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Formula 1 GP del Qatar

F1 | McLaren: una vittoria costruita ribaltando i punti di forza

Nella Sprint del Qatar è arrivato il primo successo in carriera per Osar Piastri e il primo trionfo stagionale per la McLaren, capaci di costruire una vittoria che ha un sapore speciale dato il percorso completato dal team nel corso del campionato. Una giornata in cui la squadra britannica ha saputo porre delle basi vincenti a partire dalla Sprint Shootout, dove ha ribaltato i punti di forza della vettura nel giro rispetto al venerdì, centrando una pole che si è poi rivelata fondamentale. L'australiano ha poi saputo gestire in maniera egregia la corsa, guidando con grande freddezza fino alla bandiera a scacchi.

Oscar Piastri, McLaren MCL60, primo classificato, prende la bandiera a scacchi in volata mentre il suo team applaude dal muretto dei box

Primo podio nella sprint di Spa-Francorchamps, prima pole nella sprint shootout del Qatar e primo successo sempre nella sprint sotto i riflettori di Lusail. Nell’arco degli ultimi due mesi e mezzo, Piastri ha assaporato le prime gioie della Formula 1 con una McLaren che è passata dal lottare dal fondo dello schieramento fino alle posizioni di vertice grazie a un solido programma di aggiornamenti e ai miglioramenti a livello di organizzazione interna.

Per battere la Red Bull serviva una giornata perfetta e la squadra di Woking non ha deluso, in particolar modo con l’australiano, capace di conquistare in sequenza pole e vittoria grazie a una qualifica shootout in cui i piloti del team britannico sono stati in grado ribaltare i punti di forza durante la percorrenza del giro rispetto al venerdì. Ciò ha permesso di fare la differenza proprio in quei tratti dove, al contrario, l’olandese ha mostrato qualche difficoltà in più patendo un bilanciamento influenzato negativamente dall’aumento delle temperature e dal vento.

Costruite delle ottime basi sul giro secco, in gara Piastri ha poi concretizzato perfettamente il potenziale della vettura, mantenendo la calma anche nel momento in cui è stato sopravanzato da George Russell, il quale poteva però contare su una mescola più soffice che ha poi mostrato i propri limiti sulla lunga distanza. Senza ombra di dubbio, il fatto che Norris e Verstappen siano stati costretti alla rimonta dopo una partenza a rilento ha facilitato il compito dell’australiano, il quale ha però saputo gestire la corsa egregiamente regalando alla McLaren il primo successo della stagione.

Lando Norris, McLaren, 3° posizione, rea Stella, Team Principal, McLaren, Oscar Piastri, McLaren, 1° posizione, festeggiano dopo aver vinto la gara Sprint

Lando Norris, McLaren, 3° posizione, rea Stella, Team Principal, McLaren, Oscar Piastri, McLaren, 1° posizione, festeggiano dopo aver vinto la gara Sprint

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

La pole ottenuta ribaltando i punti di forza del venerdì

In casa McLaren, la giornata del venerdì si è conclusa con un retrogusto particolarmente amaro, perché la competitività mostrata in pista dalla MCL60 non ha poi portato ai risultati sperati, data la cancellazione dei tempi per track limit sia con Norris che con Piastri. Così la squadra di Woking è passata da una prima e una seconda fila al sesto e al decimo posto sulla griglia della domenica.

Tuttavia, al netto del crono cancellato era evidente che la monoposto britannica avesse mostrato delle ottime prestazioni, abbastanza da mettersi alle spalle entrambe le Ferrari e quantomeno una Mercedes. L’obiettivo per la Sprint Shootout era quindi concretizzare quel potenziale, ritornando in quelle posizioni pronosticate dopo le libere, ma senza scartare l’idea di provare a infastidire Max Verstappen.

Rispetto alle prove ufficiali del venerdì, il primo elemento di differenza risiedeva nelle temperature, più alte di ben 7°C per quanto riguarda l’asfalto, con l’aggiunta del vento che ha contribuito a destabilizzare ancor di più le vetture. Un delta importante che spesso può contribuire a modificare il bilanciamento delle vetture, specie su una pista come quella del Qatar, che presenta lunghi curvoni in cui il comportamento della monoposto può variare a seconda della fase della curva. In Red Bull, ad esempio, i piloti hanno riscontrato qualche difficoltà in più nell’utilizzo della soft, soprattutto Sergio Perez, mentre si sono trovati maggiormente a proprio agio con la media.

