Leclerc: "Siamo terza forza, ma ci rimbocchiamo le maniche"
Il monegasco si racconta prima del GP d'Australia e analizza la SF1000: “L’obiettivo era avere più carico: nelle curve strette abbiamo più grip a scapito della velovità in rettilineo. Solo alla prima gara sapremo se l’equilibrio è corretto oppure no, però quello che volevamo fare con la macchina lo abbiamo fatto”.

Se è vero che un anno in Formula 1 equivale a 36 mesi nella vita normale (in Formula 1 dicono così) quando si indossa una tuta rossa il coefficiente andrebbe ritoccato.
Charles Leclerc ne è un esempio, dodici mesi arrivò ai test di Barcellona con un mix di orgoglio ed emozione che traspariva da ogni sua espressione, e gli andò benissimo essere presentato come il giovane pilota che avrebbe dovuto fare esperienza al fianco di un quattro volte campione del Mondo. Con soli ventuno Gran Premi alle spalle, e altrettanti anni all’anagrafe, c’era già da leccarsi i baffi.
Le ventuno gare disputate al volante di una Ferrari hanno cambiato parecchio il suo status, oggi Leclerc è diventato il punto fermo della Scuderia, con cinque anni di contratto in tasca e una posizione paritaria al più titolato compagno di squadra.
Nel 2020 a giocarsi il futuro in rosso sarà Vettel, e curiosamente le domande su chi sarà il futuro compagno di squadra oggi vengono poste proprio e Leclerc. Argomento spinoso, ma è da qui che è iniziata una lunga chiacchierata con Charles alla vigilia della partenza per Melbourne.
Lasciamo da parte i nomi, perché sappiamo che non puoi farne, ma se nel 2021 arrivasse al tuo fianco un pilota giovane, ti sentiresti pronto ad essere il riferimento della squadra?
“Nelle categorie minori sono stato spesso una figura di riferimento. È vero che parliamo di realtà di quaranta persone contro le mille che ci sono oggi in team di Formula 1, ma alla fine il ruolo del pilota è quello".
"Devi riportare i feedback corretti ed anche sapere motivare la gente con cui lavori soprattutto se ci si trova in momenti difficili, ed è ciò che sto facendo anche ora. Anche se oggi c’è Sebastian vicino a me, sto provando a comportarmi in questo modo indipendentemente dalla mia giovane età. Lo sto già facendo, anche se c’è Sebastian che ha più esperienza di me”.
Il nome del tuo compagno 2021 sarà un tormentone, lo sappiamo. La Ferrari dovrà scegliere se rinnovare il contratto a Vettel o sostituirlo. Quanto conterebbe per te avere ancora Seb al tuo fianco?
“Si impara da tutti: Sebastian mi ha aiutato tanto nel mio primo anno e sarà così anche nel 2020. Poi, se dovesse arrivare qualcun altro, imparerò anche da lui, si acquisisce sempre qualcosa da chi guida la tua stessa monoposto”.
Lo scorso anno hai capito che star davanti al compagno di squadra è cruciale…
“Alla fine è l’unico pilota che è in pista con la tua stessa macchina, è l’unico punto di riferimento. Ma nel caso specifico con Seb, credo che abbiamo trovato il modo per lavorare insieme, la competizione c’è sempre ma è importante lavorare di squadra”.
Invidi qualcosa a Hamilton e Verstappen?
“Come dicevo, si può sempre imparare da tutti. Lewis è veramente forte, ciò che ammiro è soprattutto la sua consistenza in gara, il saper tirar fuori sempre il cento per cento. Ognuno di noi ha punti di forza, ma se c’è qualcosa su cui vorrei lavorare è proprio la costanza in gara”.
ll fatto che la Ferrari abbia deciso di puntare su di te, come ti fa sentire?
“Fa piacere perché significa che sono contenti del mio lavoro. Ma non mi cambia la vita, sono consapevole di essere in Formula 1 e di dover sfidare i migliori, quindi devo essere pronto ad accogliere chiunque dovesse arrivare in squadra. Da parte mia non ho problemi”.
Sembra che Lewis abbia un grande rispetto per te, non ha mai risparmiato complimenti nei tuoi confronti...
“Non saprei rispondere in merito ad un motivo in particolare. Forse Lewis sente che lo rispetto, alla fine credo che tra sportivi il rispetto reciproco sia il sentimento corretto”.
Ma dopo Monza, con quella quasi sportellata alla Roggia, non ti ha detto niente?
“Mi ha detto una parola non proprio da perfetto galateo, ma… in termini non negativi, magari non era contento ma me l’ha detto scherzando, sapendo che questi duelli fanno parte del gioco”.
Passiamo ai riscontri dei test. Sarai deluso se a Melbourne vi confermerete terza forza?
“Deluso no, ma non sarebbe completamente una sorpresa. Poi nel caso ci rimboccheremo le maniche e miglioreremo, come abbiamo fatto l’anno scorso”
Forse ti aspettavi dei riscontri migliori nei test...
“Non mi ero posto aspettative. L’anno scorso eravamo partiti molto bene, eravamo contentissimi, poi la prima gara ha dimostrato che non avevamo capito dove fossimo. Quest’anno l’approccio è diverso, ci siamo concentrati su di noi, anche se Mercedes e Red Bull sono molto forti. Il programma è stato importante per crescere, conoscere meglio l’auto ed essere pronti per Melbourne”.
La SF1000 ha confermato di avere più carico rispetto alla monoposto dello scorso anno, ma in rettilineo ci sono delle difficoltà...
