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Intervista
Formula 1 GP del Messico

F1 | Leclerc esclusivo: "Mi preparo per essere campione nel 2023"

Il pilota monegasco vuole diventare campione del mondo con la Ferrari, ma non è disposto ad aspettare il 2026, il tempo che si è dato il presidente John Elkann: "Da pilota non posso pensare a questa scadenza. Sono molto impaziente...". Charles si racconta a cuore aperto a Motorsport.com: "Solo a Spa ho capito che eravamo fuori dalla battaglia iridata. La squadra sta lavorando sodo per essere pronta alla sfida e vedo già dei miglioramenti".

Charles Leclerc, Ferrari

Parlando nel corso degli anni con Charles Leclerc emerge un aspetto curioso. Il pilota professionista è in continua evoluzione, una crescita costante che stagione dopo stagione ha portato quelle che erano criticità ad essere dei punti di forza.

Il ‘ragazzo’ Charles è invece sempre lui: sono ovviamente cambiate le abitudini, ma il modo di porsi, gli amici e la disponibilità sono le stesse che aveva quando i Gran Premi di Formula 1 li guardava in televisione.

Intorno ai suoi punti fermi Leclerc ha modellato il suo modo di vivere, sia in pista che fuori, apprezzando i momenti esaltanti e imparando ad affrontare le giornate negative. I modi gentili non devono trarre in inganno, Charles ha una forte personalità, una grande determinazione e sa molto bene cosa vuole.

Il racconto sulla stagione 2022 è un’analisi lucida e proiettata nel futuro, che vuol dire 2023, perché per quanto si trovi in una posizione invidiabile, è cosciente del tempo che passa. I 100 Gran Premi appena festeggiati testimoniano un percorso intenso e veloce, nel quale Leclerc ha seminato ciò che serve per raccogliere il titolo Mondiale e per quanto il paddock gli attribuisca il ruolo di top-driver, Charles sa che serve anche mettere il tutto nero su bianco. Il Presidente John Elkann ha dato tempo fino al 2026, ma Leclerc va di fretta, e vuole chiudere la pratica con largo anticipo.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Hai disputato in Messico il tuo centesimo Gran Premio. È un traguardo che hai sentito arrivare o è trascorso tutto velocemente?
“Non mi sono mai soffermato a pensarci. Ci ho pensato negli ultimi giorni, e alla fine sì, si sentono. In questo arco di tempo ho cambiato due squadre, se ripenso al mio primo Gran Premio credo di essere cresciuto molto. Allo stesso tempo mi sembra ieri, le emozioni prima del debutto in Australia nel 2018 le ricordo molto bene, essere su quella griglia di partenza era un sogno diventato realtà. Poi è andato tutto molto velocemente, al mio secondo anno di Formula 1 ero già in Ferrari, quindi eccomi qui”.

Hai ancora dei momenti in cui ti dici ‘sono un pilota della Ferrari’ o è ormai tutto nella norma?
“Mi capita di… ricordarmelo, e soprattutto ogni tanto mi piace dire a me stesso che sono fortunato ad essere dove sono. È un pensiero veloce, perché subito dopo penso di avere davanti a me ancora tanta strada, sono contento di quanto ho fatto e di essere dove sono, ma ho molti obiettivi davanti a me, il primo dei quali è essere campione del mondo. Dal 2021 al 2022 abbiamo fatto un grande passo avanti, ma resta un altro grande passo da fare per poter puntare a questo obiettivo”.

Se lo scorso inverno ti avessero detto che avresti vinto tre Gran Premi, salendo altre sette volte sul podio e che avresti ottenuto nove pole, avresti ‘firmato’?
“No, non l’averi fatto, firmerei solo per il Mondiale! Ma avrei visto questo pronostico come beneagurante, visto che il 2020 ed il 2021 sono stati due anni difficili e confermare un salto in avanti di performance come quello che abbiamo fatto è stato il risultato di un grande lavoro. Col passare della stagione si tende a dimenticare questo aspetto, ma lo scorso anno c’erano dei weekend in cui ottenere il settimo posto era considerato un buon traguardo. Oggi puntiamo sempre in alto, non è sempre andata come avremmo voluto, ma stiamo lavorando per migliorare”.

