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Formula 1 GP d'Olanda

F1 | McLaren carica e dolce sui cordoli, RB si difende nel veloce

Il venerdì di Zandvoort ha visto McLaren e Mercedes dettare il ritmo davanti a tutti. La MCL38 mostra un buon livello di carico anche grazie a un'ala aggiornata, ma mantiene un buon comportamento anche sui cordoli. Red Bull è più staccata, ma fa del suo vero punto di forza il suo fortino, ovvero la prestazione nei curvoni veloci.

Oscar Piastri, McLaren MCL38

La prima giornata di libere di rientro dalla pausa estiva è partita esattamente come si era conclusa la prima parte di campionato a Spa, con una Mercedes davanti a tutti. Nel venerdì olandese la Stella si è issata in testa alla classifica con George Russell, anche se non è certo una novità vedere una Mercedes davanti al venerdì per poi non riuscire a tenere il passo degli avversari nelle giornate successive.

Al di là della crescita mostrata nell’ultimo periodo, la W15 rimane comunque un’incognita, data anche una certa sensibilità al cambio delle temperature e alle condizioni climatiche, per quanto all’interno del team si avverta maggior ottimismo che in passato.

Nel complesso, la Mercedes, che in mattinata ha effettuato anche alcune prove comparative tra i fondi rispolverando quello che era stato momentaneamente accantonato in Belgio dopo le prime libere, si è mostrata concreta in tutti i settori, anche se vi sono due aspetti da sottolineare. In primo luogo, la W15 è sembrata leggermente più al limite nei giri veloci, con un maggior numero di correzioni dei piloti, a cui si aggiunge la considerazione che, come spiegato da Lewis Hamilton, probabilmente l’assetto era più votato al giro secco che alla lunga distanza.

George Russell, Mercedes F1 W15

George Russell, Mercedes F1 W15

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Una scelta che, al di là delle previsioni meteo incerte, potrebbe avere un suo senso considerando che non sarà semplice effettuare dei sorpassi. La lunga zona DRS in uscita dell’ultima curva ha permesso qualche manovra nelle libere, ma sempre durante le prove si sono anche viste frenate al limite per finire un attacco. In tutto ciò si inserisce anche il tema delle mescole: il long run di Piastri con la soft è molto interessante e dimostra una buona gestione gomma, mentre ancor più convincente è lo stint effettuato da Norris con la media, in cui si deve tenere conto che sul finale ha incontrato anche il traffico di Perez.

Le temperature relativamente basse di Zandvoort, considerando che si sono raggiunti picchi massimi attorno ai 30°C per quanto riguarda l’asfalto, sembrano aver aiutato a contenere il surriscaldamento del posteriore, tema alle volte ha pesato non solo sulla W15, ma anche sulla MCL38. Pirelli non ha riscontrato grandi segnali di graining e crede che la strategia soft-hard possa entrare in gioco, anche perché vi è un delta prestazionale piuttosto importante tra la mescola più tenera e la media. Da questo punto di vista è però interessante menzionare che Verstappen avrà un set in meno di soft rispetto agli avversari, dato che ha preferito salvare una hard che, probabilmente, verrà sfruttata in FP3.

È importante tenere a mente che Pirelli per l’appuntamento di Zandvoort ha scelto di portare la selezione più dura della gamma per rispondere agli alti carichi nei curvoni veloci, elemento che la McLaren tende a digerire meglio rispetto alle mescole molto morbide. Con temperature più alte e compound molti teneri, specialmente quando si tratta della C5, anche la McLaren tende a mostrare qualche piccolo limite sul giro secco nella gestione del posteriore, ma le condizioni fresche registrate a Zandvoort, le gomme dure e il fatto che la pista imponga grande attenzione più sull’asse anteriore che sul retrotreno, hanno permesso di mettere in mostra i punti di forza.

Se la W15 è sembrata una vettura più al limite per i piloti, molto più “docile” è parsa proprio la MCL38, estremamente pulita in tutti i settori, dando la sensazione di una maggior pulizia di guida nella ricerca del tempo.

Confronto telemetrico tra Russell e Piastri

Confronto telemetrico tra Russell e Piastri

Foto di: Gianluca D'Alessandro

Da questo punto di vista, emerge un aspetto, ovvero il fatto che la McLaren abbia comunque un buon livello di carico, complice anche l’ala posteriore rivista che ha debuttato a Zandvoort, abbinato anche a un setup meccanico non eccessivamente rigido. Come si era anche visto in altri appuntamenti, tra cui l’Ungheria, la vettura di Woking riesce ad aggredire bene i cordoli e, non a caso, uno dei punti in cui guadagna terreno è proprio la chicane 11-12, dove una vettura composta può aiutare a fare la differenza nel cambio di direzione.

