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F1 | Mercedes: la W13 non sente le modifiche?

A Miami la squadra campione del mondo Costruttori ha portato una serie di aggiornamenti che dovevano dare ai tecnici la linea dello sviluppo. La paratia dell'ala anteriore aperta, nonostante i vincoli di regolamento, indica che non si è persa la fantasia a Brackley, ma l'uso di ali più scariche non ha ridotto l'effetto del porpoising. Sul fondo è apparso anche un rinforzo in metallo sul bordo d'uscita laterale che è costato peso.

Mercedes W13, dettaglio dell'end plate

Foto di: Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La Mercedes aspetta Barcellona. E, forse, la Stella aspetta… Godot. Vale a dire qualcosa che non arriverà mai, vale a dire la competitività della W13, una macchina con concetti aerodinamici estremi che sta deludendo le attese della squadra di Brackley.

Il commento di Lewis Hamilton a Miami è stato eloquente: “Alla presa dei conti il distacco dalla vetta resta quello di inizio anno”. Il sette volte campione del mondo ha lasciato otto decimi alla Ferrari di Charles Leclerc che scatterà in pole position.

George Russell, Mercedes W13

George Russell, Mercedes W13

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

La freccia d’argento non sembra reagire alle modifiche che gli aerodinamici portano gara dopo gara, perché la monoposto con le mini pance non funziona. Nelle prove libere di venerdì c’era stato un sussulto con George Russell che si era issato in testa alla lista dei tempi.

È stata un’illusione di breve durata, anticipata dagli stessi esponenti della Mercedes: sapevano che il caldo della Florida avrebbe permesso di mandare, finalmente, le gomme anteriori nella giusta finestra di temperatura e il cittadino di Miami, liscio come un biliardo, e privo di curvoni veloci in appoggio avrebbe limitato il fenomeno del porpoising.

Così effettivamente è stato, fintanto, che gli avversari hanno girato con vetture con un’altezza da terra molto alta per preservare i fondi dai contatti con i cordoli. Poi, man mano che il setup ha permesso di abbassare le macchine, gli altri sono cresciuti nelle prestazioni e le due Mercedes sono rimaste più o meno dove erano.

Mercedes W13, dettaglio dell'ala posteriore scarica e della beam wing modificata

Mercedes W13, dettaglio dell'ala posteriore scarica e della beam wing modificata

Photo by: Uncredited

Per limitare il saltellamento, a Brackley hanno deliberato un assetto aerodinamico più scarico, che avrebbe dovuto contenere il pompaggio, ma i risultati sono stati tutt’altro che incoraggianti, visto che Hamilton, sesto in griglia, è stato preceduto anche da Valtteri Bottas, il compagno di squadra che alla fine dello scorso anno è stato giubilato dalla Mercedes e che ora vive una seconda giovinezza all’Alfa Romeo con una C42 che si è rivelata la prima vettura degli “altri” dopo Ferrari e Red Bull.

Se l’ala posteriore ha attirato l’attenzione più per la decorazione dell’artista Mad Dog Jones che per le soluzioni (il profilo principale è praticamente piatto) per ridurre la resistenza all’avanzamento e migliorare le velocità massime sui rettilinei, a colpire in modo particolare è stata l’ala anteriore in prossimità della paratia laterale.

Mercedes W13, dettaglio dei due generatori di vortice apparsi vicino alla paratia laterale aperta

Mercedes W13, dettaglio dei due generatori di vortice apparsi vicino alla paratia laterale aperta

Photo by: Giorgio Piola

I tecnici, infatti, hanno ripreso un concetto del 2016 visto sulla W07 Hybrid, ma ancor più estremizzato sulla Ferrari F2016, che sembrava vietato sulle attuali monoposto a effetto suolo: vale a dire la paratia laterale è stata aperta nella parte inferiore, perché la congiunzione dei flap alla bandella è stata disegnata in modo tale da consentire un esasperato effetto out wash.

La FIA voleva evitare che si generassero dei vortici che possano sporcare l’effetto della scia pulita, ma a Brackley hanno trovato il modo di raggiungere lo scopo con un’idea accattivante. Ci saremmo aspettati delle reazioni da parte degli avversari che, invece, non ci sono state.

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È il segno evidente che la W13 non è considerata una F1 competitiva e, come tale, non provoca più le polemiche che abbiamo vissuto durante i test in Bahrain al lancio della vettura con le pance mini.

Ciò non toglie che la soluzione sia stata giudicata regolare dai commissari tecnici di Nikolas Tombazis e, quindi, potrebbe fare scuola. Nel disegno di Giorgio Piola nel tondo si può osservare anche la comparsa di due generatori di vortice nella porzione più esterna dell’ultimo flap: si notano tre slot longitudinali che contribuiscono a rendere turbolento il flusso che deve essere spinto all’esterno della ruota anteriore.

Lewis Hamilton, Mercedes W13: sul fondo si nota il rinforzo in metallo nel bordo d'uscita

Lewis Hamilton, Mercedes W13: sul fondo si nota il rinforzo in metallo nel bordo d'uscita

Photo by: Jerry Andre / Motorsport Images

Nella battaglia al porpoising, inoltre, la Mercedes ha deciso di modificare il bordo d’uscita laterale del fondo con una lama di metallo che irrobustisce il marciapiede per buona parte della sua lunghezza davanti alla ruota posteriore e ha ancorato più avanti il tirante concesso dalla FIA, ma i risultati sono stati meno incoraggianti di quanto a Brackley si aspettassero.

Lewis Hamilton, come abbiamo documentato venerdì, ha girato con una W13 dotata di una serie di sensori aggiuntivi (che costano peso) nella speranza di raccogliere dati utili alla correlazione fra la pista e i sistemi di simulazione, segno che forse nel team campione del mondo Costruttori, i guai vanno oltre la macchina sbagliata…

Mercedes W13, dettaglio del fondo strumentato montato sulla vettura di Hamilton

Mercedes W13, dettaglio del fondo strumentato montato sulla vettura di Hamilton

Photo by: Giorgio Piola

 

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