F1 | McLaren: Norris credeva nel secondo posto, ma era fattibile?
Lando Norris ha chiuso il GP d'Australia sul terzo gradino del podio, ma non ha nascosto un po' di rammarico perché credeva che fosse possibile mantenere il secondo posto conquistato a inizio gara. Ma era davvero possibile? Analizziamo cosa raccontano i dati per capire come Ferrari è riuscita a rispondere alla McLaren, anche sul piano strategico.
Il GP d’Australia è andato in archivio con una bella doppietta Ferrari, seppur chiaramente agevolata dal ritiro di Max Verstappen a causa di un problema meccanico sulla sua monoposto. Un’alba Rossa seguita dal duo McLaren, con Lando Norris a concludere il podio davanti al compagno di casacca Oscar Piastri.
Tuttavia, a fine gara il britannico non ha nascosto una certa amarezza per il terzo posto finale perché, al netto del fatto che non avesse il passo per puntare alla vittoria, credeva di avere una chance concreta di strappare la piazza d’onore a Leclerc.
Norris ha infatti preso il via della corsa davanti al monegasco e gli è rimasto davanti anche nella prima parte del Gran Premio, ma le scelte strategiche dei due team, così come un divario di performance tra le due auto, hanno poi pesato sulle sue ambizioni. Riflettendo sulla giornata, l’inglese si aspettava di poter essere in lotta per il podio grazie al passo mostrato già al venerdì, dove in effetti sulla lunga distanza aveva registrato segnali positivi, ma rimane sempre il rammarico per non aver centrato il secondo posto.
Lando Norris, McLaren F1 Team
Foto di: Andrew Ferraro / Motorsport Images
"Se si esclude la Red Bull, direi che il podio non è stata una sorpresa. Credo che il nostro passo sia stato buono per tutto il fine settimana. Abbiamo messo bene insieme tutti i vari aspetti e abbiamo mostrato un buon ritmo già venerdì. Quindi non avrei detto che non avevamo possibilità di puntare al podio”, ha spiegato Norris dopo la corsa.
“Credo che il nostro passo gara non fosse buono come quello di Sainz, ma probabilmente era migliore di quello di Leclerc. Credo che abbiamo perso un po' l'opportunità di essere in seconda posizione, ma dirlo è un buon segnale, una spinta positiva per tutta la squadra".
Ma è davvero così? Per comprendere se il secondo posto fosse possibile, è interessante analizzare le indicazioni offerte dal Gran Premio d’Australia, a partire dallo stint di apertura. Quando si prende il via davanti a un avversario, per quanto in parte ciò fosse stato agevolato da due giri poco puliti di Leclerc in qualifica, chiaramente le ambizioni salgono, soprattutto se si è poi in grado anche di mantenere alle spalle i rivali. Tuttavia, la sensazione è subito stata quella che il monegasco potenzialmente avesse qualcosa in più sul passo, rimanendo costantemente a circa mezzo secondo dal britannico.
Mentre davanti Sainz ha subito preso il largo, abbassando di giro in giro i propri tempi, fino a garantirsi quel margine di sicurezza che gli ha poi permesso di allungare lo stint, Norris ha mantenuto un passo piuttosto costante, senza forzare. Ciò ha mantenuto compatto il gruppetto formato dalle due McLaren e dallo stesso Leclerc, lasciando spazio a differenti valutazioni strategiche. Giocando in 2 contro 1 e sapendo che, potenzialmente, questa gara si sarebbe giocata sul contenimento del degrado, gli ingegneri di Woking hanno tentato di mettere in difficoltà la Rossa.
Lando Norris, McLaren MCL38, Charles Leclerc, Ferrari SF-24, Oscar Piastri, McLaren MCL38
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
L’idea è stata quindi quella di anticipare la sosta di Piastri, l’ultimo del gruppetto, in modo da provare a mettere sotto scacco il Cavallino: se Leclerc non fosse rientrato ai box, l’australiano sarebbe riuscito a portare a termine l’undercut guadagnando virtualmente il podio mentre, in caso contrario, si sarebbero aperti differenti scenari. Ascoltando i team radio degli avversari, gli strateghi della Ferrari erano ben consapevoli della possibilità che si potesse creare una situazione di questo tipo, generando a sua volta una reazione a catena.
L’aspetto più interessante, tuttavia, è che di fatto la Rossa si era preparata su due fronti. Avvertire Piastri della sosta avrebbe potuto essere solo un diversivo per spingere la squadra di Maranello a fermarsi in un preciso momento, tanto che via radio Leclerc era stato informato di seguire la scelta opposta a quella di Norris, segnale che la Ferrari aveva preso in considerazione anche la possibilità di rimanere fuori se fosse stato il britannico il primo a rientrare ai box.
