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Mercedes: scoperta l'ala posteriore che flette sulla W11!

Le immagini televisive hanno mostrato che l'ala posteriore della freccia nera si inclina verso il lato interno di ogni curva grazie alle proprietà di flessione dei singoli materiali. La Mercedes può guadagnare fino a 2 km/h di velocità in percorrenza. La soluzione applicata pare anche da Red Bull e Ferrari è sotto la lente della FIA che in questa settimana dovrebbe emettere una Direttiva Tecnica per evitare la proliferazione di questa idea.

Mercedes AMG F1 W11, dettaglio dell'ala posteriore

Mercedes AMG F1 W11, dettaglio dell'ala posteriore

Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La Mercedes è sempre al centro dell’attenzione: gli sguardi degli osservatori si sono posati sulla W11 perché ogni pezzo di questa monoposto disegnata da John Owen merita una particolare attenzione.

Negli ultimi due GP disputati a Silverstone (Gran Bretagna e 70° anniversario) le frecce nere sono state spesso inquadrate in tv per mostrare con la camera-car posteriore quale fosse l’effettivo degrado delle gomme nel retrotreno, afflitte in entrambi i casi da blister.

Ma non è di pneumatici che vogliamo parlare, visto che le immagini trasmesse in diretta da Sky ci hanno permesso di notare una caratteristica distinguente della Mercedes: l’ala posteriore s’inclina in modo sorprendentemente visibile verso l’interno della curva, con un angolo che sembra quello del rollio della vettura.

Si tratta di un movimento a scatto frutto probabilmente delle cedevolezze programmate fra le singole parti che collegano la paratia laterale al profilo principale dell’ala. Lo diciamo subito: questa soluzione supera tutte le verifiche tecniche della FIA che effettua delle prove di flessione statiche, ma i tecnici di Brackley sono bravi nell’ottenere una deformazione dell’ala che assicura dei vantaggi aerodinamici.

Di fatto il profilo principale si articola sul punto di fulcro che è costituito dal mono pilone centrale che sostiene l’ala posteriore e si muove inclinandosi sul lato interno della curva riducendo la resistenza all’avanzamento e assicurando pare un paio di chilometri di velocità in percorrenza in più nei vari transitori.

Ovviamente la cosa non sarebbe passata inosservata a Red Bull e Ferrari che hanno realizzato soluzioni proprie con finalità simili. Anche la RB16, per esempio, riesce a far abbassare la sua ala di circa 30 mm con un dispositivo che schiaccia la base dei piloni.

Red Bull Racing RB 16: ecco i doppi piloti svergolati che reggono l'ala posteriore

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Photo by: Giorgio Piola

L’immagine che vi proponiamo è una ricostruzione dell’ala che flette dal momento che non siamo autorizzati a pubblicare le immagini di cui siamo entrati in possesso.

Giorgio Piola, quindi, ha elaborato una foto per rendere comprensibile il concetto, ma ha valore solo per descrivere qual è il movimento dell’ala.

La FIA non sta dormendo e a quanto ci è dato sapere verrà emessa una nuova direttiva tecnica da parte di Nicholas Tombazis, delegato tecnico FIA per le monoposto, probabilmente in questa settimana per evitare che la soluzione prenda piede dopo aver effettuato delle accurate indagini nei box delle squadre interessante nel week end scorso a Silverstone.

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