Per Norris la sfida principale è rappresentata dalla Mercedes, che non ha portato aggiornamenti, se non per la riproposizione del fondo scartato a Spa. Al contrario, la McLaren ha portato il suo secondo grosso pacchetto della stagione dopo quello di Miami, per cui l’attenzione è proprio sulle auto papaya: “Prima di domani bisogna fare qualche passo avanti. Siamo i più forti? Probabilmente no. La Mercedes sembra un po' più veloce, ma è vicina. Non credo che esista una vettura più veloce. Dipende da diversi fattori”, ha spiegato il britannico.

“Siamo ottimisti, ma non abbiamo idea se il pacchetto stia funzionando o meno come previsto, dobbiamo vedere i dati, oggi è stata una buona giornata. Speriamo di trovare qualcosa in più stasera e di sfidare le Mercedes”.

Dall’altra parte, anche Russell si è detto soddisfatto del comportamento della vettura, anche se il meteo ballerino potrebbe comunque avere un impatto da non sottovalutare: “La vettura si è comportata molto bene. Abbiamo montato gli aggiornamenti [di Spa], che sembrano funzionare come previsto. Sembra che la battaglia con le McLaren e con Max sia piuttosto serrata, ma domani potrebbe essere tutto diverso”, ha aggiunto l'inglese.

Red Bull cerca il bilanciamento e si aggrappa ai curvoni

Confronto telemetrico tra Verstappen e Piastri: si notano le performance sui curvoni ma anche i limiti sui rettilinei della Red Bull

Confronto telemetrico tra Verstappen e Piastri: si notano le performance sui curvoni ma anche i limiti sui rettilinei della Red Bull

Foto di: Gianluca D'Alessandro

Più staccata dalla vetta c’è la Red Bull, che fa del suo vero punto di forza l’unico baluardo della difesa da McLaren e Mercedes. Se lo scorso anno la RB19  rendeva l’estrema versatilità la sua arma vincente, quest’anno la RB20 si aggrappa alle performance nelle curve ad alta velocità, complice non solo le doti aerodinamiche, ma anche il classico assetto più rigido che è diventato un dei grandi temi del 2024 del team di Milton Keynes. Andando ad osservare i dati, infatti, la monoposto anglo-austriaca dà il meglio di sé proprio nei tratti ad alta velocità, come ad esempio curva sette, dove Verstappen è il più veloce in assoluto anche con una parzializzazione meno pronunciata dell’acceleratore.

Buoni riferimenti anche nella difficile curva 8 e nella percorrenza dell’ultimo tratto di pista che immette sul rettilineo, ma dove la RB20 sono ancora una volta i tratti lenti, tra cui curva 3 con il banking e la 10, e dove c’è esigenza di aggredire i cordoli, come la chicane 11-12. È interessante, tuttavia, segnalare come la Red Bull perda qualcosa sui rettilinei anche a Zandvoort: come da tradizione, nelle libere il team mantiene al ribasso le mappature, per poi far uscire il potenziale dalla FP3 in poi, motivo per il quale la speranza della scuderia anglo-austriaca è quella di sorprendere in qualifica per poi provare a gestire in gara.

Alla vigilia del Gran Premio, sia Max Verstappen che Sergio Perez avevano ammesso che la pausa estiva avesse rappresentato un’ottima opportunità per la Red Bull di fare un reset, tentando di comprendere il motivo per cui le novità non avessero funzionato come previsto. Non è un caso che anche a Zandvoort siano proseguiti gli esperimenti, per quanto entrambi i piloti abbiano montato la configurazione senza il “caratteristico” bazooka.

Sia in termini di performance sul giro secco che sulla lunga distanza la RB20 è sembrata indietro ai rivali, complice una mancanza di bilanciamento che, probabilmente, è uno dei problemi principali di questa vettura. Non sempre i piloti riescono a trovare la giusta fiducia per estrarre il 100% proprio perché l’auto non è prevedibile: solo il talento di Verstappen, in questo momento, offre un’ancora di salvezza. Come avevano lasciato intendere dai piloti, ci vorrà tempo per trovare delle risposte e non è da escludere che in nottata Red Bull possa propendere verso l’ennesima rivoluzione del setup per provare a ribaltare la situazione. L'arrivo della pioggia, però, potrebbe cambiare la situazione.

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