L'opinione: Ferrari, prossima fermata a ruotate?
Mattia Binotto ha provato a gestire la forte rivalità fra Charles Leclerc, il nuovo, e Sebastian Vettel, il vecchio ma ha dovuto fare i conti con due piloti dalla personalità molto forte e non arrendevole. Forse è meglio puntare a un “liberi tutti” con la clausola di salvaguardia per il team.
Prossima fermata: una rissa a sportellate. O a ruotate. Non era necessario essere dei profeti per immaginare che la montante rivalità tra Sebastian Vettel e Charles Leclerc avrebbe ben presto superato il livello di guardia, generando all’interno della Ferrari una situazione pericolosa, più che altro perché inedita da parecchi anni all’interno del Cavallino.
Dopo Monza avevo sostenuto che l’avversario più difficile da contrastare per Mattia Binotto sarebbe stato il duello tra il gallo “anziano” (Seb) e quello giovane, rampantissimo e con la cresta molto alta (Charles).
Detto e fatto, purtroppo tutto sta andando in quella direzione e l’episodio di Sochi sembra proprio il limite di un burrone: il prossimo passo sarà quello del baratro.
Tra l’altro, ironia del destino, si andrà a correre a Suzuka, già teatro del famosissimo “Ok Corral” tra Ayrton Senna e Alain Prost nei loro torridi giorni alla McLaren.
Ayrton Senna e Alain Prost dopo il contatto nel GP del Giappone 1989 con le McLaren MP4/5 Honda
Photo by: LAT Images
La pista giapponese potrebbe dare l’idea a uno dei due ferraristi? Ci auguriamo proprio di no, stiamo parlando (meglio: dovremmo parlare) di professionisti che alla fine hanno/dovrebbero avere la testa sulle spalle.
Ma quando casca la catena e vai fuori controllo, può capitare di tutto. Ci pare che sulla plancia di comando di Binotto ci siano già un bel po’ di luci rosse d’allarme che lampeggiano.
Fissare delle regole draconiane, delle policy che se non rispetti sei fuori, come direbbe Briatore? E’ una strada. Ma siamo ormai fuori tempo massimo.
A questo punto potrebbe insomma convenire un “liberi tutti” – con la clausola di salvaguardia, a favore del team, base alla quale se fai una cavolata ne paghi le conseguenze secondo modalità da definire – per evitare repliche dello start di Sochi.
Si vuole che Vettel in Russia abbia disatteso un patto stabilito a tavolino. Ma a parte che in altra occasione era stato Leclerc a non rispettare gli accordi, c’è da domandarsi per quale motivo un pilota che va al comando prima di tutto per propria abilità e non solo per l’effetto-scia che su quella pista aiuta chi insegue il poleman, debba cedere il passo.
A maggior ragione se tiene un ritmo superiore a quello del compagno lasciato alle spalle. Quindi, ognuno per sé e Dio per tutti: forse funzionerà meglio di briglie e gabbie.
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