F1 | Komatsu: "Haas in fase di transizione, ma può migliorare"
Dopo l'addio di Gunther Steiner, Ayao Komatsu è salito alla guida della Haas con l'arduo compito di scalare verso l'alto la classifica. Per quanto sia consapevole che le altre scuderie si stanno attrezzando migliorando le proprie strutture grazie a ingenti investimenti, secondo il nuovo Team Principal la Haas può riuscire ad estrarre qualcosa in più dall'attuale assetto che la vede adoperare in collaborazione con Ferrari. Tuttavia, prima di apportare dei cambiamenti, l'ingegnere giapponese verrà in Italia per parlare con tutti i componenti del team ed avere una panoramica più chiara della situazione.
L'inizio del 2024 ha rappresentato anche un cambio radicale in casa Haas, che ha scelto di stravolgere la direzione del team dando l'addio a Gunther Steiner, ex Team Principal che aveva guidato la squadra sin da suo debutto nel 2016.
La figura di Steiner era stata centrale nel processo che aveva portato alla nascita del team, ma alcune divergenze con Gene Haas in merito agli investimenti necessari per far crescere la scuderia hanno creato una frattura tra i due, poi concretizzata con la decisione del proprietario americano di non rinnovare il contratto all'altoatesino.
A sostituire Steiner sarà quindi Ayao Komatsu, una figura che conosce le dinamiche interne avendo fatto parte del team sin dal 2016. Nel corso degli anni, il giapponese ha scalato i ranghi, fino ad assumere il ruolo di direttore dell'ingegneria.
Photo by: FIA Pool
Ayao Komatsu, ingegnere capo di Haas F1 Team, nella conferenza stampa dei dirigenti della scuderia
In un'ampia intervista rilasciata ai media selezionati per riflettere sulla sua nomina, Komatsu ha riconosciuto affrontato i temi che lo attendono in questa sua prima avventura nel ruolo di Team Principal, sottolineando come il suo obiettivo sia quello di sfruttare al massimo i punti di forza della Haas.
"Sono concentrato sul come migliorare, ovviamente. Mi piace pensare di essere abbastanza corretto e di essere abbastanza educato. Sono ragionevolmente diretto, credo, e poi trasparenza, onestà: Non faccio politica. Credo che se si ha l'intenzione giusta, se la motivazione è chiara e si vuole ottenere il meglio dalla squadra, credo che questo arrivi alle persone e che le renda capaci di unirsi", ha raccontato il giapponese presentandosi nella sua prima intervista da responsabile della scuderia americana.
Prima di accettare l'incarico, Komatsu ha messo in chiaro anche con Gene Haas il fatto che avrà bisogno di un sostegno per quanto riguarda altre aree, come quella commerciale del marketing, ricevendo pieno appoggio da parte del proprietario del team. Infatti Komatsu verrà affiancato da altre figure, in modo da potersi focalizzare sulla parte tecnica: "Ovviamente, alcune aree mi sono più familiari, cioè l'aspetto tecnico. Altre aree mi sono meno familiari, come l'aspetto commerciale e il marketing. Ma quando mi è stata data questa opportunità, ho detto chiaramente a Gene: "Senti, sai, la mia esperienza, sai, non ha senso che io cerchi di concentrarmi sul lato marketing, cercando di ottenere sponsorizzazioni, perché non è quello il mio campo". In quel campo, ho bisogno di qualcun altro esperto in quell'area per gestirlo, e poi posso concentrarmi sull'aspetto tecnico cercando di ottenere un'organizzazione che ci permetta di migliorare l'aspetto tecnico del team".
Photo by: Motorsport Images
Haas F1 Car
Essendo salito al comando della squadra solo all'inizio di quest'anno, Komatsu ha trascorso le ultime settimane cercando di farsi un'idea precisa dei punti di forza e di debolezza della Haas. Il proprietario della squadra ha insistito su quanto sia fondamentale approfittare del rapporto con Ferrari e del pacchetto messo a disposizione dal Cavallino, ma è chiaro che senza investimenti dietro le quinte sarà difficile colmare un gap dagli avversari che sta crescendo sempre di più. Alpine, Aston Martin, McLaren, AlphaTauri, stanno investendo in maniera importante dietro le quinte, così come Williams e Sauber, che ora possono contare su fondi freschi per aggiornare le proprie strutture.
Prima di impegnarsi a fare dei cambiamenti, il nuovo Team Principal vuole però incontrare il maggior numero possibile di dipendenti e visitare le strutture principali della Haas in Italia per comprendere dove sia necessario intervenire. Non bisogna nemmeno dimenticare, infatti, che la Haas ha perso anche il proprio direttore tecnico, Simone Resta, il quale ha lasciato la scuderia alla fine dello scorso anno.
"Andrò in Italia per incontrare tutti i progettisti e il personale del reparto aerodinamico che abbiamo lì", ha detto Komatsu .
"Devo approfondire le mie conoscenze in questo settore. Quali sono i problemi principali? Come possiamo migliorare la situazione? Ho parlato con alcuni dei presenti, ma non è che abbia già parlato con tutti. Vorrei quindi aspettare di parlare con tutti. Poi riunire le persone e formulare una panoramica, piuttosto che dire: 'Ok, negli ultimi tre giorni ho identificato questo', che potrebbe non essere una rappresentazione corretta".
