Mercedes: Hamilton ha vinto con un assetto più carico di Bottas
Il campione del mondo sabato ha deciso di andare in qualifica con una freccia nera più carica di quella di Bottas: una scelta che ha pagato soprattutto in gara con il rinforzo del vento. Lewis aveva il doppio pilone di sostegno dell'ala e un flap senza la V centrale, mentre Valtteri è rimasto nella configurazione originale e con meno spinta verticale è andato in crisi nei curvoni di appoggio, subendo i sorpassi dei due fenomeni.
La Mercedes non ha portato un pacchetto di novità tecniche importanti come quelle mostrate dalla Red Bull a Portimao, ma nel team campione del mondo hanno lavorato sodo al simulatore per affinare il comportamento della W12 nella splendida battaglia mondiale con la squadra di Milton Keynes.
Sulla freccia d’argento è stata sfruttata di più la power unit M12 E Performance, rinunciando ai timori legati all’affidabilità: Valtteri Bottas non è stato esente da piccoli problemi. Prima della gara è stato sostituito un sensore del cambio che ha richiesto lo smontaggio della monoposto che era in parco chiuso, mentre in corsa ha dovuto fare i conti con un sensore di uno scarico.
Il finlandese mentre era in caccia per riprendere Max Verstappen, secondo, ha pagato cinque secondi fintanto che il rilevatore di dati non è stato disattivato, perché l’allarme mandava in protezione alcune funzioni del motore.
Mercedes F1 W12, dettaglio dell'ala posteriore di Hamilton con il monopilone del venerdì
Photo by: Giorgio Piola
Mercedes F1 W12, dettaglio dell'ala posteriore di Hamilton con il doppio pilone
Photo by: Giorgio Piola
La configurazione deliberata per l’Algarve della W12 prevedeva un’ala posteriore piuttosto scarica con un monopilone di sostegno, mentre al sabato Lewis Hamilton è passato ad una configurazione aerodinamicamente più carica con un flap mobile che non mostrava la consueta V centrale e con il sostegno del profilo principale che è diventato con il doppio pilone.
L’inglese, quindi, ha pagato leggermente nel giro secco della qualifica, ma ha tratto dei vantaggi durante la gara, specie quando il vento trasversale rispetto al rettilineo d’arrivo è andato a rinforzare.
Il poleman, infatti, ha dovuto fare i conti con una W12 parecchio più instabile nelle percorrenze di curva, uscendo dall’ultima piega molto lunga con una velocità decisamente minore a quella del compagno di squadra.
Hamilton, invece, ha potuto compensare l’incremento della downforce grazie alle ali più cariche con l’aumento di potenza di cui ha beneficiato con la mappatura di motore più spinta rispetto a Bahrain e Imola. Ovviamente anche Bottas ha potuto contare su una power unit più pronta, ma il nordico con meno ala non è riuscito ad usarla come avrebbe voluto.
È interessante annotare come piccoli dettagli diversi possano cambiare il destino di una gara…
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