Il confronto tra Lando Norris e Max Verstappen nella SQ3 del sabato

Il confronto tra Lando Norris e Max Verstappen nella SQ3 del sabato

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Osservando le telemetrie, è interessante notare come al sabato la McLaren abbia costruito la pole ribaltando i punti di forza del venerdì: se nelle qualifiche “tradizionali” Verstappen era in grado di fare la differenza nel primo e nel terzo intertempo, i riferimenti si sono completamente invertiti nella Sprint Shootout, con l’olandese in grado di avvicinarsi nel settore centrale ma più distante dalle McLaren nel resto del giro.

Un discorso che si può apprezzare mettendo a confronto le telemetrie della Q3 (con Norris, il pilota più rapido per la McLaren in quel frangente) con quella della SQ3, in cui Piastri ha centrato la pole. Le differenze principali le si possono riscontrare soprattutto nelle curve in appoggio, come la 4, la 5 e quelle del terzo settore. Ad esempio, in curva 5 i piloti della McLaren sono stati in grado di migliorare sensibilmente le proprie velocità di percorrenza, mentre quella di Verstappen è peggiorata di ben 8 km/h: ciò ha permesso di ribaltare gli scenari, passando da una situazione di svantaggio a una in cui poter costruire un piccolo tesoretto con cui lottare per il vertice.

Al contrario, i due alfieri della McLaren qualche difficoltà in più l’hanno invece riscontrata nel settore centrale, soprattutto in curva 10, permettendo al rivale della Red Bull di avvicinarsi. Tuttavia, il tema più interessante riguarda il terzo e ultimo intertempo, quello che è stato modificato in seguito ai problemi osservati da Pirelli ai propri pneumatici in seguito alle analisi svolte post-FP1. Se al venerdì la sequenza veloce 12-13-14 era il punto di forza della Red Bull, che faceva della grande stabilità e di un’ottima precisione le sue armi migliori, al sabato si sono invertiti gli scenari, con un McLaren ora da riferimento.

Il confronto tra Lando Norris e Max Verstappen nella Q3 del venerdì

Il confronto tra Lando Norris e Max Verstappen nella Q3 del venerdì

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Se in curva 13 nelle qualifiche Verstappen era in grado di portare ben 6 km/h in più rispetto alle due MCL60, nella Sprint Shootout il tre volte campione del mondo ha invece accusato un gap di ben 10 km/h, che si è poi ripresentato anche in curva 14. Chiaramente, rispetto al venerdì tutti i piloti hanno registrato velocità di percorrenza più basse, in parte per le alte temperature, in parte per le modifiche alla pista che hanno rallentato il tratto: l’aspetto principale, però, risiede nel delta tra i due giorni. Ad esempio, in curva 14 Verstappen ha accusato un calo di ben 20 km/h, mentre gli alfieri della McLaren sono riusciti a contenerlo ben sotto i 10 km/h, ribaltando completamente la situazione e i punti di forza relativi alla RB19.

Elementi che si sono rivelati fondamentali per strappare la pole dalle mani di Verstappen e costruire le basi per il successo che sarebbe poi arrivato sotto i riflettori.

Una vittoria costruita con grande freddezza

Scattando dalla pole conquistata solo qualche ora prima, oltretutto dal lato pulito della griglia di partenza, le aspettative nei confronti di Piastri erano indubbiamente alte. Sullo sfondo non mancava lo scenario di poter giocare di squadra con Norris per mantenere alle spalle un Verstappen che, indubbiamente, avrebbe cercato di coronare il suo trionfo mondiale con l’ennesima vittoria stagionale.

McLaren aveva scelto di puntare sulla mescola che avrebbe offerto maggior flessibilità sui diciannove giri della sprint, pur sapendo che probabilmente nei primi passaggi avrebbe potuto rimanere esposta agli attacchi di quei piloti che avrebbero tentato l’azzardo della soft. La scelta del compound a banda gialla era infatti rivolta soprattutto alla lunga distanza, con i team consapevoli della possibilità di doversi scontrare con il graining, fenomeno già evidenziato durante la prima sessione di libere del venerdì. Da questo punto di vista, generalmente la media tende a rispondere meglio agli scenari in cui si può presentare quel fenomeno, dimostrandosi l’opzione migliore non tanto nei primi giri, quando il grip offerto della soft è ancora superiore, bensì sulla lunga distanza.