Charles Leclerc durante l'intervista con Roberto Chinchero per Motorsport.com

Charles Leclerc durante l'intervista con Roberto Chinchero per Motorsport.com

Photo by: Ferrari

La stagione 2022 è iniziata con due vittorie ed un secondo posto nelle prime tre gare. Cosa hai pensato nel volo di ritorno da Melbourne dopo il successo nel Gran Premio d’Australia? Tutto faceva credere ad un Mondiale alla portata...
“Eravamo in una buona posizione, c’era tutto per credere alla possibilità di giocarci le nostre chance fino alla fine. Se ripensiamo a Bahrain, Jeddah e Melbourne non c’erano stati imprevisti, avevamo completato tutti i test invernali senza un problema e probabilmente siamo stati l’unica squadra a non aver dovuto fare i conti con qualcosa di inatteso. Una tendenza poi confermata nelle prime tre gare, tre weekend in cui ci siamo confermati molto veloci ed affidabili, quindi dopo Melbourne ero convinto che saremmo stati in grado di giocarcela fino alla fine”.

Quando hai capito che non avresti più avuto chance in chiave ‘Mondiale’?
“Tante persone credono che questo momento sia il Gran Premio di Francia, invece per me è stato a Spa. Durante la pausa estiva ho creduto che avessimo ancora delle possibilità per restare in corsa fino alla fine, poi è arrivato il Gran Premio del Belgio ed è stato il primo weekend della stagione in cui la Red Bull si è confermata davvero superiore in termini di passo. Dopo quel fine settimana ho pensato che sarebbe stato molto difficile mantenere intatte le nostre possibilità in chiave Mondiale”.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Quest’anno hai confermato una grande performance in qualifica. È stata solo una questione di potenziale della monoposto sul giro veloce o hai cambiato qualcosa anche nella tua preparazione?
“Credo che, come in ogni stagione, ci sia sempre un passo avanti anche da parte mia. Sono un pilota migliore rispetto al 2021, così come lo sorso anno credo di esserlo stato rispetto al 2020. Quando ho realizzato che avrei avuto l’opportunità di battagliare per conquistare pole e vittorie mi sono ulteriormente caricato, anche inconsapevolmente mi ha fatto tirare fuori il meglio di me. Ma ripeto, alla fine è una progressione, dal 2019 ad oggi il più grande step che ho fatto è quello relativo alla gestione della gara, ma è difficile fare emergere questo aspetto con una Red Bull così forte”.

Restando sul giro veloce in qualifica, è anche una questione di come prepari la gomma?
“Sicuramente. È un esercizio molto particolare nel quale ogni dettaglio comporta una grande differenza. Gli pneumatici hanno una finestra molto ristretta in cui garantiscono il massimo della resa, e non è sempre facile centrarla perché le condizioni variano, è un aspetto sui cui ho lavorato molto e che in questa stagione credo mi abbia aiutato. Per quanto ci si possa preparare, quando scendi in pista il sabato pomeriggio c’è sempre qualcosa che è cambiato rispetto ai calcoli, parlo di grip dell’asfalto che può essere più alto del previsto o di vento, e in questo scenario devi essere rapido a capire e ad adattarti”.

Sei uno di quei piloti che il lunedì rivede e studia la gara?
“La guardo già domenica sera se riesco a scaricarla prima di essere in volo, mi piace farlo perché dalla macchina non hai la visione d’insieme della corsa, hai un’idea della tua gara e a volte non capisci certe scelte perché non conosci le condizioni in cui si trovavano gli avversari in quel momento specifico. Quindi è utile, perché hai il quadro generale”.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Photo by: Ferrari

Abbiamo visto in più occasioni che non hai problemi ad ammettere i tuoi errori, arrivando ad essere anche molto duro con te stesso. Credi che questo aspetto abbia contribuito a far crescere la stima dei tifosi?
“Non ne ho idea! Ho sempre avuto questo approccio, in passato non è stato sempre positivo, soprattutto nei primi anni della mia carriera, perché ammettevo i miei sbagli ma il farlo allo stesso tempo mi buttava giù e non mi faceva sentire all’altezza. Ho lavorato su questo aspetto insieme allo staff di Formula Medicine, ho cercato di convertire questo approccio in modo positivo, e credo che oggi sia diventato un mio punto di forza, lavoro in modo trasparente”.

