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Marchionne/2: "L'Alfa? Pensiamo al rientro nelle corse"

Il presidente Ferrari apre al Biscione nelle competizioni, ma non parla di Formula 1. I dettagli del no alla Red Bull

Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO di Fiat Chrysler Automobiles e Maurizio Arrivabene, Team

Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO di Fiat Chrysler Automobiles e Maurizio Arrivabene, Team

Franco Nugnes

"Il marchio Alfa Romeo è incredibile come resti nel cuore della gente. Proprio per questo stiamo pensando a un suo ritorno nelle corse". A dirlo è stato il presidente della Ferrari, Sergio Marchionne, a margine dello scambio di auguri con i giornalisti che seguono la Formula 1. "E' importante che l'Alfa Romeo torni nelle competizioni...". E i media di sono subito scatenati pensando ad un ritorno del marchio del Biscione nei Gp.

Fallita la trattativa per la fornitura delle power unit alla Red Bull Racing che sarebbe potuto essere rinominata Alfa Romeo, proprio come la squadra di Milton Keynes ha fatto con il 6 cilindri turbo Renault che sulle testate avrà nel 2016 il marchio Tag Heuer, non c'è al momento alcuna possibilità che il marchio milanese possa tornare a breve nel Circus.

Il no alla F.1 non presupppone che ci sia una chiusura alle corse per l'Alfa Romeo: esiste una Giulietta che potrebbe fare il suo debutto nel TCR, il campionato turismo riservato alle due litri turbo, e si parla di un interessamento per una presenza negli Stati Uniti con un telaio LMP2. Insomma, al momento ci sono più parole che fatti, ma è innegabile che il rilancio dell'Alfa non possa fare a meno delle competizioni.

Nella conferenza stampa tenuta nel cuore della Ferrari, Sergio Marchionne, ha chiarito alcuni contorni della trattativa con la Red Bull, poi sfumata, per la fornitura di un motore che avrebbe potuto essere rinominato Alfa Romeo.

L'idea era di realizzare un motore diverso da quello utilizzato dalla squadra ufficiale, ma conforme alle regole. E’ questa la proposta da presentare ad Ecclestone?
“L’obiettivo sarebbe creare un motore che sia coerente con le regole vigenti in Formula 1. Che sia l’equivalente di quello che noi utilizziamo in gara a livello di prestazioni non lo so, anche se ce la metteremmo tutta per farlo. La ragione per cui la trattativa con la Red Bull non è andata a buon fine è che, alla luce del recupero che abbiamo fatto nel 2015, prendersi l’impegno di dare la nostra stessa power unit ad una scuderia che ha le capacità tecniche della Red Bull sarebbe stato pericoloso. Per quanto io possa voler bene alla Red Bull, a Mateschitz o a Marko, il mio impegno è quello di proteggere la Ferrari. Il fatto di andare a battere la Mercedes insieme alla Red Bull, non è che mi interessi molto. A me interessa che vinca la Ferrari. Che poi la Ferrari abbia le capacità tecniche per dare soluzioni motoristiche anche ad altri è vero, ma come le ha anche la Mercedes o la Renault”.

Il prossimo gennaio ci sarà la quotazione del marchio Ferrari a Piazza Affari, dopo Wall Street. Questo cosa comporterà dal punto di vista della Gestione Sportiva?
“Non avrà impatti sulla gestione dell’attività della Scuderia. L’obbligo che ha Maurizio è di mantenere dei costi razionali e comprensibili. Ma questo è un discorso che sarebbe valso a prescindere dalla quotazione in borsa della Ferrari. Poi è ovvio che la Formula 1 regala grande visibilità, quindi se ne parlerà nei circoli finanziari”.

L’anno scorso disse che le regole erano fatte da... quattro ubriachi al bar. Sembra che questo bar sia ancora aperto…
“Ma non credo che la gente stia bevendo più. Le regole sono sempre quelle, ma credo che ci si stia approcciando in maniera più sobria”.

Qual è la sua opinione riguardo a quello che accadrà quando Bernie Ecclestone dovrà fare un passo indietro?
“Non oso esprimere opinioni. Io credo che Bernie, nonostante la sua invincibile tenacia, si renda conto che non può continuare per sempre. Noi siamo naturalmente consapevoli del fatto che molto dipende da lui, quindi la sfida per lui deve essere quella di riuscire a creare un sistema che deleghi alcune delle sue responsabilità ad altri, in maniera tale che la sua successione non sia un salto nel buio. E’ un problema di cui tutti siamo consapevoli, ma non è un processo che dipende da noi. Noi però come scuderia abbiamo la responsabilità insieme alla FIA ed insieme agli azionisti affinché ci possa essere una continuità sana per la Formula 1. Il tutto ovviamente senza ignorare quelle che possono essere le esigenze di Bernie e non è facile, perché Bernie ha un bel carattere. Comunque mi sta estremamente simpatico e penso che abbia fatto un lavoro incredibile nelle scorse 10 stagioni”.

Ha un momento preferito nella stagione che si è appena conclusa?
“La partenza del Gp d’Ungheria, infatti ho anche la foto nel mio ufficio. Avevo appena fatto una lavata di capo ai ragazzi, perché avevo visto la partenza che avevano fatto le due Williams in Gran Bretagna. Nemmeno a farlo apposta, pochi giorni dopo, la partenza dell’Ungheria ha cancellato tutti i peccati precedenti”.

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