F1 | McLaren: Piastri rallentato da un danno al fondo
Oscar Piastri ha concluso il Gran Premio d'Ungheria con un bel quinto posto dopo essere rimasto a lungo in zona podio. Tuttavia, a influenzare negativamente la corsa dell'australiano è stato un danno al fondo, il quale ha avuto un impatto non sono sul piano delle performance, ma anche su quello del consumo gomme.
Vicino ma distante. Il podio continua a essere un sogno difficile da afferrare per Oscar Piastri che, così come a Silverstone, anche in Ungheria è rimasto a lungo in lotta per un trofeo, quantomeno prima di scontrarsi con la rimonta di Sergio Perez.
Dopo una buona partenza in cui era riuscito a guadagnare la seconda posizione ai danni di Lewis Hamilton, con quest’ultimo rallentato dal duello con Max Verstappen in curva uno, l’australiano è rimasto a lungo in seconda posizione propri alle spalle dell’olandese. Tuttavia, in occasione della prima sosta, McLaren ha richiamato per primo il compagno di squadra Lando Norris, in modo da proteggere il britannico da un possibile undercut da parte del sette volte campione del mondo della Mercedes.
A causa di questo pit stop anticipato, Piastri ha così perso la posizione su Norris, dovendo iniziare a guardarsi le spalle dalle rimonte dei rivali.
Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14, Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, Lando Norris, McLaren MCL60, Oscar Piastri, McLaren MCL60, Charles Leclerc, Ferrari SF-23, il resto dello schieramento al via
Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images
“Forse l'undercut era molto più grande di quanto ci aspettassimo. In fin dei conti, non ha cambiato la mia gara. È chiaro che non avevo il passo per stare con Lando o per sfidarlo, per cui, insomma, è una cosa che possiamo valutare. Per quanto mi riguarda, la cosa più importante da fare è analizzare la gestione degli pneumatici. Si possono fare le migliori partenze e i migliori stint del mondo, ma se non si riesce a resistere per i due [stint] successivi, allora non ha importanza”, ha raccontato il portacolori del team papaya al termine della corsa.
“È una delle prime gare in cui ho avuto una corsa con così tanti degrado, con diversi pitstop. Quindi ho molto da imparare. Ma sì, credo che questa sia stata la chiave della mia gara di oggi. Credo di essermi reso la vita facile nel primo stint, ma poi la situazione si è sbloccata. Quindi, c'è molto da rivedere. Ci sono molte cose da migliorare, ma avere le difficoltà che ho avuto e arrivare comunque tra i primi cinque è una bella posizione.”
In occasione del secondo pit stop, McLaren si è vista costretta a correre in difesa, richiamando l’australiano al momento giusto per evitare l’undercut o del britannico oppure quello di Sergio Perez, il quale si è fermato in contemporanea. Tuttavia, i meccanici della squadra di Milton Keynes si sono dimostrati particolarmente efficaci, completando la sosta in meno di due secondi (nuovo record della stagione), permettendo così al messicano di recuperare altri nove decimi sul rivale della McLaren.
Nonostante un passo inferiore, Piastri ha provato a difendersi, anche provando a resistere all’esterno di curva due dopo un piccolo contatto in curva uno. Tuttavia, per l’australiano c’è stato ben poco da fare, soprattutto considerando il crollo verticale accusato nell’ultimo stint, complice anche un danno al fondo che ha influito negativamente sulla gestione delle coperture.
Oscar Piastri, McLaren MCL60, Lando Norris, McLaren MCL60
Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Andrea Stella ha sottolineato come il pilota, in realtà, fosse stato informato di questo problema, ma Piastri non ha voluto cercare scuse, sottolineando come, ad ogni modo, debba migliorare sul management degli pneumatici: “Sono abbastanza sicuro che lo abbiamo informato. In tutta onestà, Oscar è un tipo che non cerca scuse. Quindi non mi sorprende che non ne abbia parlato. Riteniamo che il danno si sia verificato in realtà quando è andato largo su un cordolo, non necessariamente e solo [in quel momento] quando è uscito di pista mentre lottava con Perez”, ha spiegato Andrea Stella, con gli ingegneri che si sono accorti del danno grazie ai sensori di pressione montati nella parte inferiore del fondo.
“Quindi potrebbero esserci più momenti in cui si è verificato il danno alla vettura. Allo stesso tempo, sì, dobbiamo anche considerare come sono stati utilizzati gli pneumatici per quanto riguarda il degrado. Ad esempio, spingendo all’inizio dello stint questa cosa si paga. Ad esempio, se vedete come Hamilton si approccia allo stint, va molto, molto piano all'inizio, e poi penso che alla fine dello stint ci sia un premio per questo tipo di impostazione. È sempre difficile, dall'interno dell'abitacolo”.
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