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F1 | McLaren MCL60 con un mix di idee: saranno conciliabili?

La squadra di Woking non prende posizione e cerca di mediare soluzioni di tipo Red Bull, con scelte che hanno caratterizzato la Ferrari. Che risultato potrà dare puntare su una terza via? Sulla monoposto di James Key si vedono anche alcuni concetti interessanti che testimoniano l’accuratezza della ricerca aerodinamica.

McLaren MCL60

Foto di: McLaren

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La McLaren con la MCL60, monoposto con una sigla rievocativa che ricorda i 60 anni della squadra, cerca una terza via aerodinamica. Una strada aperta dai rendering pubblicati dall’AlphaTauri e ripresa dalla squadra di Woking che si vuole collocare a metà fra i concetti della Red Bull e quelli della Ferrari.

Come se il direttore tecnico, James Key, non avesse voluto estremizzare le idee in una sola direzione per lasciarsi più opportunità di sviluppo, in una direzione piuttosto che in quell’altra. Al primo impatto la monoposto “papaya” sembra molto uguale a sé stessa, ma a un’analisi più approfondita si scoprono dei cambiamenti più marcati di quanto non sembri da un’indagine superficiale.

McLaren MCL60

McLaren MCL60

Photo by: McLaren

Bocche Red Bull, ma scavo Ferrari

Le pance, viste lateralmente, sono discendenti come la Red Bull, ma se si guardano dall’alto mostrano uno scavo centrale piuttosto pronunciato con una sequenza di quindici feritoie per lo smaltimento del calore dai radiatori che iniziano ai lati dell’abitacolo, nella zona piatta dell’incavo superiore, e poi si arrampicano verticalmente fino a meta dell’engine cover, diventando gradualmente sempre più grandi.

Se l’estrazione dell’aria calda avviene secondo le logiche Ferrari, appare evidente che la McLaren non ha bisogno di creare quel grande “bazooka” che evacua il calore in coda: il cofano motore segue la larghezza dell’abitacolo visto in pianta, ma in realtà sotto risulta più “smagrito” alla ricerca di una minore resistenza all’avanzamento.

McLaren MCL36 e McLaren MC60

McLaren MCL36 e McLaren MC60

Photo by: McLaren

Le bocche dei radiatori sono di forma rettangolare con i bordi arrotondati, ma sono state spostate più indietro rispetto alla MCL36 con l’intento di allontanarle dalla ruota anteriore. Sembrano più grandi del solito, ma l’effetto è dato dal vassoio nero che sporge in avanti nel bordo inferiore e la strana palpebra che scende rispetto alla linea di cintura della fiancata e si protende fino allo sbalzo del vassoio.

McLaren MCL60

McLaren MCL60

Photo by: McLaren

Quanta aria sotto alle pance!

Lo staff di Piers Thynne, direttore delle operazioni, ha lavorato per avere uno scasso sotto la pancia molto più pronunciato rispetto alla MCL36 e l’andamento della curva ora è concavo, mentre prima era convesso: è evidente l’intenzione di aumentare la portata del flusso verso il fondo.

Non solo, ma nelle immagini della presentazione, non nei rendering, si può apprezzare anche la sciancratura che si apre in stile Red Bull sulla fiancata della MCL60: gli aerodinamici in questo caso vogliono spingere l’aria verso l’esterno della ruota posteriore, per tenere il corpo della vettura meno influenzato dalle turbolenze della ruota anteriore.

McLaren MCL36 e McLaren MC60 a confronto

McLaren MCL36 e McLaren MC60 a confronto

Photo by: McLaren

Niente splitter a sbalzo

Nella parte bassa del telaio si può vedere come non ci sia più lo splitter a sbalzo. La ragione è semplice: con i vincoli che la FIA ha introdotto sulla flessibilità di far flettere la tavola, la McLaren ha deciso di avanzare la chiglia, entro la quale, oltre all’ammortizzatore che frena le oscillazioni del tea-tray per evitare che il pattino si possa rompere, trovano posto delle centraline raffreddate da un apposito foro.

