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Marchionne/3: "Red Bull è un costruttore incompleto"

Il presidente Ferrari spiega l'anomalia del team di Milton Keynes che può spendere molto di più sul telaio

Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO di Fiat Chrysler Automobiles e Maurizio Arrivabene, Team
Da sinistra a destra: Kimi Raikkonen, Sebastian Vettel, Esteban Gutierrez e Maurizio Arrivabene, Team Principal Scuderia Ferrari
Da sinistra a destra: Piero Ferrari, Vice Presidente Ferrari, Amedeo Felisa A.D. Ferrai, Kimi Raikko
Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO di Fiat Chrysler Automobiles
Maurizio Arrivabene, Team Principal Scuderia Ferrari
Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO di Fiat Chrysler Automobiles
Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO di Fiat Chrysler Automobiles e Maurizio Arrivabene, Team
Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO di Fiat Chrysler Automobiles e Maurizio Arrivabene, Team
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF15-T
Daniel Ricciardo, Red Bull-Renault RB7 and Nick Percat
Daniel Ricciardo, Red Bull-Renault RB7
Daniil Kvyat, Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB11

Sergio Marchionne temeva la Red Bull e la sua capacità di costruire un telaio molto competitivo. In maniera onesta ha ammesso che non voleva il confronto diretto, tenuto conto che il team di Horner avrebbe potuto sfruttare il potenziale della power unit del Cavallino, potendo investire in telaio e aerodinamica una cifra molto più pesante di quella messa a budget a Maranello.

Lo scorso anno a Parigi disse che non avrebbe più voluto vedere motori Ferrari equipaggiare monoposto delle ultime file dello schieramento. Ora è contento della situazione?
"Sì, sono contento, perché abbiamo rispettato obblighi che avevamo con alcune squadre e poi abbiamo trovato una soluzione soddisfacente anche per quanto riguarda la Toro Rosso. Dunque per la prossima stagione non dovremmo avere problemi”.

Non avete avuto preclusioni a dare i motori 2015 alla Toro Rosso…
“E, infatti, volevo tornare su quello che deve fare la Ferrari come ente che fabbrica e sviluppa Power Unit. Qual è l'obbligo che abbiamo noi verso lo sport? Dobbiamo capirlo chiaramente assieme a Todt ed Ecclestone. A gennaio ci sarà una riunione a Ginevra, ma dobbiamo arrivare là con delle idee chiare. Noi ma anche Mercedes e Renault dovremo collaborare con i gestori dei diritti commerciali per trovare determinate soluzioni. Dobbiamo creare la condizione per trovare una soluzione duratura".

È più difficile riportare il mondiale a Maranello o per il suo predecessore riportare le Olimpiadi a Roma?
"Non ne ho proprio la minima idea... Ma per quanto riguarda il prossimo anno non bisognerà sottovalutare nessuno. La Red Bull tornerà in alto. E anche la Williams è una squadra capace di essere competitiva grazie ai motori che disporrà nel 2016".

La Red Bull è dovuta tornare al motore Renault per restare in Formula 1, dopo tutte le polemiche…
"Conosco bene Carlos Ghosn e so quanti problemi ha avuto la Renault per riallinearsi alla realtà del team che vinceva i titoli mondiali a metà degli anni 2000. Red Bull è un team incompleto. Perché se hai un ottimo telaio, ma ti manca il motore non lo sei. Senza la power unit puoi avere un telaio fantastico, ma non diventi campione del mondo, perché resti fermo in garage. Fare un accordo con un Costruttore è necessario, ma quello che ho trovato veramente offensivo in tutta questa vicenda è stata la pretesa che qualcuno dovesse dare loro un motore per rafforzare quella che è già una loro posizione molto competitiva”.

A Maranello sostengono, infatti, che a Milton Keynes spendono per realizzare telaio e cambio, quello che nel Reparto Corse viene messo a disposizione anche per il reparto motori…
“Con questi presupposti mi sembra chiaro che dare il motore alla Red Bull non fosse un atto dovuto. Come io non ho il diritto di avere un motore Mercedes, il medesimo diritto non l'ha nessun altro ad avere un propulsore. Bisogna quindi stabilire in maniera condivisa e collaborativa quale può essere la giusta formula contrattuale per garantire ai team clienti una fornitura consona”.

Ma la Renault non ne voleva più sapere della Red Bull dopo le pesanti critiche…
“C'è stato dell’astio fra le parti nei mesi scorsi. La Red Bull si lamentava pubblicamente di come la Renault non desse loro un motore competitivo. Quindi scaricava il problema sempre su chi ti stava fornendo i motori, dimenticando che erano gli stessi che in precedenza li avevano fatti vincere i mondiali, senza mai riconoscerne i meriti... Insomma, un po' di equilibrio sarebbe richiesto. Non voglio certo accusare Horner, però bisogna essere giusti nelle valutazioni delle parti. Una squadra è forte quando ha tutti gli elementi per essere vincente. Servono telaio e notore che funzionino. La power unit è una parte assolutamente essenziale della monoposto, pertanto bisogna trovare un accordo, ma la soluzione non la deve trovare la Ferrari. Continuo a ripetere che questo sia un problema della FOM".

Stando alle ultime scelte per quanto riguarda gomme, motori e calendario, sembra non si stia facendo nulla per quanto riguarda la riduzione costi...
"Sul calendario non posso esprimere un'opinione perché non è un aspetto legato alle scelte dei team. Ci sono accordi commerciali che hanno prevalenza".

Quando parla dei Costruttori cita Mercedes e Renault, ma non Honda. Come mai?
"La Honda era così focalizzata a dare un motore a Dennis che non l'abbiamo proprio percepita ed è un vero peccato. Poi Dennis non è che sia una persona che lascia molto spazio...".

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