F1 | McLaren: le regole papaya non sono chiare nemmeno nel team
Piastri e Norris sono liberi di correre purché non mettano a rischio il bottino del team. A Monza la squadra di Woking poteva vincere e ha raccolto meno del previsto con scelte discutibili. Emerge che non credono al titolo piloti, altrimenti Oscar prima della bandiera a scacchi avrebbe potuto cedere la posizione a Lando...
Lando Norris, McLaren MCL38 in lotta con Oscar Piastri, McLaren MCL38
Foto di: Sam Bagnall / Motorsport Images
La McLaren esce da Monza ad otto punti dalla Red Bull nella classifica Costruttori, otto punti come quelli che Lando Norris ha guadagnato su Max Verstappen in quella riservata ai piloti. Detto così potrebbe sembrare un bottino di tappa positivo, eppure i volti dei due piloti a fine gara erano tutt’altro che sorridenti. In attesa dell’arrivo di Charles Leclerc, i due si sono seduti sul divano predisposto per la conferenza stampa senza scambiarsi una parola. La McLaren c’è, ma c’è anche sempre un motivo per non capitalizzare quello che di fatto è alla sua portata.
A Monza le qualifiche sono state impeccabili, i due piloti in prima fila hanno creato lo scenario perfetto per prendere le redini della corsa. C’era il timore della prima curva, pratica archiviata perfettamente, poi alla Roggia ecco la prima ‘grana’, con un gran sorpasso di Piastri che coglie di sorpresa Norris, costando a Lando anche la seconda posizione a favore di Leclerc. Questo è stato un passaggio cruciale della gara di Norris, perché ha impedito alla squadra (qualora avesse voluto) di poter restituire la posizione.
Lando Norris, McLaren MCL38
Foto di: Andy Hone / Motorsport Images
Dopo la gara il team principal Andrea Stella ha commentato questo passaggio. “Si parla tanto di pilota numero 1 e numero 2, funziona bene come titolo, ma non sono sicuro che funzioni altrettanto bene nel mondo reale. Cosa significa? Alla quarta curva (Roggia) Lando ha semplicemente frenato troppo presto e Oscar ha avuto la possibilità di prendere il comando, allora cosa avremmo dovuto fare? Cambiare le posizioni? È molto difficile implementare questa definizione nel mondo reale”.
Monza ha messo il mondo al corrente che in casa McLaren è stato istituito un regolamento ‘papaya’, ovvero Piastri e Norris sono liberi di correre purché non mettano a rischio il bottino di squadra. L’impressione è che in McLaren il mondiale piloti non sia ritenuto un obiettivo possibile, e la conferma non è arrivata solo dalla modalità ‘papaya’. Nel giro finale di gara Piastri avrebbe potuto cedere la piazza d’onore a Norris, il quale avrebbe beneficiato di tre punti in più nella classifica piloti, ma non ci sono stati segnali dal muretto box.
Dopo la corsa Lando ha tagliato corto: “Oscar? Mi aiuta, ma non sono qui per implorare qualcuno di farmi passare, non è per questo che scendo in pista. Sono qui per correre, Oscar ha disputato una gara migliore della mia, sono arrivato terzo ed è lì che meritavo di finire”.
Lando ha avuto la sua chance dopo il primo pit-stop, quando si è trovato a poco più di un secondo dal compagno di squadra e con la libertà di poterlo attaccare. Dal giro 25 al giro 32 è stato invece Piastri ad allungare, con Norris che ha perso terreno e forzato troppo gli pneumatici.
Oscar Piastri, McLaren MCL38, a uno dei due pit stop
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
Altra storia è invece la strategia a due soste su cui la McLaren ha puntato con entrambi i piloti. “A posteriori, soprattutto con Oscar, se avessimo impostato il ritmo per la sosta singola senza preoccuparci troppo del graining la vittoria sarebbe stata possibile. Ma è una questione complessa, la nostra macchina è molto buona sulle gomme posteriori, ma quando abbiamo a che fare con il graining anteriore tendiamo ad avere problemi. Questo ci ha reso un po' nervosi, soprattutto dopo che Lando aveva bloccato l'anteriore sinistra un paio di giri prima, il sintomo che le gomme stavano iniziando a fare fatica. Ma alla fine credo che il degrado controllato di Leclerc abbia reso molto difficile batterlo con due soste, certo, rimane un punto interrogativo se avremmo potuto vincere la gara o meno”.
La McLaren è stata condizionata dalla sua stessa (ottima) performance vista nella prima metà di gara. Forse un eccesso di fiducia abbinata ai timori che colpiscono chi sente di avere molto da perdere, e la squadra in questo momento da perdere ne ha. Sono andati per la via meno rischiosa, lasciando la giocata d’azzardo ad una Ferrari che l’ha colta al volo. Le cose sono cambiate, non molto tempo fa la squadra, e lo stesso Norris, cercavano l’azzardo per provare a cogliere un’occasione, oggi sanno che l’ordinario è di valore assoluto, ed il rischio è passato dall’essere una potenziale risorsa a una variabile da evitare.
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