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Futuro del Gp d'Italia a Monza? "Non ci sono i soldi!"

Intervista al presidente ACI Sticchi Damiani dopo l'incontro con Ecclestone: nessuna fumata bianca perchè...

Angelo Sticchi Damiani, presidente di ACI Italia e della Csai, ha incontrato Bernie Ecclestone questa mattina nel motorhome della FOM, nel cuore del paddock del Gp di Monaco. Cosa si siano detti resta un segreto, ma alla fine non c’è stata alcuna fumata bianca sul futuro del Gp d’Italia. E la ragione, purtroppo, è semplice: non ci sono i soldi.

La Sias, la società di gestione che è controllata dall’Ac Milano, ha varato un piano industriale per finanziare una parte dell’aumento che Mister E vuole per il rinnovo della Formula 1 nel tempio della velocità dal 2017 al 2019, ma si tratta di poca cosa. Perché si parla di 25 milioni di euro all’anno, una cifra in linea con quanto chiesto a Dietrich Mateschitz per il Gp d’Austria. Ma chi ci deve mettere i quattrini? Passa il tempo ma non si delinea una soluzione. Almeno a breve termine. E la sensazione è che Monza sia ancora ferma al palo...

“Ho incontrato Bernie - spiega Sticchi Damiani - come faccio ogni volta che vengo ad un Gran Premio, ma non c’è stato niente di più. Credo che tocchi alla Sias, o meglio l’azionista di Sias che è l’Ac Milano, parlare perché i rapporti commerciali sono con loro, quindi è corretto che gli aspetti economici del Gp vengano discussi da loro”.

Ma chi deve aprire la borsa?
“La Sias, vale a dire la società di gestione dell’autodromo”.

Questa società fa da collettore ai soldi di chi?
“Una parte dei soldi saranno generati dal piano industriale di Sias – spiega Ivan Capelli, presidente di AC Milano – un piano che è stato confermato dall’Ac Milano e che sta producendo nuove attività che fanno parte del calendario 2015 e 2016 e da altri eventi che dovranno essere organizzati. Insomma dovrà produrre un’economia che dovrà essere integrata da un supporto serio da parte del Governo…”.

Ma il supporto economico deve arrivare dalla Regione Lombardia o dal Governo?
“Parliamo di due cose diverse – riprende Sticchi Damiani - . La Regione Lombardia può dare un sostegno importante in termini di ammodernamento dell’impianto e messa in sicurezza. mettendo anche i presupposti a nuovi business. È una decisione che era stata presa nell’ottobre 2013, quando Capelli non c’era ancora: è stato presentato un progetto che prevedeva una spesa importante. Si parlava di svariate decine di milioni, ma era un piano sul breve e medio periodo. La Regione deliberò un contributo di 20 milioni di euro sul bilancio del 2014. Si tratta di un contributo che è fermo perché c’è un problema fiscale da risolvere, ma io confido che il Governo lo voglia sbloccare in tempi brevi. Non si può fermare tutto per questo. Bisogna trovare un passaggio legislativo che consenta alle Camere di defiscalizzare il provvedimento per evitare che vada perso quasi metà dell’investimento in tasse”.

L’emendamento, però, è già stato bocciato più volte in aula…
“Mi permetto di specificare che il provvedimento non è stato bocciato, ma probabilmente i contenitori prescelti con cui sono stati portati in parlamento non erano quelli giusti. La materia, pare non fosse coerente. Però so che il Governo ci sta lavorando e potrebbe emanare una decisione ad hoc. La Regione, per ragioni istituzionali, non può contribuire all’evento, il Gp d’Italia, ma potrà investire delle somme se entrerà a far parte della gestione del Consorzio del Parco”.

C’è una data limite?
“Mi sembra difficile parlare di tempistiche. Credo che si sia la volontà politica per trovare una soluzione. Ci si rende conto dell’importanza del provvedimento e la Regione è pronta. Non c’è solo l’esigenza di defiscalizzare un contributo, ma bisogna mettere la Regione nelle condizioni di poter erogare i soldi su una proprietà della quale deve far parte, altrimenti non potrà elargire il contributo”.

Il problema, quindi, è la legge vigente?
“Si, ma io sono ottimista perché si possa arrivare ad usare i soldi stanziati nei prossimi due anni per rendere Monza un impianto perfetto. E sono confidente che lo vogliano sia la Regione Lombardia che il Governo”.

Quindi, paradossalmente, potremmo avere il contenitore, un autodromo di Monza modernizzato per la Formula 1, ma perdere il Gp d’Italia?
“Non posso dire che il ragionamento sia sbagliato. Ecco perché è importante il lavoro che sta facendo la Sias per riposizionare il Gp che non è solo un evento monzese e neppure solo milanese, ma anche italiano…”.

Devono entrare altri attori sulla scena?
“La Sias è dell’Ac Milano e abbiamo in Ivan Capelli un grande presidente che ha tutta la mia fiducia perché ha una grande conoscenza della materia ed una persona seria: su questo tema ha una delega aperta perché la vediamo allo stesso modo”.

Ma se alla fine mancano i soldi, Ivan Capelli può essere bravo quanto si vuole…
“Dovremo essere capaci nel creare un percorso per far sì che ci sia un’attenzione adeguata perché il Gp d’Italia sia nel calendario dal 2017 in poi”.

Ecclestone ha dettato dei tempi?
“Le tempistiche – aggiunge Capelli - sono il punto meno fermo quando si vanno a soddisfare le richieste. Bisogna agire su questo piano e noi ci stiamo lavorando”.

La luce è più verde o rossa?
“A mio parare – incalza Sticchi Damiani – non c'è una luce”.

Il rischio non è che la deadline sia proprio il prossimo Gp d’Italia e ci sia poco tempo per trovare i soldi che mancano?
“Sarebbe meglio non aspettare il Gp d’Italia, ma tutti sappiamo che Bernie Ecclestone ama la concretezza e non le parole. La Sias lo deve incontrare quando ci saranno delle risposte”.

Se dovesse saltare il Gp d’Italia a Monza, l’alternativa è il Mugello?
“Buona domanda… Allora, e medito le parole: Monza è di gran lunga l’opzione A. E’ dal 1922 che si corre in quel circuito. Perché la nostra storia in Formula 1 è a Monza. Poi abbiamo avuto un’altra storia molto bella con il Gp di San Marino che si è disputato per venti anni a Imola, in Italia e, infine, c’è un circuito molto belle che è il Mugello. Questa è una cosa che conosciamo bene tutti, come tutti sappiamo che il Gp d’Italia s’identifica con Monza”.

E quindi?
“Se avremo la Formula 1 a Monza vorrà dire che avremo fatto un buon lavoro, tutte le altre opzioni che ci sono sulla carta non sarebbero il frutto di un buon lavoro. Chiaro, no? Poi ci tengo a dire che sono il Presidente della Federazione Italiana e non voglio passare per quello che ha perso il Gp d’Italia per cui dovranno passare sul mio corpo. Sarei un pazzo a non sostenere che Monza deve essere il teatro ideale del Gran Premio, specie se riusciremo a fare di questo autodromo una struttura di eccellenza. La storia, la qualità, la sicurezza nello stesso luogo. Vedremo…”.

Tutto vero, tutto giusto. Ma chi ci deve mettere i soldi? Perché non esprime un parere anche Matteo Renzi? Il presidente del Consiglio potrebbe sciogliere molti dubbi. Magari con un annuncio su twitter…

 

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