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Intervista

F1 | Wolff esclusivo: "Porpoising? La FIA non vuole un bis della NFL"

Il team principal della Mercedes ha rilasciato una lunga intervista esclusiva a Motorsport.com, toccando tanti argomenti, tra cui le difficoltà di inizio stagione, Abu Dhabi 2021 e le tanto contestate restrizioni legate al porpoising in arrivo da parte della FIA. Secondo Toto è una questione puramente medica, quindi va preservata la salute dei piloti, che non vanno mandati al macello come i giocatori di football americano a suo tempo.

Toto Wolff, Team Principal e CEO di Mercedes AMG

Toto Wolff, Team Principal e CEO di Mercedes AMG

Steve Etherington / Motorsport Images

Le difficoltà fortificano, c’è scritto anche su molti libri che si occupano di management. Ma un conto è la teoria, tutt’altro vivere le difficoltà nel mondo reale. Toto Wolff, che ha sempre sostenuto questa linea, si è ritrovato a toccare con mano una crisi tecnica profonda quanto imprevista, ed oggi la sua convinzione su queste teorie è meno forte rispetto ad un anno fa.

Ne ha parlato ampiamente in questa intervista concessa a Motorsport.com, toccando molti altri temi. Dalla fiducia totale in Lewis Hamilton, che insieme a George Russell compone il tandem che Wolff giudica come il migliore del paddock, alla posizione sul tema porpoising, una questione che Toto giudica di competenza medica. Wolff è tornato anche sulla vicenda Abu Dhabi, sottolineando la sua fiducia totale nel nuovo corso della FIA, ma ammettendo che la ferita è ancora aperta: “Ci penso ogni giorno”.

In passato hai sempre sostenuto che nei momenti di difficoltà emergono anche aspetti positivi. Dopo la prima parte di stagione, sei ancora di questa idea?
“Abbiamo sempre sostenuto che i giorni problematici sono quelli in cui si cresce di più. Ma ora posso dire che è stato molto difficile attraversare un periodo nel quale siamo passati più volte dalla depressione all’esaltazione, per poi tornare nuovamente alla depressione il giorno successivo. Ci sono momenti nei quali tutto ciò che provi a fare semplicemente non funziona, poi prendi un’altra direzione ed ecco che le cose iniziano a funzionare, ma non sai perché. Ho sempre sostenuto che la sconfitta è un momento di crescita, ma poi nella vita reale tutto ciò è molto duro”.

Il progetto W13 sembra essere condizionato soprattutto dalle difficoltà nel comprendere il suo funzionamento. È realmente così?
“Credo che a parte Red Bull e Ferrari, tutte le altre squadre hanno avuto delle oscillazioni non indifferenti in termini di performance. Alcuni dei team di metà classifica, come McLaren e Alpine, hanno avuto enormi sbalzi, weekend buoni ed altri molto meno. Se prendiamo le ultime qualifiche (in Ungheria) ci aspettavamo di essere i migliori del gruppo di centroclassifica, avevamo portato degli aggiornamenti e nulla sembrava funzionare come era nelle aspettative. Abbiamo fatto alcune modifiche ed è andata ancora peggio, poi abbiamo preso un’altra direzione ed ecco che tutto ha iniziato a funzionare. E di colpo è arrivata una pole position, che avrebbe anche potuto essere una prima fila completa. Il tutto nell’arco di poche ore”.

Avete trascorso un semestre non semplice. Hai lasciato operare come in passato o hai apportato delle modifiche ai ruoli e ai processi?
“Personalmente sono un po' maniaco del controllo, ma è importante che ci siano persone che possano operare autonomamente. È un equilibrio non semplice, perché abbiamo a disposizione uno staff che ha dimostrato negli anni precedenti di saper lavorare molto bene, ma credo anche che sia utile dare la giusta quantità di feedback e pareri. Non credo di essere sempre stato molto bravo nel gestire questo aspetto durante questa stagione, ma anche per me è un'esperienza nuova che mi ha consentito di crescere”.

