid di Lewis Hamilton, la scelta del giovane inglese poteva potenzialmente innescare dei grattacapi, come è puntualmente accaduto.
Saranno giorni intensi, tra Abu Dhabi, Brackley e Stoccarda, perché in ballo non c’è solo un sedile, bensì una scelta in chiave futura che va oltre il 2021, e lo scenario non è così definito come sembra e come si deduce dalle parole di Wolff.
Perché Mercedes potrebbe puntare ancora su Bottas
I motivi ci sono tutti. Se dall’esterno la figura del finlandese sembra sempre più ricordare quella del Rubens Barrichello al fianco di Michael Schumacher, le valutazioni interne alla squadra comprendono molti parametri.
La Mercedes nel 2020 ha portato a casa tutti i traguardi previsti: titolo Piloti, titolo Costruttori e (al netto di colpi di scena) anche la seconda piazza dello stesso Bottas. Target raggiunti in un clima sereno, in cui la squadra ha lavorato al meglio grazie anche ad una convivenza ottima tra le due zone del box.
Il rischio che comporta cambiare un meccanismo rodato che garantisce il raggiungimento degli obiettivi, la Mercedes lo conosce molto bene.
Il primo interrogativo riporta alla mente il periodo Rosberg: qualora nel team arrivasse un pilota che Hamilton dovesse valutare come un potenziale avversario verso il titolo numero otto, sarebbe ancora disposto a condividere i dati e il lavoro sul fronte tecnico con l’altra parte del box?
E ancora: sarebbe ancora possibile mantenere il rigido protocollo sulle tattiche di gara che da qualche anno ha reso molto semplice la vita per gli strateghi Mercedes? Di aspetti che potrebbero diventare a rischio ce ne sono molti e vanno messi in conto.
Wolff in realtà aveva già provato all’inizio della scorsa estate l’operazione Russell, per formare nel 2021 il tandem con Hamilton e, probabilmente, a suo tempo è arrivato anche l’okay da parte di Lewis.
Il weekend di Sakhir ha però cambiato molto le considerazioni sul ‘baby’ inglese, e alla luce del suo exploit non è detto che oggi le valutazioni siano le stesse di sei mesi fa. La stessa operazione, oggi, appare diversa, e probabilmente la è.
C’è anche un ultimo aspetto, puramente economico. Provare ad anticipare l’arrivo di un anno l’arrivo di Russell in Mercedes comporta il pagamento di una penale alla Williams che, soprattutto alla luce dei riscontri emersi lo scorso weekend, non sarà in vena di sconti.
Secondo alcuni addetti ai lavori potrebbe non bastare l’offerta gratuita delle power unit, ma bisognerebbe aggiungere ancora qualche milione. Ovviamente ci sarebbe comunque da pagare a Bottas l’ingaggio previsto dal contratto 2021 (quasi raddoppiato rispetto al 2020) indipendentemente dalla scelta che potrebbe fare il finlandese, ovvero un anno sabbatico o una stagione nel suo ex team (la Williams), prospettiva (quest’ultima) poco allettante.
Perché Mercedes dovrebbe puntare su Russell
A 35 anni Lewis Hamilton è in procinto di firmare il suo ultimo contratto in Formula 1. La sua presenza nel Mondiale 2021 non è in dubbio, ma i piani del sette volte campione del Mondo nel lungo periodo non sono ancora chiari. Firmerà solo per la prossima stagione o un biennale?
La Mercedes è costretta a pianificare il suo futuro ben oltre la prossima stagione, e nella testa di Wolff quel futuro prevedeva un nome ben chiaro da tempo: Max Verstappen.
Ora però nel quartier generale di Brackley potrebbe crescere la convinzione di avere già in squadra il proprio Verstappen, e ad un costo decisamente inferiore rispetto all’originale. Sono cifre importanti, anche per la Mercedes, perché se non sarà introdotto il budget cap anche per i salari dei piloti, non c’è motivo per cui Verstappen non possa avanzare delle richieste economiche vicine a quelle percepite oggi da Hamilton.
Ma se il futuro può essere Russell, il quadro cambia drasticamente. La domanda che sorge è però chiara: la Mercedes può permettersi di lasciare sulla panchina Williams un potenziale top-driver per un’altra stagione con il rischio che Hamilton saluti tutti al termine del prossimo anno? O sarebbe più saggio offrirgli un sedile nel 2021 per permettergli di ambientarsi nel team ed essere eventualmente pronto a raccogliere il testimone da Lewis dodici mesi dopo?
Russell, Hamilton, Wolff, un intreccio da cui prenderà forma il futuro
Sono quesiti complessi, che comportano un’attenta valutazione e soprattutto un quadro chiaro di tutti gli scenari.
Nessuno più della Mercedes conosce il valore di Hamilton, e usare Russell per abbassare le richieste del campione del Mondo sarebbe vista da Lewis come una mancanza di rispetto.
Sarà un sottile gioco di equilibri, perché Hamilton sa bene che qualora dovesse decidere di restare nel team anche nel 2022 avrà al suo fianco Russell, quindi si tratterebbe di anticipare di dodici mesi la convivenza.
Se, invece, la sua intenzione è di salutare tutto alla fine del prossimo anno, proverà a concludere la sua avventura in Mercedes con il fido Bottas dall’altra parte del box. Ma in questo scenario sarà probabilmente Wolff a puntare i piedi, per permettere alla squadra di prepararsi al meglio per il post-Lewis.
Comunque vada, per la Mercedes sarà una scelta dettata ad avere un impatto importante sul suo futuro.
Un futuro nel qualche si inserisce un ultimo quesito, di certo non trascurabile che riguarda lo stesso Wolff, il cui ruolo nell’organigramma Mercedes 2021 non è ancora (almeno pubblicamente) stato confermato. Da quando Hamilton è arrivato in Mercedes (era il 2013) Wolff è stato il garante del livello di investimenti, un aspetto che è sempre stato cruciale per Lewis, e cruciale lo è ancora per la durata del suo nuovo contratto.
Un intreccio ulteriore in un momento in cui la squadra dei quattordici titoli Mondiali in sette anni sta definendo il suo domani.

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Riguardo questo articolo
Serie | Formula 1 |
Piloti | Lewis Hamilton , Valtteri Bottas , George Russell |
Team | Mercedes |
Autore | Roberto Chinchero |
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