F1 | Mekies: "In Brasile vedremo se abbiamo fatto bene i compiti"
Il direttore sportivo della Scuderia analizza le caratteristiche della pista di Interlagos, mettendo in evidenza le difficoltà di trovare un buon setup. A Interlagos si effettuerà la terza gara Sprit: "Si va in qualifica dopo appena un'ora di prove libere. Ciò mette in evidenza le capacità del team nel preparare il weekend a casa”.
La Ferrari torna in pista a Interlagos per il penultimo appuntamento della stagione 2022: dopo il deludente GP del Messico la Scuderia cerca un rilancio sul tracciato di San Paolo che si trova fra due laghi artificiali. Charles Leclerc e Carlos Sainz vorranno far dimenticare ai tifosi del Cavallino l'ultimo appuntamento nell'altura dell'altopiano atzeco.
Laurent Mekies, direttore sportivo Ferrari, spiega quali sono le insidie del GP del Brasile che propone la terza e ultima Sprint Race al sabato pomeriggio, che anticipa le qualifiche al venerdì.
Quali sono le caratteristiche di Interlagos? Cosa occorre per andare forte su questa pista?
“Interlagos è uno dei circuiti classici del calendario. È una pista con tanto carattere, che propone un mix superbo di curve da media velocità, con lunghi rettilinei e diversi saliscendi. Per questo è così impegnativo a livello di assetto e di scelta del carico aerodinamico. È anche una pista sulla quale spesso si deve fare i conti con la pioggia battente il che rende le gare qui ancora più imprevedibili”.
Charles Leclerc, Ferrari F1-75
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Questo weekend per la terza e ultima volta abbiamo il format Sprint: quali sono le abilità che questo tipo di sistema mette in luce, sia per i team che per i piloti?
“Con il formato Sprint si va in qualifica dopo appena un’ora di prove libere, e questa è la principale insidia: da quando entri in Q1, infatti, non puoi più toccare il set-up. Questo dunque mette in particolare evidenza le capacità del team nel preparare il weekend a casa”.
“Mi riferisco alle simulazioni che facciamo approcciando la corsa e anche al lavoro che i nostri piloti svolgono fisicamente al simulatore. Per i piloti è particolarmente impegnativo, perché impone loro di spingere al limite dopo pochissimi giri di assaggio della pista. Per la squadra un weekend con la Sprint è un po’ come un GP di 400 km interrotto da una bandiera rossa dopo un quarto di gara, 100 km, appunto la lunghezza della Sprint”.
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