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Mercedes: le ragioni di una sconfitta che poteva essere una vittoria

La Red Bull con la vittoria di Max Verstappen nel GP di Francia ha sancito una superiorità tecnica che sta minando le certezze del team campione del mondo: il Paul Ricard potrebbe essere una gara spartiacque nel mondiale piloti a favore della squadra di Milton Keynes. Nel team della Stella le scelte strategiche hanno innescato delle reazioni che hanno giocato contro Lewis. E c'è un mistero sui sei decimi persi da Hamilton in pit lane.

Lewis Hamilton, Mercedes W12, pit stop

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Il Gran Premio di Francia ha tutto per essere considerato lo spartiacque del campionato Mondiale 2021. I 53 giri percorsi oggi sul Paul Ricard hanno detto molto, verdetti che non si limitano al bottino di tappa, ma destinati a cambiare lo scenario in vista anche delle prossime gare. Il primo dato che emerge, quello più evidente, è che la Red Bull non è più quella che a Barcellona aveva subito una sconfitta (dolorosa) da parte di una Mercedes che sembrava essere tornata quella di sempre, ovvero la monoposto di riferimento.

Alla vigilia del weekend del Castellet i pronostici erano tutti per il team campione del Mondo, con la tendenza a voler archiviare i successi ottenuti dalla Red Bull a Monaco e Baku come ‘track-related’, ovvero performance favorite dalla particolare conformazione dei circuiti cittadini.

Non è così. Le prime parole pronunciate oggi da Lewis Hamilton appena sceso dalla monoposto sono state molto indicative: “Loro (Red Bull) hanno un’incredibile velocità sul dritto”.

Impressione corretta, perché Verstappen e Perez nella classifica delle top-speed sono risultati secondi e terzi, rispettivamente con 337 e 336,5 km/h. Hamilton e Bottas occupano le ultime due posizioni, con 321 e 320 km/h.

Questione di setup? Forse, in Mercedes non hanno lavorato in modo impeccabile, ma Toto Wolff sostiene che anche la nuova power unit Honda (che ha esordito questo weekend) abbia assicurato qualche cavallo i più.
“Non ci è permesso fare progressi – ha subito replicato Horner - non so a cosa si riferisca, le specifiche sono quelle della prima power unit. Abbiamo utilizzato un'ala posteriore molto più piccola questo weekend, ecco perché la velocità in rettilineo è stata molto buona. Ma comunque penso che Honda stia facendo un ottimo lavoro”.

La Mercedes si ‘suicida’ al pit-stop

Nonostante questo quadro tecnico, e nonostante Verstappen sia scattato dalla pole position, la Mercedes ha avuto comunque la possibilità di far suo il Gran Premio di Francia. Lo scenario è cambiato (e non poco) a causa del ‘lungo’ di Verstappen alla prima curva dopo il via, con l’olandese che è stato preso in contropiede dal forte vento.

Un episodio che ha consegnato la prima posizione a Hamilton, omaggio molto gradito dal campione del mondo e subito trasformato in una solida leadership. Tutto sembrava indirizzarsi nella direzione di Hamilton e della Mercedes, quando al giro 16 Bottas è stato chiamato ai box per il pit-stop.

In quel momento il finlandese si era portato a 2”7 da Verstappen, e nel suo box hanno valutato quel margine sufficiente a provare l’undercut. Come da prassi, la Red Bull è corsa ai ripari il giro successivo, chiamando ai box Verstappen, e lo stesso è accaduto a Hamilton, fermatosi al giro 18, con un vantaggio (verificato al giro 17) di 3”2 su Verstappen.

Il primo dato emerso è che l’undercut di Bottas su Verstappen non è riuscito (Bottas ha guadagnato solo 1”2 sull’olandese) e poco dopo è arrivato il verdetto che ha determinato l’esito del Gran Premio di Francia. Quando Hamilton è uscito dalla corsia box dopo il cambio gomme, è clamorosamente sfilato alle spalle di Verstappen, perdendo la leadership della corsa.

Nel box Mercedes si sono guardati restando di sasso: cosa è accaduto? La sosta è stata favorevole a Hamiton (2”2 il suo pit-stop contro i 2”3 di Verstappen), eppure la Red Bull numero 33 è sfilata al comando.

