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Marko: "Ci mancano 50 punti, ma Max resta davanti"

Il manager austriaco in un'intervista esclusiva a Motorsport.com rivela che Verstappen ha vinto ad Austin sebbene non fosse in grande forma fisica. Helmut considera fondamentali i prossimi due GP di Città del Messico e Interlagos che sulla carta dovrebbero essere favorevoli alla Red Bull. Elogia il pilota olandese: "Pensa al risultato finale, un anno fa al via di Austin non avrebbe ceduto". Giustifica la battaglia verbale fra Horner e Wolff.

Max Verstappen, Red Bull Racing, con Helmut Marko, consulente, Red Bull Racing

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Helmut Marko spesso divide le opinioni, ma bisogna riconoscere al manager austriaco il suo parlare sempre molto chiaro.

Alla vigilia della partenza per il Messico, Marko ha fatto il punto su un momento ottimo per la Red Bull, tracciando anche il percorso che dovrebbe portare Max Verstappen al titolo Mondiale.

L’olandese dovrà vincere le prossime due gare, sfruttando piste che (sulla carta) dovrebbero adattarsi meglio alla Red Bull. Se la tabella di marcia sarà rispettata, la strada sarà in discesa, ma Verstappen (elogiato dal suo mentore) ha tutto per farcela.

Partiamo dalla volata per il titolo. Come vede queste ultime cinque gare?
“Dopo Monza temevamo di essere parecchio indietro. Ma negli ultimi tre Gran Premi siamo riusciti a portare a casa più punti di Hamilton. Credo che il weekend di Istanbul sia stato molto importante, poiché Lewis, a causa della penalità legata al cambio di motore, è arrivato quinto, mentre Max a Sochi nella medesima situazione è riuscito a concludere la sua corsa in seconda posizione, aiutato anche dalla fortunata circostanza dell’arrivo della pioggia".

"Sulla carta le prossime due piste ad alta quota, Messico e Brasile, dovrebbero essere più adatte a noi, ma quest’anno sono successe davvero tante cose… se analizziamo i risultati vediamo che le cosiddette piste Mercedes alla fine non erano poi piste Mercedes, e lo stesso vale per la Red Bull”.

Il ritiro di Max Verstappen, Red Bull Racing causato dal cedimento del pneumatico posteriore sinistro a Baku

Il ritiro di Max Verstappen, Red Bull Racing causato dal cedimento del pneumatico posteriore sinistro a Baku

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Quanto pesano i punti lasciati per strada?
“Molto. Abbiamo perso il Gran Premio di Baku per cause estranee alla squadra, così come Silverstone e Budapest. Se calcoliamo la quantità di punti che avremmo potuto conquistare in quelle tre gare sono più di cinquanta, e così oggi abbiamo un margine di sole dodici lunghezze".

"L’aspetto positivo è che siamo riusciti a sopravvivere a quelle battute d’arresto, ed aggiungo anche la reazione che abbiamo avuto in termini di performance nei confronti della Mercedes. Guardando alle gare restanti, credo che dobbiamo vincere almeno i prossimi due Gran Premi per essere certi di arrivare con fiducia ad Abu Dhabi”.

Proviamo a dare delle percentuali di vittoria finale. È ancora 50-50 o ora 60-40 per Max?
“Se vinciamo le prossime due gare, allora sarà 60-40 per Max. Sono due gare che dobbiamo portare a casa”.

Passiamo a Max. L’impressione è che sia meno aggressivo rispetto a qualche anno fa...
“Si, è meno aggressivo, diciamo che ora guida pensando di più alla classifica generale del mondiale. Se prendiamo ad esempio la prima curva dopo il via dell’ultima gara ad Austin, direi che anche solo un anno fa non avrebbe ceduto”.

In molti però credono che la miglior gara di Max resti Brasile2016…
“Non per me. Austin è stata sicuramente una delle sue migliori gare. La partenza è andata male, ed anche se con gomme medie ci siamo confermati chiaramente più veloci della Mercedes, non siamo riusciti ad avere lo stesso vantaggio quando siamo passati alle hard".

"Dopo il primo pit-stop Max ha spinto molto usurando parecchio i suoi pneumatici, ma ha capito cosa avrebbe dovuto modificare nella sua guida, e dopo la seconda sosta è stato meno aggressivo nelle curve 4, 5 e 6, risultando mezzo secondo più lento ma salvando le gomme".

"Hamilton si è avvicinato ma Max non si è innervosito, e quando Lewis è arrivato a 2 secondi e mezzo, ha reagito abbassando i suoi tempi di mezzo secondo, e alla Mercedes hanno capito che stava… giocando. Questa combinazione di gestione velocità-gomme è in realtà ciò che aveva già mostrato a Barcellona 2016”.

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E Max non era completamente in forma...
“Esatto, non stava bene, ma con esercizi di respirazione e bevendo molto è riuscito a farcela. Quando a fine gara è sceso dalla monoposto era traballante come dopo l'incidente di Silverstone”.

Al momento possiamo considerare una differenza di prestazioni tra Red Bull e Mercedes?
“È una situazione di grande equilibrio, i valori in campo variano a seconda del layout di una pista, dell’asfalto o della temperatura. Sembra che la Mercedes sia molto più veloce di noi nel riuscire a trovare il giusto assetto per la sua monoposto, e credo sia dovuto alla complessità della nostra vettura che richiede più tempo per arrivare al bilanciamento ideale".

"Poi c’è il valore aggiunto di Max e Lewis, ed anche i numeri 2, Perez e Bottas, sono in crescita. Valtteri ha disputato una gara sensazionale in Turchia, ma per nostra fortuna anche Perez è in un buon momento. Ma i due top fanno la differenza, a volte oltre la macchina, sono due piloti fortissimi e Max, ad esempio, ha confermato ad Austin di poter battere una Mercedes anche con gomme dure”.

Oltre al grande confronto in pista, quest’anno abbiamo visto anche una battaglia nel paddock, con Red Bull e Mercedes che non hanno risparmiato colpi nell’additare l’avversario. Ali flessibili, pit-stop, la lista è lunga...
“Quando Mercedes si è resa conto che avevamo una performance equivalente alla loro, se non superiore, sono iniziate ad arrivare accuse di diverso tipo. A volte dalla stessa Mercedes, altre da team a loro vicino, in particolare McLaren o Aston Martin. Lo abbiamo visto come un gesto piuttosto antisportivo, e da parte nostra ci siamo così concentrati sulla Mercedes, ad esempio analizzando le loro ali".

"Ma questo è ciò che accade quando un confronto è molto intenso, e soprattutto quando c’è chi non è abituato a confrontarsi con avversari che arrivano a mettere in discussione la superiorità avuta per anni. Questo è ciò che è accaduto, poi abbiamo reagito”.

È un aspetto fastidioso o fa parte del gioco?
“Fa parte del gioco. Però ad inizio anno avevamo la sensazione che ci fosse una certa unilateralità nelle decisioni, così abbiamo avuto dei colloqui con FIA e Liberty, ed ora posso dire che fa parte del gioco”.

C’è stata anche un’intensa battaglia verbale tra Horner e Wolff, come la vedi?
“Se non si arriva a colpi bassi direi che fa parte del gioco. Alla fine sono team principal che sostengono i rispettivi piloti e la loro squadra, e può starci provare a mettere pressione screditando il lavoro degli avversari. Ma bisogna evitare di arrivare a colpi bassi”.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, arriva sulla griglia

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, arriva sulla griglia

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

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