F1 | Mercedes: quale effetto avrà l'esodo dei tecnici?
La squadra di Brackley ha mantenuto per anni una grande stabilità nell'organico, programmando la promozione delle seconde linee nella sostituzione di chi lasciava ruoli anche di vertice. Dallo scorso campionato, invece, la Stella è stata vittima di uno svuotamento di risorse che non si è limitato ai motoristi di Brixworth, ma ha riguardato anche l'area del telaio. Analizziamo cosa è successo e perchè.
Helmut Marko ha cominciato a “pungere” con una certa continuità la Mercedes, segno che il manager Red Bull vede il team di Brackley come principale avversario nella lotta per il mondiale di Formula 1 in questo 2023.
L’austriaco aveva messo in evidenza il fatto che la Williams, sotto la direzione di James Vowles, neo team principal di Grove, la squadra fondata da Sir Frank non diventerà affatto un team satellite della Stella, ma anzi cercherà di portare via dei tecnici che seguiranno quello che era il capo delle strategie a Brackley.
Stando alle indiscrezioni, infatti, non si è fermata l’emorragia di ingegneri in uscita dal reparto corse Mercedes: l’esodo dei motoristi era iniziato nel 2021 con l’uscita di Ben Hodgkinson, direttore tecnico di Red Bull Powertrains, e dietro al “pifferaio magico” sono andati tanti altri tecnici che non hanno rimpinguato solo la struttura di Milton Keynes, ma che stanno lentamente ingrossando le fila dell’Audi, decisa a entrare in F1 dal 2026.
Lewis Hamilton, George Russell e Toto Wolff nella sede Mercedes di Brackley con il personale
I movimenti, però, non riguardato solo Brixworth, la sede di Mercedes AMG High Performance Powertrains, perché anche nell’ambito dell’area telaio diretta da Mike Elliott si registrano delle defezioni che costringeranno il team a rivedere la piramide, con alcuni ruoli che sono rimasti scoperti.
Nella tradizione Mercedes le uscite di personale non hanno mai prodotto particolari sconquassi, perché il team di Brackley ha avuto sempre la lungimiranza di preparare ed allevare le seconde linee che hanno avuto l’opportunità di mettersi in gioco con maggiori responsabilità.
In questa fase in cui il prosciugamento delle risorse umane è stato più massiccio e meno programmato è possibile che gli effetti possano essere meno trasparenti che in passato, tanto più che l’introduzione del budget cap ha portato al contenimento degli organici e degli stipendi.
Chi ha mercato, in questo momento, può ancora agganciare l’opportunità di fare un salto nei guadagni passando ad una squadra, come l’Audi diretta da Andreas Seidl o la RBPT, dove la necessità di trovare figure specifiche in determinati ruoli ne fa crescere il valore al di fuori di quelle che sono le più recenti quotazioni decisamente in calo.
Sta leggermente cambiando anche la specifica con cui si cerca il personale tecnico: la F1 si è spinta sempre più nella specializzazione dei ruoli con organici che sono andati a crescere anno per anno. Con il vincolo delle spese, invece, c’è l’esigenza di abbracciare un nuovo orientamento, cercando ingegneri capaci di assolvere più funzioni, tornando a una multi-disciplinarità frequente nel passato.
La W14 è l’arma che dovrà riportare la Mercedes ai vertici della F1 dopo un 2021 molto difficile, ma non è detto che il team di Brackley conservi nel team la stessa potenza di fuoco degli anni scorsi, quando la Stella era abituata a raccogliere mondiali a raffica.
Noi non crediamo che possa esserci un calo delle motivazioni dopo tante vittorie, né che in Mercedes sia iniziata la fine di un ciclo: Toto Wolff, abile nel misurare il polso della squadra, si aspetta una bella reazione dei suoi, ma per la prima volta dall’inizio dell’era ibrida è da vedere se l’esodo che c’è stato potrà produrre delle smagliature in un sistema rimasto sempre monolitico e compatto.
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