Mercedes: ecco perché la partita mondiale si gioca sul motore
La squadra campione ha sbagliato i tempi per fermare troppo presto lo sviluppo della W12 e per dedicare a tempo pieno staff tecnico e risorse alla monoposto 2022, mentre in Rud Bull hanno continuato a progredire con la RB16B. Per contrastare l'ascesa di Verstappen, la Stella ha dovuto cominciare a spremere la power unit, mettendo a rischio la proverbiale affidabilità in una sfida che non è solo fra i due campioni, ma anche tecnica.
Dettaglio del motore Mercedes W12
Giorgio Piola
Nel giorno dello storico trionfo di Lewis Hamilton a Sochi, la Mercedes ha scoperto quanto sia labile la sua supremazia in questo mondiale di F1 per niente scontato, né prevedibile. Bastava guardare le facce sotto al podio degli uomini della Stella per vedere che non c’era la voglia di fare festa per un successo che rimarrà scolpito negli annali.
E lo stesso epta campione, dopo l’improvviso diluvio che ha scompaginato un copione che sembrava deciso, è rimasto più sorpreso dal vedere sbucare da una nuvola di acqua la Red Bull di Max Verstappen alle sue spalle, che dal volatilizzarsi della McLaren di Lando Norris davanti a lui.
Lewis Hamilton subito dopo la 100esima vittoria nel GP di Russia
Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images
Il finale thrilling deciso dalla pioggia ha punito la presunzione e l’inesperienza del ragazzino inglese rimasto con le gomme slick oltre ogni logica e ha aperto al successo del più esperto connazionale asceso all’Olimpo della F1. Eppure quell’immagine dell’olandese ghignante nello specchietto retrovisore gli ha certamente rovinato la festa.
Non conta aver raggiunto quota 100, se alla fine di due gare (Monza e Sochi) favorevoli alle frecce nere il divario è solo di due lunghezze, perché lo strappo, almeno nelle previsioni, doveva essere molto più consistente.
I numeri, invero, giocano a favore della Stella: i due punticini che separano Lewis da Max Verstappen nel mondiale Piloti, diventano trentatré quando il confronto si allarga alla classifica Costruttori. A Brackley dovrebbero guardare alle restanti sette gare con ottimismo, ma la sensazione è che quanto è stato fatto non sia abbastanza.
Il segugio olandese non viene scalfito dalla guerra psicologica di cui Hamilton è maestro: Max è imperturbabile: guarda dritto davanti a sé e va per la sua strada consapevole delle sue capacità. Non si lascia intimorire dal sette volte campione del mondo e dalle sue dichiarazioni.
Lewis è preda delle sue parole: sbatte al sabato in qualifica rientrando ai box come un novellino. Per sostituire il muso accartocciato si perde quel tempo che preclude a lui, ma anche a Valtteri Bottas, la possibilità di effettuare due giri di lancio con le gomme slick per portare gli pneumatici in temperatura e tentare l’attacco alla pole position.
Il weekend che doveva essere in discesa si trasforma in una salita: l’inglese quarto e Valtteri addirittura settimo, su una pista dove è sempre andato come il vento. E le analisi post-qualifiche hanno indicato qualcosa di anomalo sul motore del finlandese, quello appena cambiato a Monza.
Si decide di omologare l’unità 5 per Bottas che scivola nelle retrovie davanti agli altri piloti che hanno giocato la fiches della penalità con l’introduzione del motore 4: Nicholas Latifi, Charles Leclerc e Max Verstappen. Subito viene definita una sostituzione tattica che di strategico non ha proprio niente, forse per coprire un timore sull’affidabilità delle power unit.
Ma cosa sta succedendo alla Mercedes? Sembra che per un peccato di presunzione abbiano sbagliato le tempistiche, orientando lo staff tecnico sulla monoposto 2022 a effetto suolo troppo presto, nella convinzione, sbagliata, che la anche questa stagione sarebbe stata una passeggiata per le frecce nere, come le altre nell’era ibrida.
Mercedes W12, dettaglio del fondo che tanto ha fatto discutere a inizio stagione
Photo by: Giorgio Piola
James Allison alla presentazione Mercedes aveva nascosto il fondo con le conchiglie nella convinzione che fosse l’elemento vincente della W12 dopo il taglio dell’aerodinamica deciso dalla FIA. A Brackley si erano sbagliati e la stagione 2021 è iniziata con una vettura poco bilanciata e difficile da guidare. E solo la classe cristallina di Hamilton aveva impedito a Verstappen di prendere il controllo del mondiale con la Red Bull RB16B.
Ma è parso evidente a tutti che la monoposto di Adrian Newey aveva interpretato meglio il cambio delle norme e poteva sfruttare una power unit Honda finalmente all’altezza. A Silverstone, ultima vittoria di Hamilton prima di Sochi, sulla W12 ha debuttato l’ultimo pacchetto aerodinamico aggiornata (con un fondo meno rivoluzionario, ma più efficiente) e sul motore sono state introdotte delle novità nella gestione dell’ibrido, tant’è che si è nuovamente registrata una supremazia del motore M12.
Mercedes W12: ecco il nuovo fondo che ha debuttato a Silverstone
Photo by: Giorgio Piola
Siccome la Red Bull ha continuato a sfornare piccoli e grandi modifiche sulla RB16B, la Mercedes si è trovata senza armi adeguate da contrapporre a causa della scellerata idea di fermare lo sviluppo della W12 troppo presto. L’unica risorsa con quale poteva mantenere aperto il mondiale era il motore.
Mercedes W12, dettaglio del motore
Photo by: Giorgio Piola
Nei piani di Brixworth non era previsto che si dovesse tirare il collo alla power unit come mai era stato fatto in passato, ma questa strategia sta mettendo in difficoltà lo staff di Hywel Thomas alle prese con problemini di affidabilità non previsti, perché le unità erano state deliberate per non toccare certi picchi di overboost che poi sono si sono resi necessari per arginare la supremazia di Milton Keynes in fatto di telaio e aerodinamica.
La stessa Red Bull ha capito che le doti della RB16B non bastano e nella serrata battaglia iridata sarà indispensabile sfruttare appieno i motori Honda. In Russia sono arrivati degli ingegneri giapponesi in fretta e furia, che non si erano mai visti nel paddock, per tenere d’occhio alcuni parametri della power unit RA621H.
Red Bull Racing RB16B, dettaglio del motore
Photo by: Giorgio Piola
Poi ogni allarme sembra rientrato, ma il magico duello umano fra Lewis e Max si estende anche all’affidabilità dei rispettivi motori. Un cedimento potrebbe all’improvviso far pendere il battacchio della stagione da una parte o dall’altra, per cui niente può essere lasciato al caso anche nello smarcamento delle unità utili a concludere la stagione.
Ogni previsione è impossibile e ogni dettaglio che sembra marginale può diventare determinante. Ne vedremo ancora delle belle. In pista e fuori…
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