Il primo dato emerso è che il giro di rientro dell’olandese è risultato sei decimi più veloce di quello completato da Hamilton la tornata successiva, ma è stato soprattutto il giro d’uscita di Max a fare la differenza (1’39”966) con un terzo settore strepitoso (42”242) che si è confermato il più veloce della corsa.

Ma c’è anche un altro ‘giallo’, e sono sei decimi persi nella pit-lane da Lewis (rispetto a Max), un margine solitamente trascurabile, ma oggi sufficiente a far sfilare Verstappen al comando alla staccata della prima curva, quando Hamilton (appena uscito dai box) si è trovato di fianco la Red Bull.

La prima ipotesi è che Hamilton abbia perso un attimo in più (perché di attimi si parla…) per fermarsi nel modo più corretto in pit-lane, insieme ad uno slittamento eccessivo delle gomme in fase di ripartenza. La Mercedes ha già fatto sapere che esaminerà i video nei prossimi giorni.

Considerando i margini davvero risicati, è però evidente che la scelta strategica della Mercedes di fermare Bottas al sedicesimo giro (di fatto ciò che ha innescato la reazione che ha portato Verstappen al comando della corsa) si è rivelata una decisione errata che ha consegnato la corsa alla Red Bull. In passato questi errori erano mascherati da una superiorità tecnica che mascherava ogni pecca, ma oggi il contesto è drasticamente diverso.

Paradossalmente lo stesso Hamilton ha chiesto due volte via-radio il perché della sosta, visto che le sue gomme erano ancora in uno stato buono, e a Lewis è stato detto che la scelta era dettata dalla necessità di coprirsi dal possibile undercut di Verstappen, poi portato a segno dall’olandese. Ciò di cui in quel momento il campione del mondo non era al corrente, è che di fatto il processo l’ha innescato la stessa Mercedes.

Red Bull ha giocato da prima forza

Una volta trovatosi alle spalle di Verstappen, Hamilton ha confermato un ottimo passo, riuscendo a restare a lungo nella scia della Red Bull, a conferma di una superiorità di performance in quella fase della corsa. Ma il prezzo da pagare è stato il degrado delle gomme, che ha presentato il conto negli ultimi giri. Anche in questo caso il box della Red Bull ha giocato d’anticipo, leggendo al meglio la situazione.

“La Mercedes dopo il pit-stop ci ha messo sotto pressione – ha confermato Horner – e abbiamo pensato che la loro strategia prevedesse due soste. A quel punto il nostro stratega ha proposto la possibilità di anticipare un’eventuale secondo pit da parte loro, e abbiamo deciso di provarci”.

La seconda sosta di Verstappen ha di fatto costretto la Mercedes a completare la corsa senza ulteriori soste, ed è ciò che hanno provato Bottas e Hamilton. Ma la strategia scelta dalla Red Bull ha confermato la fiducia nella performance della loro monoposto, ovvero ciò che la Mercedes aveva proposto con successo nel Gran Premio di Spagna.

In una giornata poco felice per il box campione del Mondo c’è stato anche l’errore di Bottas, arrivato proprio nel momento in cui Valtteri avrebbe potuto dare una mano a Hamilton, ovvero quando alle sue spalle (a 4 giri dal termine) è arrivato Verstappen.

La Mercedes contava molto sul finlandese, ed in effetti il suo contributo avrebbe potuto essere determinante, ma Bottas è goffamente naufragato con un errore in frenata proprio quando la Red Bull si è materializzata alle sue spalle.

Valtteri, per la prima volta da quando è in Mercedes, si è anche aperto via radio in modo duro con il suo ingegnere, lamentandosi della decisione di non effettuare una seconda sosta. Il motivo era semplice, ovvero la squadra ha provato a metterlo fra Lewis e Verstappen, operazione poi fallita ancora prima di iniziare. Un ultimo episodio, quello del nervosismo di Bottas, che ha chiuso una giornata che la Mercedes ricorderà per motivi differenti rispetto alla splendida routine a cui era abituata dal 2014.

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