In parte è stata proprio quella scelta a cambiare le sorti della gara. Il Cavallino, trovandosi in mezzo ed essendo consapevole del pericolo Piastri, non ha potuto evitare di fermarsi, andando così a completare un undercut su Norris, rimasto fuori nel tentativo di allungare lo stint e creare un delta in termini di vita della gomma da sfruttare più avanti. Oltretutto, essendo rientrato nel traffico, Leclerc ha dovuto forzare molto sugli pneumatici per sorpassare gli avversari nel minor tempo possibili, aspetto particolarmente deleterio per le coperture.
I primi giri di ogni stint sono fondamentali dal punto di vista della gestione e questi passaggi alla ricerca della performance, seguiti dalla Virtual SC, hanno innescato sulle coperture un graining che Leclerc ha poi pagato successivamente. In Australia è fondamentale trovare quell'equilibrio tra l'overheating e il graining per gestire i due assi. Non è un caso che al monegasco sia poi stato chiesto in più occasioni di salvare la gomma nelle curve sei, dieci e dodici, quelle più impegnative e che mettono più energia negli pneumatici, in modo da forzare eccessivamente prima della fine dello stint. Inoltre, avendo anticipato la sosta, chiaramente si è anche costretti a seguire un approccio più conservativo nella gestione nella speranza di riallinearsi ai rivali.
Confronto telemetrico tra Norris e Leclerc nel GP d'Australia
Foto di: Gianluca D'Alessandro
Questi aspetti hanno permesso a Norris, che aveva un delta in termini di vita delle coperture di sei giri a suo favore, di recuperare e riavvicinarsi pericolosamente a Leclerc, fino a portarsi in quella che poteva essere la zona ideale per tentare un undercut. Il monegasco era in grande difficoltà nella gestione delle gomme, soprattutto l’anteriore sinistra, tanto che negli ultimi giri ha iniziato a patire in maniera evidente il sottosterzo, suggerendo ancora una volta di anticipare la sosta.
McLaren in effetti aveva preso in considerazione l’opportunità di fermarsi, ma era consapevole del fatto che potenzialmente Ferrari avrebbe fatto lo stesso. Di fondo la scuderia di Woking non aveva molto da perdere e ha pianificato il timing in maniera interessante. Idealmente Leclerc sarebbe rientrato proprio davanti a Sergio Perez e Fernando Alonso, i quali non stavano mostrato un gran ritmo, anticipando però di nuovo la sosta
Inoltre, nel caso vi fosse stato qualche problema durante il pit stop, vi era la concreta possibilità che il monegasco potesse uscire nel traffico, dando un margine di manovra più ampio alla McLaren.
Tuttavia, i meccanici della Rossa non hanno commesso alcun errore, completando un’ottima sosta in 2.1s, abbastanza da mettere Leclerc di fronte sia a Perez che Alonso. È vero che Norris avrebbe potuto anticipare la sosta a sua volta, come ha suggerito a fine gara, ma ciò lo avrebbe fatto realisticamente finire nel traffico sia del messicano che dello spagnolo.
il team McLaren F1 effettua un pit stop sulla vettura di Lando Norris, McLaren MCL38
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Non dovendo lottare con i rivali, Leclerc ha potuto gestire in maniera più accorta il passo nella prima fase di vita, riducendo il rischio di graining e di un degrado eccessivo rispetto a quando si era visto precedentemente. Non è un caso che, nel resto dello stint, i tempi si siano mantenuti molto consistenti, respingendo il tentativo di rimonta di Norris, rimasto sempre sopra i tre secondi di distacco nonostante potesse contare su un delta di vita della gomma a favore di sei giri.
“Leclerc ha finito davanti a Lando perché al momento ha una macchina più veloce", ha poi detto Andrea Stella a fine gara, sottolineando come centrare il secondo posto fosse molto difficile.
"La notizia positiva è che Ferrari non è molto più veloce di noi. Siamo stati molto vicini, il che credo sia incoraggiante per il Giappone, dove alcune delle caratteristiche che rendono l'Australia una buona pista per noi ci permetteranno di fare un altro passo avanti. A Suzuka ci saranno più curva a media e alta velocità rispetto a quelle a bassa velocità", ha poi aggiunto il Team Principal, rimandando la sfida fra due settimane nella terra del Sol Levante.
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