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F1 | Mercedes: vincere conta più che superare la Ferrari

Il rendimento della W13 è cresciuto tantissimo nelle ultime gare e sia in Francia che in Ungheria è arrivato un doppio podio, permettendo anche di ridurre a 30 punti il distacco dalla Ferrari nella classifica costruttori. A Brackley però pensano di più a vincere almeno una delle prossime nove gare che a soffiare il secondo posto al Cavallino.

George Russell, Mercedes W13

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

L’obiettivo è chiaro. Nelle ultime dieci gare del mondiale 2022 la Mercedes punta a tornare sul gradino più alto del podio, un traguardo che è ritenuto prioritario anche rispetto ad una eventuale seconda posizione nella classifica Costruttori.

Pronostici? Impossibile, perché se c’è un verdetto chiaro emerso nella prima parte di stagione, è che la W13 è una monoposto imprevedibile, sia in positivo che in negativo. Dai primi riscontri poco tranquillizzanti emersi subito nella tappa d’apertura in Bahrain, al doppio podio ottenuto in Francia e Ungheria, sono trascorsi più di quattro mesi nei quali lo staff tecnico della Mercedes è stato costantemente sotto pressione.

La monoposto ha subito correzioni ed ha goduto di sviluppi, ma il lavoro più assillante è stato quello alla ricerca di un setup in grado di portare in pista ciò che i tecnici continuano a vedere nel simulatore di Brackley.

Al netto di un tasso di imprevedibilità che resta parte del ‘DNA’ di questo progetto, la monoposto è cresciuta, e lo dimostrano i risultati ottenuti a partire dal Gran Premio di Azerbaijan. In sei gare sono arrivati otto piazzamenti sul podio, una pole position ed un bottino di punti da seconda forza. Al momento nella classifica Costruttori la Mercedes si trova a 30 punti dalla Ferrari, dopo Monaco erano 65.

George Russell, Mercedes W13, Carlos Sainz, Ferrari F1-75

George Russell, Mercedes W13, Carlos Sainz, Ferrari F1-75

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

In questa tendenza positiva è emerso in modo prepotente Lewis Hamilton, che troppo frettolosamente nella primissima parte di stagione era stato dichiarato ‘bollito’ basandosi sui riscontri emersi nel confronto con il compagno di squadra George Russell. In effetti Hamilton in qualche weekend (Jeddah ed Imola su tutti) era sembrato disperso, lontanissimo dal rendimento di Russell, ma c’è un motivo.

Quando è stato chiaro che i problemi della W13 erano decisamente più gravi del previsto, Hamilton a volte ha azzardato setup estremi, incapace di rassegnarsi allo stato delle cose, ovvero che già essere in Q3 poteva essere considerato un successo. E Lewis a volte ha pagato questo approccio, peggiorando ulteriormente la performance tecnica come confermato dal confronto con Russell.

Con il progredire della competitività della vettura Hamilton è tornato ad un lavoro più ‘ordinario’, ed è subito tornato ad essere il solito Lewis, ovvero un pilota capace di convertire il potenziale della vettura in punti e risultati. La gara dell’Hungaroring è stata molto chiara in tal senso, e se non fosse stato per il problema al sistema ‘DRS’ che lo ha bloccato in Q3, costringendolo a prendere il via dalla quarta fila dello schieramento, forse Hamilton sarebbe stato in grado di mettere una maggiore pressione su Verstappen nelle fasi finali della corsa.

“Crediamo di avere la coppia di piloti più forte del paddock”, ha commentato Toto Wolff, ed in effetti in questa prima parte di stagione la squadra ha ben poco da rimproverare al suo tandem. Russell ha confermato quanto la Mercedes si aspettava da lui, e non era poco.

L’aspetto che più ha impressionato del ventiquattrenne britannico è stata la costanza, un rendimento altissimo quanto immune da errori, confermato al variare di piste e condizioni, non comune per un pilota che sta disputando la sua prima stagione in un top-team. La ‘gavetta’ in Williams ha fatto molto bene a Russell, ed oggi raccoglie i frutti di un’esperienza maturata in tranquillità lontano dai riflettori delle squadre di vertice.

Lewis Hamilton, Mercedes-AMG, 2° posizione, George Russell, Mercedes-AMG, 3° posizione,

Lewis Hamilton, Mercedes-AMG, 2° posizione, George Russell, Mercedes-AMG, 3° posizione,

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Un altro fattore positivo per George è la possibilità di poter lavorare al fianco di Hamilton, un riferimento assoluto che indica in modo chiaro quanto buono sia il suo rendimento. I dodici punti di vantaggio che Russell vanta su Lewis nella classifica di campionato non sono solo dovuti a circostanze che hanno penalizzato il sette volte campione del mondo (SC e VSC che lo hanno retrocesso in due occasioni) ma anche di una costanza di rendimento che gli ha attribuito il nome di ‘Mr. Consistency’ all’interno del box.  

“È stato molto incoraggiante vedere George in testa alla gara in Ungheria – ha commentato Wolff – e non sono sorpreso dal suo rendimento. In merito a Lewis, senza il problema che ha bloccato in qualifica credo che sarebbe stato in lotta con Max. Sono fiducioso in vista della seconda parte di stagione, ma personalmente credo che essere secondi o terzi nel Mondiale Costruttori non è sia importante come tornare a correre per la vittoria in gara. E ancora più importante è raccogliere ciò che ci serve in vista del prossimo anno”.

Anche per Hamilton l’appuntamento con la vittoria nelle prossime nove gare in calendario non è un aspetto secondario, avendo sempre vinto almeno una corsa da quando nel 2007 ha esordito in Formula 1.

“Vincere? Lo spero, ci stiamo lavorando – ha raccontato Lewis – penso che in Ungheria ci sia stato il potenziale per provarci, e forse se anche io fossi stato in prima fila come George avremmo potuto lavorare un po' meglio come squadra sul fronte delle strategie. Se saremo capaci di confermare la performance di Budapest anche dopo la pausa estiva, sicuramente potremo provarci. A Budapest per la prima volta siamo stati in grado di lottare con le Ferrari, e questo è un risultato enorme per noi, quindi prendiamo questa spinta positiva per la seconda parte di stagione e vedremo”.

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