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Analisi

McLaren stretta un azzardo dopo l'esperienza size zero?

Con l'adozione della power unit Mercedes la MCL35 ha potuto beneficiare di un impianto di raffreddamento più efficiente che ha permesso di ridurre le masse radianti e, quindi, le pance. A Woking, però, la storia recente insegna che hanno spesso esagerato con soluzioni estreme che hanno causato problemi di affidabilità. E non è detto che un trapianto di motore su una monoposto esistente risulti facile al primo colpo.

McLaren MCL35M

McLaren MCL35M

McLaren

I maligni commentano: non c’è due senza tre. Il detto popolare viene tirato in ballo per mettere in risalto per quanto la McLaren abbia stretto le pance della MCL35M che è stata presentata lunedì sera nella sede di Woking.

La McLaren nella sua storia recente vanta due precedenti non proprio edificanti in materia di impianto di raffreddamento, per cui chi ha visto le fiancate molto sinuose della monoposto che ha adottato la power unit Mercedes criticamente si domanda se non abbiano esagerato di nuovo.

Nel 2015 quando la Honda fece il ritorno nel Circus dovette fare i conti con la MP4-30, la F1 che era stata definita “Size zero” per gli ingombri minimi del retrotreno che contribuivano a far esplodere il motore giapponese poco dopo che veniva messo in moto per l’impossibilità di smaltire il calore della power unit, sommando seri guai alla mancanza di affidabilità di un propulsore carente di potenza e di durata.

Le cose però non erano andate molto meglio nel 2018 quando la squadra di Woking aveva abbandonato non senza feroci polemiche la Casa giapponese per passare alla power unit Renault: ma anche la MP33 al debutto nei test invernali di Barcellona avevano palesato dei seri problemi perché si cuocevano letteralmente gli scarichi dentro una carrozzeria troppo stretta.

Ora la MCL35M sembra nascere su basi diverse dopo uno scambio di informazioni profondo con Hywel Thomas e i motoristi della Mercedes che operano a Brixworth, la sede di HPP dove si progettano e costruiscono le power unit della Stella.

Nel debutto della monoposto di Woking in pista nel filming day di Silverstone non sarebbero emersi seri problemi, ma faceva molto freddo e la pista era bagnata da una fastidiosa pioggia che ha reso più complicate anche le riprese video commerciali.

Un responso vero arriverà solo dai test collettivi che inizieranno il 12 marzo a Sakhir due settimane prima del GP del Bahrain. È in quella occasione che Daniel Ricciardo e Lando Norris potranno scoprire se le pance quasi prive di forma a Coca Cola saranno adeguate a raffreddare la power unit M12.

A sentire le dichiarazioni del direttore tecnico, James Key, non dovrebbe esserci alcun problema perché c’è stata un’ottima integrazione fra i telaisti di Woking e i motoristi Mercedes diretti da Hywel Thomas. Anzi, viene da pensare che la MCL35 abbia aperto una via di sviluppo nelle forme delle fiancate e non ci sorprenderemmo se la W12 possa avere delle sinuosità simili a quelle della monoposto “papaya”.

“Abbiamo dovuto realizzare un nuovo telaio – ha spiegato James Key – perché la disposizione degli accessori della power unit Mercedes è completamente diversa da quella Renault. Abbiamo potuto apprezzare lo studio maniacale del packaging con un’incredibile integrazione delle parti che ci ha fatto guadagnare alcuni punti di aerodinamica”.

“Certo avremmo voluto spingerci oltre, ma i vincoli regolamentari ci hanno imposto di utilizzare tutto quello che si poteva della monoposto 2020, per cui siamo soddisfatti del lavoro che è stato svolto”.

In Mercedes è scattato un problema di affidabilità, pare al sistema di lubrificazione, che a Brixworth contano di aver individuato e pensano di risolvere in tempo per i test invernali.

“Non ne sappiamo niente – ha proseguito Key – le prove al banco che abbiamo svolto noi non hanno mostrato alcun guaio, ma anzi siamo soddisfatti dei progressi che abbiamo visto. Dovreste chiedere alla Mercedes. Diciamo che noi avremo lo stesso sviluppo del team ufficiale e non potevano sperare di più…”.

In McLaren c’è molto ottimismo sul progetto MCL35, ma tutti hanno preferito mantenere i piedi per terra: quando la Formula 1 aveva proposto di effettuare i tre giorni di test solo una settimana prima del GP d’apertura in Bahrain, i responsabili di Woking hanno declinato l’invito, chiedendo che venisse rispettato il regolamento che impone un buco di due settimane fra i collaudi e la prima gara.

“La monoposto è tutta nuova – hanno spiegato al Technocentre – e può emergere qualsiasi piccolo problema di gioventù. In quel caso avremmo bisogno del tempo minimo necessario per trovare una soluzione che non impatti sul primo GP della stagione”.

E come dargli torto…

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