Hai detto che a questa Ferrari manca la domenica, sottolineando gli aspetti che sono mancati nella gestione delle gare. Se però osserviamo la stagione 2022, fino a Melbourne è sembrato che ci fosse tutto, anche la domenica. Cosa è successo dopo?
“Ad inizio stagione la nostra macchina in generale era migliore della Red Bull. Poi loro hanno fatto dei passi avanti, abbiamo visto cosa hanno portato in pista in tanti weekend, e da parte nostra questo ha portato ad una differenza di prestazioni tra qualifiche e gara".

"Allo stato attuale credo che i punti in cui dobbiamo migliorare siano la gestione della gomma, la comunicazione, la strategia e l’affidabilità, un problema quest’ultimo con cui abbiamo dovuto fare i conti nella prima metà di stagione e che abbiamo dovuto gestire. Credo che sulla comunicazione e la strategia abbiamo fatto dei passi avanti, soprattutto nelle ultime gare, la squadra ha fatto un grande lavoro su questi aspetti e ho visto i progressi".

"Non sempre è stato evidente perché in alcuni casi le scelte corrette sono meno evidenti, ma so che è così. Per quanto riguarda la gestione degli pneumatici dobbiamo ancora fare dei passi avanti, abbiamo visto una Red Bull più forte su questo fronte soprattutto in condizioni particolari, come ad esempio a Suzuka. Riassumendo, sappiamo cosa ci manca, e su alcuni fronti sto già vedendo di passi avanti”.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Dall’esterno quello della gestione delle gomme in gara è uno scenario non semplice da comprendere. Nella prima parte di stagione questo problema non è stato così evidente, in Austria il vostro tire-management è stato migliore della Red Bull. Poi a partire dal GP d’Ungheria questo problema è diventato molto più evidente.
“Nella squadra è sempre stato chiaro che questo fronte necessitava di lavoro. Poi ci sono state delle gare in cui siamo stati sorpresi dal gap che abbiamo pagato, e questo credo sia stato dovuto a circostanze specifiche, a situazioni in cui si è girato poco e nelle quali la Red Bull ha fatto un lavoro migliore”.

Stai per concludere la tua quinta stagione in Formula 1, ed è evidente che stai facendo ciò che sognavi di fare. C’è però un aspetto che non ti piace nel ruolo che occupi oggi?
“Forse l’unico aspetto che non avevo messo in conto era quello dei giudizi legati alla vita privata. Non sono molto esposto, ma ci sono spesso dei giudizi sulla vita privata che conducono i piloti, a volte positivi ma anche negativi, e non è una cosa che mi piace”.

I tuoi amici sono ancora quelli che frequentavi prima di essere un affermato pilota di Formula 1?
“Certo, assolutamente gli stessi”.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images

E tra piloti, è possibile costruire un rapporto di amicizia?
“È raro ma è possibile. L’unico rapporto realmente d’amicizia che ho nel paddock è con Pierre (Gasly), ci conosciamo da molti anni ed abbiamo condiviso tante esperienze. Questo ci ha legato molto”.

Sul recente podio di Austin siete saliti tu, Hamilton e Verstappen. C’è chi ha indicato quel podio come lo status di questa Formula 1. Sei d’accordo?
“Onestamente, non mi piacciono queste graduatorie. Lewis per me è diverso, ha tanta esperienza ed era già un pilota di Formula 1 affermato quando ero un ragazzino, mentre con Max siamo cresciuti insieme e ci siamo confrontati tantissime volte già in kart. Mi piace confrontarmi in pista con loro, Max lo conosco bene, e quando mi è capitato di duellare con Lewis ho sempre avuto la percezione della sua esperienza, sa cosa fa. Sono due stili completamente diversi, ma per rispondere alla tua domanda… non rispondo alla domanda".

