F1 | Mercedes delusa: l'alto degrado causato dal set-up sbagliato
Nella classifica costruttori Mercedes è la prima degli altri, ma a Interlagos la pista ha mostrato un'altra realtà. Alla fine della sprint nel team di Brackley c’erano volti tirati, perché gli ingegneri sono consapevoli che le loro scelte d'assetto, rivolte soprattutto alla gara, non hanno dato i risultati sperati in termini di passo a causa di un degrado gomma marcato. La W15 è sbilanciata, troppo puntata sull'anteriore, ma c'è anche il sospetto che la Stella abbia deciso di non correre rischi sul fronte altezze dopo quanto successo due settimane fa ad Austin.
In classifica Mercedes e Ferrari sono le prime degli altri, in pista no. Le energie tecniche e finanziarie sono ormai da tempo focalizzate sui rispettivi progetti 2024, e l’attività in pista è portata avanti al motto di c’è quel che c’è. I numeri dicono che nella sprint race di ieri la Mercedes ha conquistato due punti in più della Scuderia (+24 ora il margine tra i due team) ma a fine gara nel team di Brackley c’erano volti tirati come non si vedeva da tempo.
La scelta di assetto fatta ieri dagli ingegneri dopo la FP1 era mirata ad ottenere un vantaggio sul ritmo gara, ovvero carico aerodinamico più accentuato per salvaguardare la gestione degli pneumatici, a costo di pagare qualcosa in termini di velocità massima. I 24 giri della gara sprint hanno visto Russell e Hamilton faticare molto sui rettilinei, ma senza la contropartita in termini di ritmo. Anzi, le due Mercedes sono state le monoposto che più di tutte hanno accusato un forte degrado delle performance a causa del degrado delle gomme.
La prima valutazione a caldo degli ingegneri ha puntato sul ritmo troppo spinto tenuto nei primi giri, ma il problema non sembra essere limitato a questo aspetto. “Non avevamo il passo per poter restare in zona podio – ha spiegato il responsabile degli ingegneri Andrew Shovlin – ovviamente la prima fase di gara non ha aiutato, ma sappiamo di avere problemi con il setup”. La vettura è risultata sbilanciata, con l’avantreno più puntato rispetto al posteriore. “I piloti hanno dovuto guidare sul filo del rasoio – ha commentato Wolff – il retrotreno non era sufficientemente forte e diventa dura. Non abbiamo dato a George e Lewis una monoposto per potersi difendere, scivolavano molto e questo ha finito col distruggere le gomme”.
Photo by: Andy Hone / Motorsport Images
Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14, Charles Leclerc, Ferrari SF-23, Yuki Tsunoda, AlphaTauri AT04
C’è però anche un altro sospetto in merito all’origine dei problemi delle due W14. Il weekend sprint di Interlagos avrebbe convinto gli ingegneri a non correre rischi sul fronte altezze, lo scenario non è poi tanto diverso da quello di Austin, e la doppia gara su una pista che non ha un fondo regolare e presenta cordoli non proprio bassi, rappresenta una minaccia. Rinunciare a uno o due millimetri di altezza ha un impatto importante sul comportamento della monoposto e di conseguenza sulla gestione degli pneumatici, e soprattutto non è un parametro su cui la squadra può intervenire dopo il parco chiuso.
“Ci sono solo pochi strumenti su cui poter contare per migliorare la situazione – ha ammesso Shovlin – siamo coscienti che fare un grande passo in avanti della gara non sarà possibile. Cercheremo di ottimizzare quello che abbiamo, ma soprattutto speriamo che la temperatura in gara sia più bassa rispetto a quella registrata durante la gara sprint. Se sarà così le gomme lavoreranno in una finestra diversa, e questo potrebbe venirci incontro”. L’unica chance in cui può sperare la Mercedes sono le nuvole, il meteo prevede effettivamente un calo delle temperature ma a Interlagos lanciarsi in previsioni sul fronte meteo è molto rischioso.
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