Mercedes: le modifiche (sbagliate) che hanno penalizzato Hamilton
Per il GP di Monaco la squadra campione del mondo non si è limitata a cambiare l'angolo di sterzo della W12, ma ha rivisto anche l'aerodinamica e la presa dei freni anteriore, scombinando un equilibrio che era stato trovato. Bottas si è adattato a una macchina che non riusciva a trasferire energie sugli pneunatici, mentre Hamilton è andato in difficoltà come non mai. Scopriamo cosa è successo sulla freccia nera.

Lewis Hamilton a Monte Carlo è stato una comparsa, mentre Valtteri Bottas è riuscito a sfruttare il potenziale della W12 adattando il suo stile di guida a quello della freccia nera. L’epta campione, invece, dopo le prove libere del venerdì aveva chiesto ai tecnici di Brackley delle modifiche che non sono state apportate alla sua monoposto, scatenando forti polemiche che non sono affatto piaciute in quel di Stoccarda.
La Mercedes con il suo passo lungo soffre da sempre sulle strade del Principato. La “limousine”, come l’hanno soprannominata gli inglesi, non è riuscita a trovare il giusto set-up per Monte Carlo, faticando a mandare le gomme nella giusta finestra di temperatura e, quindi, risentendo di una guidabilità deficitaria, come se a Monaco il team iridato fosse tornato quello dei test pre campionato del Bahrain, almeno per quanto riguardava la vettura di Lewis e meno quella di Valtteri.
Eppure sulle W12 lo staff tecnico di James Allison aveva introdotto una serie di modifiche pensate appositamente per Monte Carlo. Il ferreo regolamento tecnico caratterizzato dalle parti omologate ha concesso alle squadre di intervenire sui due corner anteriori per cambiare l’angolo di sterzo in modo tale da permettere alle frecce nere di voltare al tornante Fairmont (ex Loews) e alla Rascasse.
Molti team si sono limitati a incrementare l’angolo di sterzata, mentre la Mercedes ha introdotto delle novità che hanno riguardato lo sterzo, la sospensione e le prese dei freni, toccando sia l’aspetto meccanico che quello aerodinamico.
Il lavoro svolto appositamente per le curve a bassa velocità di Monaco non deve aver dato il risultato che gli ingegneri si aspettavano e, mentre Bottas si è adattato alla soluzione disponibile meglio che ha potuto, lo stile di guida di Hamilton pare averne risentito di più.
Lo sterzo sull’anteriore si è rivelato più leggero e la W12 non riusciva a imprimere la necessaria energia sulle gomme anteriori che non andavano in temperatura. Ma, anche volendo, non era possibile tornare indietro alla soluzione standard, per cui si sono innescati degli effetti a catena che hanno mostrato una Mercedes e Lewis Hamilton meno brillanti del solito.

Il braccio dello sterzo della Mercedes W12 di Monaco a confronto con quello standard
Photo by: Giorgio Piola
Nei disegni di Giorgio Piola possiamo osservare nel dettaglio i cambiamenti che hanno riguardato le frecce nere a Monte Carlo e guardando le modifiche appare evidente l’importante intervento che è stato fatto.
Nella vista dall’alto, infatti, non può sfuggire come il braccio dello sterzo sia stato completamente ridisegnato con un punto d’attacco al porta mozzo più sporgente verso l’anteriore: la soluzione con un profilo alare maggiorato aveva una funzione doppia. Essere più robusta alle forti sollecitazioni dell’asfalto ondulato del Principato e ai frequenti “baci” con i guard rail, oltre che assolvere una diversa funzione aerodinamica, essendo quasi scomparso il soffiaggio che caratterizza la versione standard.

La sospensione anteriore della Mercedes AMG F1 W12 con la modifica al braccio dello sterzo e alla presa dei freni
Photo by: Giorgio Piola
Ovviamente le novità meccaniche pensate per migliorare la manovrabilità a bassa velocità della W12, hanno avuto un influsso diretto anche sul disegno della presa dei freni perché la cover in carbonio del nuovo braccio di sterzo era notevolmente più ingombrante limitando, quindi, la portata d’aria per il raffreddamento dei freni e per generare i flussi utili all’aerodinamica.
Non è stato affatto casuale, quindi, che la presa d’aria sia stata gestita in modo diverso dal solito: la ripartizione delle bocche destinate ai freni e quelle che, invece, dovevano essere utili a generare il carico è cambiata e non è detto che sia stata adottata le soluzione più efficace per mandare in temperatura le gomme anteriori. Insomma come il gatto che si morde la coda, nella consapevolezza che poco si sarebbe potuto fare per cambiare una situazione che era già parsa compromessa dopo le prove libere del giovedì.
I tecnici hanno dovuto intervenire sugli angoli caratteristici della sospensione nella speranza di trovare un set up che si sposasse con l’asfalto di Monte Carlo. Bottas ha trovato delle regolazioni che lo hanno portato a sfruttare al 100% il minore potenziale a disposizione, mentre Hamilton con modifiche simili si è letteralmente perso, segno che le modifiche man mano effettuate non gli hanno permesso di estrarre dalla macchina il potenziale che poteva esserci.
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