Oscar Piastri, McLaren MCL60, Carlos Sainz, Ferrari SF-23, George Russell, Mercedes F1 W14, Lando Norris, McLaren MCL60, Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, il resto dello schieramento nel giro iniziale della gara Sprint

Oscar Piastri, McLaren MCL60, Carlos Sainz, Ferrari SF-23, George Russell, Mercedes F1 W14, Lando Norris, McLaren MCL60, Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, il resto dello schieramento nel giro iniziale della gara Sprint

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Una situazione che si è riproposta durante la sprint. Grazie a un ottimo scatto allo spegnimento dei semafori, l’australiano era riuscito a mantenersi al comando della corsa, dovendo però immediatamente accantonare il desiderio di tentare una fuga a causa dell’intervento della Safety Car. Anche in questo caso, la neutralizzazione non ha giocato a favore di quei piloti che avevano scelto di puntare sul compound a banda gialla, in quanto la fase di warm-up richiede maggior tempo rispetto alla soft, in particolare nelle prime tornate di gara, fase in cui la parte intera degli pneumatici deve ancora riscaldarsi a dovere.

George Russell, che si trovava alle spalle del portacolori della McLaren, non ha tardato ad approfittare della situazione, trovando il sorpasso nelle fasi immediatamente successive alla ripartenza prima della Safety Car con una staccata profonda in curva 6, pochi instanti prima che la direzione gara neutralizzasse nuovamente la corsa in seguito al testacoda di Logan Sargeant. Pur avendo subito l’attacco da parte del pilota della Stella, in casa McLaren non erano eccessivamente preoccupati, da una parte perché si aspettavano un calo della soft nel corso della gara, dall’altra perché i principali rivali che disponevano della media, nella fattispecie Norris e Verstappen, erano ancora in quinta e sesta posizione, dovendosela vedere prima con le due Ferrari.

Così come era già avvenuto in precedenza, alla ripartenza dopo il secondo periodo alle spalle della vettura di sicurezza, la soft ha nuovamente garantito prestazioni migliori nelle fasi iniziali, dando a Russell l’opportunità di allungare e imporre un vantaggio superiore al secondo, utile per spingere gli avversari fuori dalla zona DRS. Tuttavia, nello spazio di pochi passaggi si sono iniziati a manifestare i segnali del graining, i quali si sono evidenziati in primis e soprattutto sulle coperture con il compound più tenero.

Oscar Piastri, McLaren MCL60, George Russell, Mercedes F1 W14

Oscar Piastri, McLaren MCL60, George Russell, Mercedes F1 W14

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Infatti, seppur in maniera molto più contenuta, questo fenomeno si è presentato anche sugli pneumatici medi, come nel caso di Verstappen, il quale ha dovuto forzare la gomma durante la rimonta anche per non lasciar scappare lo stesso Piastri. Infatti, dopo aver effettuato il sorpasso su Russell nel corso dell’undicesimo giro, l'alfiere del team di Woking era riuscito a mettere tra sé e il rivale della Red Bull con gap di circa due secondi.

L’incidente tra Nico Hulkenberg, Esteban Ocon e Sergio Perez ha poi nuovamente cambiato le carte in tavola. I quattro giri passati alle spalle della vettura di sicurezza hanno rallentato la rimonta dell’olandese, avvicinando di fatto l’australiano sempre di più al grande obiettivo. Inoltre, il fatto che Russell sia stato in grado di resistere per un’intera tornata agli attacchi del pilota della Red Bull prima di cedere il passo ha dato la chance a Piastri di accumulare immediatamente un prezioso tesoretto di oltre due secondi e mezzo, da gestire fino alla fatidica bandiera a scacchi.

In un momento l’aspetto primario era quello di non commettere errori, il giovane talento della McLaren ha gestito la situazione con grande freddezza e lucidità, centrando così il suo primo successo in carriera nel corso di un fine settimana che ricorderà a lungo.

 

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