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Intervista

Maldonado: "Il pianto di Frank pensando a Senna era una ferita aperta"

Pastor è stato l'ultimo a vincere con la Williams: è successo nel GP di Spagna 2012 quando la squadra di Grove festeggiava i 70 anni di Frank: "Ho vinto tanto - aveva detto l'inglese - , con tanti piloti, ma questa vittoria, per il momento in cui è arrivata, è la più importante della mia vita. Grazie Pastor’. Il venezuelano aveva instaurato un rapporto di amicizia con il capo: "Vedeva in me una persona con cui tirare fuori qualcosa che lo tormentava”.

Ayrton Senna, Williams FW16

Ayrton Senna, Williams FW16

LAT Images

Pastor Maldonado avrà sempre un posto particolare nella storia della Williams. Il 13 maggio 2012, sul circuito di Catalunya, riuscì a conquistare la vittoria nel Gran Premio di Spagna, un successo destinato a restare l’ultimo dei 114 conquistati da Frank Williams.

Un giorno indelebile anche per Maldonado, che ha trascorso tre stagioni nel team inglese che lo hanno visto passare da esordiente nel 2011 a vincitore di un Gran Premio. Parlando con Pastor all’indomani della scomparsa di Sir Frank, traspare chiaramente l’importanza che ha avuto quell’esperienza non solo nella sua carriera sportiva, ma nella sua vita.

Ayrton Senna, Williams FW16 al GP di San Marino 1994

Ayrton Senna, Williams FW16 al GP di San Marino 1994

Photo by: Sutton Images

“Sono stato sempre un grande fan della Williams – spiega Maldonado – la squadra aveva avuto tra le sue fila diversi piloti latini, come Piquet e Senna, ed ovviamente quando ero ragazzino era anche il team che vinceva. Quando ho iniziato a correre in monoposto, in Williams arrivò Juan Pablo Montoya, che per noi latini americani era un idolo assoluto, quindi ho sempre seguito con attenzione le vicende della squadra. Si può immaginare cosa ha rappresentato per me, fresco vincitore della GP2 Series, avere la possibilità di incontrare Frank Williams e ritrovarmi a correre nel suo team”.

“Il primo giorno che sono entrato nella sede Williams mi ha ricevuto Frank, e mi ha fatto subito sentire a mio agio, spiegandomi che aveva sempre avuto un debole per i piloti latini. L’incontro nel suo ufficio è diventata una tappa fissa ogni volta che ero in squadra, e nella maggior parte dei casi finiva col parlarmi di Ayrton, l’ho visto piangere diverse volte quando lo ricordava, mi è sempre sembrata una ferita aperta, e forse vedeva in me una persona con cui tirare fuori qualcosa che lo tormentava”.

Claire Williams con suo padre Sir Frank Williams

Claire Williams con suo padre Sir Frank Williams

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Maldonado ha legato molto con Sir Frank, un legame che anche lo stesso Pastor spiega come molto forte e che lo ha sempre visto un po' in soggezione davanti ad una figura che aveva gestito in passato campioni assoluti di questo sport.
“È nato un rapporto d’amicizia che è cresciuto molto fino ad arrivare ad essere davvero molto intenso, ma ricordo bene che dal mio punto di vista parlare con Frank era una sorta di lezione di motivazione, vedere una persona con limiti importanti come i suoi mantenere una grinta ed un’energia incredibile, era un messaggio che mi portavo dietro dopo ogni incontro".

"E credo di non essere stato l’unico, tutta la squadra sentiva la spinta di Frank, c’erano persone presenti nel team da trenta e più anni, e non credo fosse solo una questione di stipendio. La mia presenza è coincisa con momenti non facili per la squadra, ma c’è sempre stata un’atmosfera particolare, un grande spirito di gruppo”.

Il vincitore del GP di Spagna 2012 Pastor Maldonado sul podio

Il vincitore del GP di Spagna 2012 Pastor Maldonado sul podio

Photo by: Sutton Images

L’apice dell’avventura in Williams di Maldonado è indubbiamente il Gran Premio di Spagna del 2012, un giorno in cui si sono incastrate tante storie.
“Era il weekend in cui celebravamo i 70 anni di Frank, un fine settimana incredibile. Per l’occasione venne in pista anche sua moglie, era già alle prese con la malattia ma lo sapevamo in pochi, e nonostante tutto non volle mancare. C’era ovviamente un’atmosfera molto speciale nel team, arrivò anche Patrick Head, e volevamo rendere unico quel fine settimana, ricordo che ci furono anche delle riunioni tecniche che di solito non c’erano, e lo stesso Frank ci incoraggiò in più momenti nel corso del weekend”.

Pastor Maldonado, Williams FW34 nel GP di Spagna vinto nel 2012

Pastor Maldonado, Williams FW34 nel GP di Spagna vinto nel 2012

Photo by: Sutton Images

Arrivò la pole position, un’impresa storica, ma nessuno credette davvero nella possibilità che Maldonado sarebbe riuscito a confermare quell’exploit il giorno successivo.

Invece giro dopo giro Pastor costruì un capolavoro, e arrivò quella che probabilmente fu la vittoria più imprevista dallo stesso Williams.
“Quando sono tornato ai box dopo il podio e le conferenze stampa radunò un piccolo gruppo di persone e ricordo benissimo cosa mi disse: ‘Ho vinto tanto, con tanti piloti, ma questa vittoria, per il momento in cui è arrivata, è la più importante della mia vita. Grazie Pastor’.

Fu un momento davvero incredibile, provai a trattenere qualche lacrima ma mi accorsi che erano in tanti nella mia stessa situazione. Credo che quel giorno si unirono tante cose, ufficialmente era il settantesimo compleanno di Frank, ma c’erano anche problemi familiari importanti, la squadra non proveniva da un bel periodo, e ci trovammo tutti a respirare una boccata d’aria fresca”.

“È stata una domenica incredibile, con anche attimi di tensione a causa di un incendio che si propagò nel box dopo la gara. Ricordo bene che Frank continuava a chiedere se tutti stessero bene, la preoccupazione per il personale era sempre tra le sue massime priorità. Quel giorno a Barcellona c’era anche Patrick Head, una figura costantemente presente nei pensieri di Frank, non ha mai smesso di considerarlo il suo braccio destro".

"Quando capitava che gli parlassi di problemi con la monoposto, finiva sempre che chiamava Head e me lo passava al telefono. Era un punto fermo, la sua importanza la si capiva anche dalle foto che aveva esposto sulle pareti del suo ufficio, due ragazzi che grazie a talento, perseveranza e un po' di pazzia hanno davvero realizzato i loro sogni”.

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