Correre contro Lewis Hamilton, un pilota che è stato per la tua generazione un eroe da emulare, che effetto fa? Alla fine, quando sei in pista, resta un avversario come tutti gli altri?
“Sì, è un avversario. Ho tanto rispetto per tutto ciò che ha ottenuto e per quanto ha fatto per lo sport, ma quando siamo in pista lo vedo come chiunque altro, è un avversario che provi a battere”.

Lewis Hamilton e Charles Leclerc al Parc Ferme

Lewis Hamilton e Charles Leclerc al Parc Ferme

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

C’è stato un episodio, o un momento particolare, che ti ha fatto capire cosa vuol dire essere un pilota della Ferrari?
“Mi vengono in mente due momenti, entrambi del 2019. La prima presentazione della monoposto, che è coincisa con il mio debutto ufficiale in tuta rossa, ricordo la marea di gente accorsa per l’evento, e per me è stato molto emozionante, e poi la vittoria di Monza. Ecco, li ho capito cosa vuol dire davvero essere pilota Ferrari, ho toccato con mano la passione che c’è per questo marchio e per questa squadra”.

Parlando recentemente con Carlos è emerso il grande lavoro di adattamento che ha dovuto affrontare per familiarizzare con la F1-75. Come è stato nel tuo caso l’approccio con questa monoposto?
“Credo che tutti i piloti abbiano dovuto in qualche modo cambiare il proprio stile di guida perché quelle che abbiamo oggi sono macchine più pesanti rispetto alle precedenti. Nei primi mesi anche io ho dovuto adattarmi, non è stato un feeling immediato, da quando ho esordito in Formula 1 avevo guidato sempre la stessa generazione di vetture e ho dovuto cambiare un po' di cose".

"Abbiamo fatto un grandissimo lavoro durante i test pre-campionato, riuscendo a cogliere subito quali erano i fronti sui cui concentrarci e le necessità di queste nuove monoposto in termini di guida. Già alla prima gara mi sono sentito bene con la macchina, ho avuto il feeling di poter estrarre il massimo del potenziale che poteva darmi. Personalmente l’aspetto che più mi è piaciuto è avere un avantreno forte, e soprattutto ad inizio stagione l’inserimento era proprio quello che mi piace”.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75nelle prove di pit stop

Charles Leclerc, Ferrari F1-75nelle prove di pit stop

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Il prossimo anno vi aspetta un calendario con ventiquattro gare. Come la vivi una stagione così intensa?
“È stancante, ma non è una stanchezza confrontabile come quella che emerge dopo un giorno duro di palestra. È molto più graduale, ed è un aspetto che fino allo scorso anno ho gestito male, non riuscivo a capire quando avevo bisogno di staccare, di stare a casa tre giorni tranquillo, ero sempre impegnato a fare qualcosa. Quest’anno ho sentito il bisogno di avere dei momenti di tranquillità e ho visto i benefici. La scorsa stagione in questa fase del campionato ero molto stanco, ma non lo percepivo così tanto, poi dopo Abu Dhabi per due settimane mi sono ritrovato ammalato”.

Tra un anno di questi tempi inizieranno a chiederti in merito al tuo futuro in Ferrari. Ti è già capitato di pensarci o la vedi come una scelta ancora molto lontana?
“Ho un contratto fino al termine della stagione 2024, e oggi vedo questa scadenza come molto lontana. Ho sempre amato la Ferrari, voglio vincere un titolo Mondiale con questa squadra, e lo voglio fare il prima possibile. Quando arriverà il momento di valutare il futuro ci penserò, ma amo questa squadra”.

Hai detto che vuoi vincere un mondiale il prima possibile. Sembra tanto essere un 2023…
“Esatto! So che il Presidente (John Elkann) ha detto che è un obiettivo da centrare entro il 2026, ma da pilota non posso pensare a questa scadenza. Sono molto impaziente, mi preparerò e farò tutto il possibile per essere campione del Mondo nel 2023”.

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