Photo by: Andy Hone / Motorsport Images
Ayao Komatsu, Chief Engineer, Haas F1
Sebbene Komatsu non sia ancora giunto a nessuna conclusione, suggerisce che una migliore comunicazione tra le sedi Hass nel Regno Unito e in Italia sarà un'area di attenzione. Inoltre, per quanto sia chiaramente secondaria, non bisogna nemmeno dimenticare che vi è una terza sede operativa negli Stati Uniti, dove in realtà vengono gestite le varie attività Haas anche in altri campionati. "Naturalmente, se si sta creando un'azienda su un foglio bianco, non si creerà un team di F1 con due fabbriche separate nel Regno Unito e in Italia. Ma è così che abbiamo iniziato".
"È stato molto utile nel 2016, 2017 e 2018, per decollare. Poi, naturalmente, il panorama cambia e si verificano alcuni cambiamenti normativi, per cui la squadra deve evolversi. Questo tipo di cose dobbiamo valutarle continuamente. Ma se mi chiedete se è l'ideale avere un ufficio nel Regno Unito qui e un ufficio in Italia lì? No. Ma è un vincolo principale? No. Possiamo fare meglio? Assolutamente sì. Quindi è su questo che mi concentro", ha spiegato il nuovo Team Principal.
"Se riusciamo a ottenere il massimo dalla nostra struttura, e se poi questo diventa 'giusto, non possiamo fare nulla di meglio con il modo in cui siamo impostati', allora possiamo parlare di cambiare le cose. Questa è la mia strategia. Ma, naturalmente, bisogna tenerla a mente come strategia a medio-lungo termine, ma non è questo il mio obiettivo in questo momento".
Komatsu si è quindi detto aperto a prendere in considerazione eventuali cambiamenti in futuro sull'organizzazione della squadra, ma è chiaro che vi sono numerosi paletti sa superare prima di pensare a un cambio così radicale. In primo luogo, la sede di Maranello permette di lavorare a stretto contatto con Ferrari, l'azienda che fornisce gran parte del pacchetto, così come alcuni ingegneri in prestito. Inoltre, garantisce un rapporto ravvicinato ad altre aziende del territorio come Dallara, che si occupa della realizzazione di alcune componenti.
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
Kevin Magnussen, Haas VF-23
A ciò si aggiunge proprio quanto detto recentemente da parte del proprietario del team, Gene Haas, che ha rimarcato l'importanza e la centralità del rapporto con il Cavallino, che indubbiamente permette di ridurre il quantitativo di personale necessario risparmiando sul budget. Il problema è che in questa F1 non si può ragionare esclusivamente sulla parte relativa al Cost Cap, dove la scuderia americana ha comunque compiuto dei passi in avanti con l'arrivo di un nuovo main sponsor, perché allo stesso tempo è altrettanto importante investire sul CapEx, ovvero le risorse dedicate al miglioramento delle strutture.
Mentre Steiner riteneva che fossero necessari ulteriori fondi per aiutare la squadra a progredire, Gene Haas credeva che si trattasse piuttosto di massimizzare ciò che il team ha già a disposizione. Komatsu è consapevole degli ingenti investimenti effettuati proprio dalle altre scuderie, ma ritiene che non sia questo l'elemento determinante di cui Haas ha bisogno nell'immediato.
"È un settore molto difficile, ma sono ancora molto ottimista su ciò che possiamo fare con l'attuale assetto [organizzativo]. Poi, man mano che miglioreremo l'attuale assetto, alcune cose, credo, diventeranno piuttosto ovvie e naturali e ci faranno decidere: "Ok, dobbiamo discostarci leggermente dal nostro modello originale in questo modo e forse dobbiamo investire in questo modo".
"Penso che questo verrà fuori naturalmente, piuttosto che forzarlo. Non sono qui per mettere tutto sottosopra, perché in quel caso non potremmo operare e ci fermeremmo. Anche se avessimo subito un investimento massiccio, non funzioneremmo bene, non utilizzeremmo correttamente l'investimento. Quindi, bisogna crescere in modo naturale".
Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images
Gene Haas, proprietario e fondatore del team Haas F1
"Nel 2023 non eravamo in una buona condizione, ed è per questo che abbiamo deciso di fare dei cambiamenti. Ma non si può fare un grande salto all'improvviso, perché il 2024 sarebbe un disastro totale, giusto? Quindi, dobbiamo migliorare la squadra nel 2024. La vedo come una fase di transizione, e poi qualsiasi cosa impareremo nel corso dell'anno nel 2024, sono sicuro che ci aiuterà a definire molto chiaramente cosa faremo tra cinque anni, otto anni o dieci anni", ha aggiunto Komatsu.
L'obiettivo a breve termine è quello di risalire la classifica e togliere il team dal decimo posto, come avvenuto nel 2021 e nel 2023, abbastanza da portare Gene Haas a dire di sentirsi umiliato per i risultati in pista visti recentemente: "Gene al momento vuole risalire la griglia. Ovviamente, avete visto e sentito quanto Gene fosse infelice... Voglio dire, ovviamente, chi sarebbe felice di essere all'ultimo posto? È imbarazzante. È davvero imbarazzante".
"Quindi penso che sia positivo che Gene sia infelice della situazione in cui ci troviamo. Se i membri della squadra pensano: "Ok, siamo ultimi e non siamo sicuri di dove andare, Gene non dice nulla", allora... Ok, Gene è contento di investire per finire in decima posizione? È chiaro che non è così. Questo è un motivo di stimolo per tutti i presenti. Ok, Gene è serio, vuole migliorare la squadra. Quindi facciamolo insieme".
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