Lewis Hamilton, Mercedes-AMG, George Russell, Mercedes-AMG, con Toto Wolff, Team Principal e CEO, Mercedes AMG

Lewis Hamilton, Mercedes-AMG, George Russell, Mercedes-AMG, con Toto Wolff, Team Principal e CEO, Mercedes AMG

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

Andrew Shovlin ha dichiarato che questo periodo di sofferenza ha evidenziato il valore della squadra. Sei d’accordo?
“Preferirei non aver vissuto questo periodo, ma credo che siamo riusciti a svoltare. Alcune cose sono più banali di quanto si possa credere, altre sono state molto importanti per superare il problema del porpoising, che credo sia ormai alle spalle. Da un punto di vista ingegneristico, questo percorso sotto diversi aspetti è stato prezioso, ma da un punto di vista umano e professionale, è stato molto difficile. Quando i migliori ingegneri non riescono a capire i motivi per cui i dati non si correlano con la realtà, lo scenario non è dei più semplici”.

Credi che ad un certo punti i tecnici si siano persi?
“Sì, probabilmente si, ma la sensazione che provi non è di esseri perso, quanto di non avere idea di quanto tempo sarà necessario per venire a capo della situazione. Abbiamo la prossima stagione ormai alle porte e se siamo ancora dentro i nostri problemi, hai molta fretta di venirne fuori perché la macchina del 2023 deve essere pronta e non vuoi che si ripresenti la situazione che abbiamo vissuto”.

Il progetto 2023 sarà già da tempo allo studio. Dobbiamo aspettarci una Mercedes che riprenderà le linee guida vincenti di Red Bull o Ferrari, oppure proseguirete con il vostro modello attuale?
“Non abbiamo una preferenza in tal senso, qualcosa che ci abbia diretto in una direzione precisa. Alla fine si tratta di avere l’auto più veloce, non copieremo mai nessun avversario ma potremmo aver analizzato delle soluzioni presenti sulle monoposto che riteniamo migliori. Ci poniamo delle domande, vengono discusse e le risposte devono arrivare entro settembre”.

Qual è la tua posizione nella spinosa questione del porpoising e della posizione FIA?
“È molto semplice. Potete chiedere alla FIA lo studio medico che ha fatto, dal quale risulta che le frequenze di uno o due hertz, subite per diversi minuti, possono portare nel lungo periodo a danni cerebrali. E noi abbiamo visto frequenze da sei a sette hertz per diverse ore. La FIA non ha altra scelta, deve fare qualcosa, e credo che davanti a questo problema avere delle squadre che fanno pressioni a favore o contro un provvedimento, sia del tutto irrilevante. È una questione medica, e bisogna rispondere, e questi studi sono una realtà, sono fatti. Non credo che la FIA si lascerà manipolare in nessuna delle due direzioni, la GPDA ha rilasciato le proprie dichiarazioni, ed anche i piloti hanno rilasciato le loro dichiarazioni personali in forma anonima. Gli specialisti e i medici competenti si sono consultati, e il risultato è che quanto abbiamo visto può essere causa di danni sui piloti nel lungo periodo. E la FIA dice di non volere una situazione simile a quella che abbiamo visto nella NFL”.

Ma il tuo ruolo di team principal, ti impone anche quello di trarre dei vantaggi in termini di competitività da questa situazione. È ciò che hai fatto?
“Quando si fa pressione sulla FIA c’è sempre un potenziale vantaggio, in ogni cosa, e lo abbiamo fatto in passato. Ma su questa questione la vedo in modo molto diverso, in più occasioni non ci sono state esitazioni nell’apportare cambiamenti ai regolamenti per questioni di sicurezza. Potrei anche aggiungere che oggi abbiamo ormai capito i problemi di porpoising della nostra macchina, abbiamo ottenuto la pole position nell’ultima gara, ma questo non cambia nulla. È irrilevante, stiamo parlando di qualcosa che danneggia la salute dei piloti, dall’esterno non possiamo capire cosa voglia dire essere sottoposti a quelle particolari sollecitazioni. Credo fortemente che si debbano prendere delle contromisure per essere certi che il prossimo anno questo problema sia un lontano ricordo”.

