Mercedes: domina in pista, ma perde nelle trattative 2021
La Casa della Stella minaccia di lasciare la F1 se non gli verrà riconosciuto il ruolo del marchio che ha battuto tutti i record vincendo sei mondiali di fila. Il presidente Daimler, Ola Kallenius, non accetta che nella battaglia per i proventi il ruolo riconosciuto alla Ferrari sia sproporzionato rispetto a quello della Mercedes.
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
La Mercedes non sta scherzando. Ola Kallenius, presidente di Daimler, non vuole cedere nel braccio di ferro con Chase Carey nella discussione sui premi che la Stella è disposta a trattare per restare in F1 dal 2021.
La firma del nuovo Patto della Concordia è davvero meno scontata di quanto si possa pensare. Le parole di Toto Wolff pronunciate a Interlagos in occasione del GP del Brasile non erano di circostanza nel rappresentare un effettivo dubbio sul da farsi.
Perché a detta dello svedese i sei titoli di fila della Mercedes evidentemente non contano abbastanza per Liberty Media: la storica sequenza di successi della squadra guidata proprio da Toto Wolff ha superato quella mitica dell’era Schumacher guidata da Jean Todt.
Eppure la Ferrari, mentre le W10 continuavano a dettare legge, si è portata a casa il “bottino”: il 38% dei proventi della F1 sono un riconoscimento che va ben oltre il valore storico dell’unico team protagonista attivo da quando esiste il mondiale.
Il management del Cavallino è riuscito con scaltrezza a ottenere un grande riconoscimento del suo ruolo, proprio mentre nel paddock la vulgata parlava di ridistribuzione dei soldi. Con le tasche piene di dollari per cinque anni, e il diritto di veto nella pochette, la Ferrari ha concesso un’apertura importante alla FIA e al promotore sulle regole tecniche 2021.
Mercedes e Red Bull ci sono rimaste di stucco: contavano proprio sul diritto di veto del Cavallino per far saltare l’argine delle norme 2021 definite troppo restrittive ed eccessivamente prescrittive, tanto da spingere ad avere monoposto molto simili.
Per Mattia Binotto, invece, le regole approvate dal Consiglio Mondiale FIA sono diventate una buona base di partenza per discutere quella che sarà la stesura definitiva delle norme 2021.
Insomma a Kallenius l’idea di fare da comprimario alla Ferrari non piace per niente: la Mercedes, per essendo egemonica in pista, sarebbe stata surclassata sia in termini economici che in materia di indirizzi tecnici per il quinquennio che scatterà dal 2021 ed è pronto a scompaginare i piani di Toto Wolff che, invece, sta lavorando sodo per vincere il settimo mondiale e garantirsi la permanenza di Lewis Hamilton oltre la scadenza del contratto con la Stella del 2020.
La minaccia non è solo di ritirare le frecce d’argento, ma è anche di lasciare senza motori i tre team clienti (McLaren, Racing Point e Williams) che già detengono un contratto firmato. Non è nello stile Mercedes il mancato rispetto dei patti, ma è evidente che il presidente svedese usa le armi più potenti che ha a disposizione.
Come andrà a finire? Si troverà un accordo, ma Case Carey dovrà concedere qualcosa alla Stella se vorrà che continui a brillare nel firmamento della F1. E il tempo stringe…
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