F1 | McLaren: due alberi di Natale pieni di sensori nel diffusore
La squadra di Woking ha strumentato una MCL60 per le prove libere del GP di Spagna montando due rastrelli pieni di sensori all'interno del diffusore posteriore per misurare con precisione le perdite di carico al variare dell'altezza minima da terra.
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
L’evoluzione della Formula 1 non si limita solo alle monoposto. È vero che le prestazioni devono derivare dalle macchine, ma è indubbio che la ricerca delle performance può essere facilitata da strumenti di ricerca e analisi che tanto più sono precisi e affidabili e tanto più sono in grado di trasferire informazioni utili ad andare più forte.
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000 con il reticolo di sensori nei test di Abu Dhabi nel 2020
Photo by: Giorgio Piola
La Ferrari aveva stupito nei test di Abu Dhabi a conclusione della stagione 2020 con un reticolato di sensori montati dietro alle ruote posteriori che permettevano di creare una mappa ben delineata sull’andamento dei flussi. Si trattava di una realizzazione molto sofisticata che andava ben oltre i tradizionali rastrelli di cui tutte le squadre si sono dotate.
McLaren MCL60, dettaglio del diffusore con i sensori nell'estrattore
Photo by: Giorgio Piola
Con l’adozione delle monoposto a effetto suolo cambiano le esigenze di ricerca e incuriosisce, quindi, la McLaren che ha deciso di montare due “alberi” strumentati per parte all’interno dei due canali che compongono il diffusore posteriore, in modo da monitorare la portata del flusso d’aria all’interno dell’estrattore, magari al variare dell’altezza da terra del fondo.
La Red Bull aveva cominciato montando un paio di tubi di Pitot sotto al fondo, mentre ora la McLaren riesce a strumentare in modo importante l’area più delicata della monoposto. Aspettiamoci presto altre interpretazioni di questo interessante tema di ricerca…
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