Lewis Hamilton, Mercedes W13

Lewis Hamilton, Mercedes W13

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

Credi che la posizione condivisa di Red Bull e Ferrari su questo fronte sia un modo per farti uno sgambetto?
“Penso che preferiscano continuare ad essere loro due al vertice piuttosto che avere un terzo invitato alla festa”.

Quanto è stato difficile l’inizio di stagione per Lewis? Ad un certo punto è emersa un’indiscrezione secondo la quale eravate a caccia di un sostituto, incluso Perez, per mettervi al riparo da eventuali decisioni clamorose.
“È una ca…ta completa. Non ho mai chiamato Sergio, è un bravo ragazzo e lo rispetto, ma non gli ho mai parlato e non sono stato in contatto con nessun altro pilota. Io e Lewis, anche davanti ad uno scenario poco incoraggiante come l’inizio di questa stagione, siamo sempre allineati nel voler provare a migliorare le cose e nel voler stare insieme l'anno prossimo. E da un paio di mesi ci diciamo che potremmo proseguire, magari cinque o 10 anni, no? Quindi niente di tutto ciò è vero”.

Dopo il duro finale del 2021, come ha fatto Lewis a presentarsi in forma al via di questa stagione?
“All’inizio, come un po' per tutti noi, non è stato facile accettare la realtà, non è certo un’esperienza gradevole. Ma dopo le prime gare è tornato ad avere il suo spirito molto speciale, si è totalmente concentrato nel riuscire a portare questa macchina nelle prime posizioni, e anche quando siamo passati attraverso giornate molto difficili, lui è sempre stato la persona più positiva nella squadra”.

È vero che in alcuni weekend, come Jeddah ed Imola, proprio per provare a sopperire ad una macchina non competitiva, Lewis ha scelto dei setup molto estremi?
“È stato importante provare delle soluzioni estreme, anche semplicemente per verificare che non funzionavano. Lo scorso dicembre correvamo per il titolo Mondiale, e dopo quattro mesi ci siamo ritrovati alle prese con una monoposto che in termini di obiettivi si è confermata molto lontana dalla precedente. Quindi tutti noi, dai piloti agli ingegneri, ad un certo punto ci siamo guardati in faccia per chiederci cosa avremmo potuto fare, ognuno nel suo ruolo. Non era un compito risolvibile da una persona o da un dipartimento, ma serviva un lavoro congiunto, ed ognuno ha fatto la sua parte per quanto possibile”.

Ti ha sorpreso il rendimento che Russell ha avuto sin dalle prime prove di questa stagione?
“No. Chi segue le categorie minori e il percorso di carriera dei giovani, sa chi sono i ragazzi che hanno qualcosa di speciale, che potranno fare cose grandiose. George è in questo gruppo, composto forse da cinque piloti”.

Credi di avere la miglior coppia di piloti nel paddock?
“Si, e non ho mai avuto alcun dubbio in merito, anche nei giorni difficili. Non abbiamo mai avuto un problema legato ai piloti”.

George Russell, Mercedes W13

George Russell, Mercedes W13

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

L’inizio della cooperazione tra Lewis e George è stato molto buono. Pensi che sia stata agevolata dal non dover essere avversari nella conquista del titolo mondiale?
“Penso che il più grande avversario per George e Lewis sia stata la macchina, non il compagno di squadra o altri piloti. E questo, per rispondere alla domanda, sotto certi aspetti è stato certamente vantaggioso. Hanno utilizzato soluzioni e setup differenti, anche parecchio in alcune occasioni, con l’obiettivo di scambiarsi impressioni e informazioni utili a venir fuori dalla situazione che abbiamo vissuto. Quando gli obiettivi diventeranno gare e campionati, sarò in grado di dirvi se il rispetto che vedo oggi tra i due si confermerà un fattore predominante. Quando si gioca per la posta più alta credo sia naturale avere un po' di tensione, ma se le persone fondamentalmente si rispettano e si stimano a vicenda, allora non si andrà mai oltre il consentito”.

