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Mercedes gioca a carte pari, ma ha... l'asso nella manica

Toto Wolff ha attribuito la 100esima pole di Hamilton allo stesso Lewis forse per coprire lo sforzo che la Mercedes ha fatto per pareggiare il potenziale tecnico della Red Bull. Se non ci fosse stato il record delle partenze al palo si sarebbe parlato della delusione di Verstappen, consapevole di non disporre più del vantaggio di inizio stagione. E per la gara l'olandese dovrà giocare il tutto per tutto in partenza.

Lewis Hamilton, Mercedes, visto dallo specchietto retrovisore

Lewis Hamilton, Mercedes, visto dallo specchietto retrovisore

Steve Etherington / Motorsport Images

Che sia una questione di millesimi di secondo ormai non stupisce più. Sono stati 36 quelli che oggi a Barcellona hanno fatto la differenza tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, un margine piccolo ma cruciale nell’economia del weekend di Montmelò.

Una sessione di qualifica stupenda, nella quale non sono mancati ribaltamenti nei ruoli di forza fino alla zampata finale di Hamilton.

Se non fosse stato per la pole position numero 100, oggi farebbe più notizia la mazzata psicologica subita dalla Red Bull (e Max Verstappen) più che la leadership di Hamilton. Qualche ora dopo la qualifica l’olandese della Red Bull aveva il volto dei giorni peggiori, a conferma di una sconfitta che brucia.

Non è solo questione di pole position, ma di altri due aspetti, uno emotivo ed un tecnico. Nel primo caso si spiega con il tempo ottenuto da Verstappen nella sessione Q2, un crono impressionante (in quel momento) che aveva confermato Max come unico in grado di scendere sotto il muro del minuto e diciassette secondi, per di più con un solo tentativo a cui è seguita una lunga pausa ai box osservando le altre monoposto in pista.

Con Hamilton ad oltre due decimi (anche dopo il suo secondo ‘run’) Verstappen e la Red Bull (e ovviamente non solo loro) hanno pensato di avere la pole in pugno, sensazione confermata nel primo ‘run’ della Q3, quando Max ha abbassato ancora il suo tempo di un altro decimo e mezzo. Ma è stata una sensazione di pochi secondi, perché poi è arrivata la zampata di Hamilton.

La Mercedes ha iniziato le qualifiche con una monoposto con la quale Hamilton ha lamentato delle difficoltà (“il mio Q1 è stato tutt’altro che ottimale”, ha commentato Lewis) e tra le sessioni gli ingegneri sono intervenuti con piccole regolazioni sulle componenti permesse dal regolamento, ovvero differenziale, ala anteriore e pressione degli pneumatici.
“È stata una bella sensazione arrivare in Q3 e sentire che la macchina reagiva meglio, il sottosterzo era calato parecchio”, ha poi commentato Hamilton, ringraziando la squadra per il lavoro completato.

Per la Red Bull è stata una doccia fredda, che ha riportato la squadra ai fantasmi di un recente passato. Sei settimane fa, in Bahrain, la RB16B aveva perso sul campo una gara viziata da una confusa gestione dei track-limit e qualche sbavatura da parte sia di Verstappen che del suo muretto box. La monoposto si era però confermata la più veloce in pista, senza alcun dubbio, e la forma tecnica è stata confermata tre settimane dopo ad Imola.

Tra Portimao e Barcellona la Red Bull ha però capito di non poter più contare su quel vantaggio, un gap che la Mercedes ha azzerato prendendo anche un piccolo (ma importantissimo) slancio.

Questo non taglia fuori dalla Verstappen dalla lotta per la vittoria nel Gran Premio di Spagna, ma l’olandese non può più contare sulla possibilità di poter fare la differenza sul passo gara.

Le speranze di successo di Verstappen sono ora legate ad un’ottima partenza e ad una gara non semplice sul fronte della gestione degli pneumatici. Sulla carta è la Mercedes ad avere il pronostico dalla sua, e ancora una volta l’esito delle qualifiche ha confermato che il team campione del Mondo potrà contare su Valtteri Bottas molto più di quanto la Red Bull possa fare (per ora) su Sergio Perez.

Il messicano, solo ottavo, ha rimediato un secondo netto da Verstappen, due decimi in più rispetto al gap che separarono in qualifica lo scorso anno lo stesso Max e Alexander Albon, anche se ha avuto l'attenuante del problema alla spalla.

Se Barcellona, come da tradizione, fotografa i valori in campo come nessun’altra pista, allora le notizie arrivate oggi, e che potrebbero essere confermate domani, sono ottime per la Mercedes e molto meno belle per la Red Bull.

Secondo Toto Wolff la differenza oggi a Montmelò l’ha fatta Lewis Hamilton, analisi non certo priva di fondamenta ma un po' ingenerosa nei confronti del grande lavoro fatto dai tecnici di Brackley. Ci ha pensato lo stesso Hamilton a rendere omaggio alla rincorsa tecnica completata in poco più di un mese, ora si gioca a carte pari (secondo la Mercedes) ma con la consapevolezza di avere un asso nella manica.

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