“L’obiettivo era mettere più carico e ci siamo riusciti, nelle curve strette abbiamo più grip a scapito della performance in rettilineo. Solo alla prima gara sapremo se l’equilibrio è corretto oppure no, però quello che volevamo fare con la macchina lo abbiamo fatto”.
In dodici mesi la tua vita è cambiata. Successo, fama, denaro, non è roba da perdere la testa?
“Con il mondo esterno è un po' più complicato. La gente vuole conoscerti, tutti vogliono diventare tuoi amici, me ne sono accorto in fretta, così provo a mettermi dentro una bolla di cui fanno parte la mia famiglia e gli amici di sempre. Il rischio è quello di perdere facilmente i punti di riferimento, così resto sereno e non mi monto la testa. Conta il giusto equilibrio con le persone che mi sono sempre state vicine, ed è ciò che mi permette di avere una vita normale”.
La popolarità fa piacere?
“Quando senti parlare bene di te fa piacere. Dopo la vittoria di Monza ho preso un taxi a Milano e il conducente ha iniziato a parlarmi del Gran Premio dicendomi: “Ha visto che gara ha fatto oggi quel ragazzino?”. Non mi aveva riconosciuto ed è stato bello sentirlo parlare così di me, era sincero. A volte non nego che avere così tanta gente intorno può essere stancante, ma lo vedo sempre come un aspetto positivo, perché senza i tifosi non ci sarebbe questo sport. E poi nei momenti difficili sono loro a darti morale, non lo dimentico mai”.
Nella tua crescita privata e professionale quali sono stati e chi sono i tuoi riferimenti?
“Papà è stato il mio punto di riferimento nel Motorsport, aveva un passato da corsa, aveva gareggiato in F.3, non poteva essere altrimenti. Mamma lo è nella vita normale, siamo uniti, mi aiuta nelle cose semplici: cucinare, lavare, specie all’inizio quando sono andato a vivere da solo ed era…un casino! Parliamo di tutto, mi consiglia sulla vita in generale. Poi c’è il mio manager Nicolas (Todt), so di poter contare su di lui, nel privato e come professionista. Questo mi da fiducia, mi tranquillizza e mi consente di concentrarmi solo sulla guida”.
Sei molto giovane, ma ha già vissuto perdite importanti. Tuo padre e i tuoi due amici Jules Bianchi e Anthoine Hubert. Ci pensi o guardi avanti?
“Ti abitui al dolore, ma non dimentichi. Sono tre persone che tengo dentro perché mi ricordano come e grazie a chi sono arrivato in F.1, direttamente e indirettamente mi sono state d’aiuto. Anthoine e io abbiamo iniziato in kart, ci spingevamo a vicenda, su papà e Jules non serve nemmeno ricordare tutto l’aiuto che mi hanno dato, sono figure sempre nel cuore e nella mente”.
Il dolore fa crescere?
"Sicuramente, ma avrei preferito crescere in altro modo. Sono eventi che ti fanno relativizzare tutto, anche la F.1. Capisci meglio ciò che conta nella vita".
In carriera hai sempre migliorato la tua posizione di stagione in stagione. Temi che possa arrivare un anno in cui i risultati saranno inferiori a quello precedente?
“Ci ho pensato. Può succedere, fa parte di questo sport. Ma sono con Ferrari, sono contentissimo di essere qui, e sarà sempre un onore esserci”.
Charles Leclerc, Ferrari SF1000

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Charles Leclerc, Ferrari

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Charles Leclerc, Ferrari in garage

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000 in garage

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Ferrari SF1000 il volante di Charles Leclerc

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000, fa un pit stop

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Charles Leclerc, Ferrari, gioca a calcio nel paddock

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari al muretto dei box

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Charles Leclerc, Ferrari in garage

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Charles Leclerc, Ferrari in garage

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Charles Leclerc, Ferrari in garage

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Dettaglio del volante di Charles Leclerc, Ferrari

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari in garage

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Valtteri Bottas, Mercedes-AMG Petronas F1, Charles Leclerc, Ferrari, Sebastien Vettel, Ferrari, Carlos Sainz, McLaren, Lando Norris, McLaren e Daniel Kvyat, AlphaTauri schierati sulla pista

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, precede Kimi Raikkonen, Alfa Romeo Racing C39

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000, passes Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11

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Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11 EQ Performance, precede Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Charles Leclerc, Ferrari SF1000

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Serie | Formula 1 |
Evento | GP d'Australia |
Location | Circuit de Barcelona-Catalunya |
Piloti | Charles Leclerc |
Team | Ferrari |
Autore | Roberto Chinchero |
Leclerc: "Siamo terza forza, ma ci rimbocchiamo le maniche"
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