I top-team, voi inclusi, vi siete lamentati dei limiti imposti dal budget cap, ma ad ogni gara vediamo arrivare sviluppi tecnici. Come è possibile?
“Posso parlare per quanto riguarda noi. Abbiamo un tracker con gli ingegneri finanziari che tiene traccia di ogni singolo processo e di ogni singola componente che viene montata sulle monoposto. Quindi, quando scarichiamo le cose dal camion, l'ingegnere finanziario prende nota del valore, e quando viene utilizzato viene conteggiato. Stiamo andando avanti con il metodo che abbiamo pianificato, ad inizio stagione per tanti motivi non abbiamo portato molti aggiornamenti, ora stiamo procedendo con il programma di sviluppo”.

Hai fiducia nel sistema di controllo che la FIA ha sul budget cap?
“Il regolamento era già in vigore lo scorso anno, e avremo presto i risultati che confermeranno se tutti hanno rispettato le regole. Credo semplicemente che sia vietato sbagliare, perché infrangere il regolamento finanziario è come infrangere quello tecnico”.

A distanza di tempo, ora hai idee più chiare su Abu Dhabi 2021? Come giudichi il lavoro portato avanti finora da Bin Sulayem?
“Credo che Mohammed Ben Sulayem abbia mostrato il suo approccio con il modo in cui prende decisioni. Ogni personalità ha le sue caratteristiche, e penso che l'obiettivo principale resti sempre quello di essere trasparenti, poi bisogna provvedere ad una buona gestione, ed è quello che ho visto finora. Ci saranno ostacoli lungo la strada, l'organizzazione di Mohammed deve ancora assestarsi in qualche ruolo, ma sono contento di come sta procedendo. Sono di mentalità aperta, non sono supponenti, e per quanto mi riguarda sono trasparenti, onesti e hanno integrità”.

Se si valuta il mondo dei social media, l’argomento ‘Abu Dhabi’ non è mai sfumato. Se ne parla in ogni occasione. Nel tuo caso, c’è stata una svolta? È tutto alle spalle?
“Ci penso ogni giorno. Ma ho accettato che Max abbia vinto campionato, perché è un campione che merita ciò che ha ottenuto. Come è andata a finire, guarda, penso di avere valori importanti come l'equità, e in particolare l'equità sportiva, ed è questo che ha fatto nascere il mio amore per lo sport. Purtroppo, in quel particolare giorno, questo valore è stato preso a calci”.

George Russell, Mercedes W13, effettua una sosta ai box

George Russell, Mercedes W13, effettua una sosta ai box

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Questo è legato anche all’importanza che avrebbe avuto per Lewis l’ottavo titolo mondiale?
“Certo, sarebbe stato l'unico pilota a detenere questo record, ma credo possa essere ugualmente orgoglioso di aver sette titoli come Michael, anche questo traguardo credo sia decisamente storico e importante. Ma l’obiettivo è tornare presto ad avere le giuste prestazioni, e se torneremo a fornire a Lewis una buona macchina, perché pensare solo a otto titoli mondiali? Perché non dieci?”.

Sei in linea con la direzione di Formula 1 in merito all’aumento del numero di gare?
“Stefano (Domenicali) sta facendo un ottimo lavoro, e credo che siamo fortunati ad averlo nel ruolo di amministratore delegato. Abbiamo grandi azionisti che lo supportano e lui ci mette molto del suo contribuendo alla crescita che stiamo vedendo del nostro sport”.

Qualche anno fa emersero speculazioni in merito alla possibilità che Mercedes fosse intenzionata a lasciare la Formula 1. Com’è la situazione ora?
“Sono molto contento del supporto di Mercedes. Ola e Markus e l'intero consiglio sono sempre dalla nostra parte, e non hanno avuto alcun dubbio, anche solo per un secondo, nell’arco di tutta questa prima parte di stagione. Anche a loro, come a tutto il team, non ha fatto piacere vedere la situazione in cui ci siamo trovati, ma non c’è il minimo dubbio in merito alla presenza in Formula 1. Anche gli scettici, e ci devono essere anche loro, oggi sono più favorevoli che mai. E stiamo realizzando profitti, non ancora sul fronte power unit, ma come team”.

Quindi finanziariamente il budget cap funziona…
“Se valutiamo il rapporto profitti e spese sì, funziona molto bene. Sta generando un buon ritorno”.

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