Per restare alla parte centrale della vettura ecco lo specchietto retrovisore più grande con i supporti che sono uguali a quelli del 2022. L’airbox è di disegno Mercedes, mentre il cofano scende più rapidamente verso la piccola pinna in coda.

McLaren MCL60

McLaren MCL60

Photo by: McLaren

Venturi con bocche ridisegnate

Il fondo è diverso: la fence più interna del canale Venturi è squadrata, mentre le altre due hanno forme curvilinee e sono più corte. La McLaren, per evitare che i vortici nocivi della ruota anteriore possano sporcare i flussi del fondo, ha scelto di dotarsi di un vistoso “bargeboard” nel bordo esterno di chiara ispirazione Red Bull.

Il marciapiede è rialzato di 15 mm secondo i dettami FIA: nel bordo d’uscita laterale ci sono tre soffiaggi (dove ce n’erano cinque) con l’intento di sparare il flusso oltre la ruota posteriore. Poi a seguire c’è un lungo coperchio in carbonio tenuto da quattro supporti metallici che è separato dal fondo: serve a generare la minigonna pneumatica utile a “sigillare” il fondo all’asfalto.

McLaren MCL60

McLaren MCL60

Photo by: McLaren

Sospensione dietro ancora push

James Key non ha voluto svilire le scelte di base fatte per la monoposto a effetto suolo: ha confermato la sospensione posteriore a schema push rod, rinunciando alla possibilità di utilizzare il retrotreno della Mercedes. Della Stella resta la power unit, mentre la scatola della trasmissione è di disegno McLaren. Anche in questo frangente l’orientamento prioritario è quello di Milton Keynes, senza seguire la linea degli altri team clienti Mercedes, Aston Martin e Williams, più aderenti nel posteriore ai dettami di Brackley.

L’ala posteriore (è ancora una scelta dalle disponibilità 2022) è sostenuta da un mono-pilone, mentre le due beam wing sono a saracinesca, sovrapposte una all’altra.

McLaren MCL60

McLaren MCL60

Photo by: McLaren

Muso piatto, scavato sotto

Spostandoci sull’anteriore non si ha la sensazione di grandi novità: in realtà a Woking hanno affinato il progetto in ogni dettaglio. Il muso ha mantenuto un disegno piatto, con il naso che si appoggia al secondo flap, ma senza arrivare alla massima sporgenza per cui è leggermente più corto, ma più scavato nella parte inferiore.

McLaren MCL60

McLaren MCL60

Photo by: McLaren

Ala davanti di nuovo disegno

L’ala anteriore è di diversa concezione: il profilo principale (ma ha senso chiamarlo così il primo flap se la funzione portante la assolve il secondo? Nella parte centrale c’è ancora il cucchiaio e verso la paratia laterale cresce gradualmente la corda, accentuando la forma a freccia. Poco prima dell’endplate non sfugge un piccolo ricciolo che nel 2022 non c’era.

È dunque il secondo flap ad avere una maggiore estensione, mentre i due successivi sono decisamente più sagomati e incidenti per favorire un marcato effetto out-wash, visto che i due elementi si piegano in basso prima della curvatura che li unisce alla paratia laterale.

McLaren MCL36 e McLaren MC60  a confronto

McLaren MCL36 e McLaren MC60 a confronto

Photo by: McLaren

Sospensione davanti pull, braccio sollevato

La sospensione anteriore è ancora pull rod: lo schema non è cambiato, ma Kay ha cercato di estremizzare il triangolo superiore che nel braccio davanti evidenzia una maggiore sporgenza dal telaio, con una diversa collocazione del bilanciere on board. La McLaren, dopo il divieto di introdurre dei bracket sul lato porta mozzo, come avveniva in passato, ha leggermente arcuato il braccio ottenendo un maggiore effetto down-wash dei flussi che vengono laminati verso il fondo.

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