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In Messico Mercedes in affanno e Ferrari favorita?

Le frecce d'argento hanno un conto aperto con la pista in altura dedicata ai fratelli Rodriguez e la Red Bull non dispone più del turbone Renault ideale con l'aria rarefatta. E, allora, sul lungo rettilineo potrebbe emergere la Ferrari, con la SF90 nei panni della protagonista?

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Zak Mauger / Motorsport Images

Nelle ultime due edizioni del Gran Premio del Messico Lewis Hamilton a fine gara ha festeggiato la conquista del titolo Mondiale piloti. Si potrebbe pensare che il circuito intitolato ai fratelli Rodriguez sia uno dei numerosi terreni di conquista della Mercedes, ma la realtà è bene diversa.

Al di là delle feste iridate di Lewis, il bilancio delle trasferte messicane 2017 e 2018 ha registrato per la squadra campione del Mondo un bottino di tappa che vede un solo piazzamento sul podio (Bottas nel 2017) e tre piazzamenti in zona punti (Hamilton nono nel 2017 e quarto lo scorso anno con Bottas alle sue spalle).

Per la Mercedes i 4.304 metri del tracciato messicano sono i più temuti dell’intera stagione, lo scorso anno Hamilton evitò di poco il doppiaggio da parte del vincitore Max Verstappen, mentre Bottas non riuscì ad evitare l’onta del giro in meno.

La Pirelli portò in Messico le tre mescole più morbide, ed i problemi di graining colpirono diverse squadre, ma nessuna come la Mercedes.

Hamilton in gara fu il primo pilota ad entrare in pit-lane (dopo solo dieci giri dal via) con le gomme ultrasoft ormai fuori uso. Dodici mesi dopo le mescole saranno di uno step più dure, ma non sembra che questo abbia portato un grande ottimismo nel team.

La filosofia della W10 non è poi così diversa dalla W09 del 2018, ed in Mercedes non vedono motivi dal punto di vista ingegneristico che possano far sperare in riscontri differenti.

E' pre-tattica? Non sembra così. In più i 2.250 metri di altitudine della Capitale messicana non sono stati il contesto ideale per la power unit di Andy Cowell, che ha sempre sofferto particolarmente la rarefazione dell’aria, e quest’anno si potrebbe aggiungere qualche grattacapo legato al raffreddamento.

Lo scorso anno nella top-10 finale ci furono 4 power unit Ferrari, 3 Renault, 1 Honda e le due Mercedes ufficiali, in posizioni di rincalzo, con i team clienti della Casa tedesca fuori dalla zona punti.

Rebus Red Bull, certezza Ferrari

Nelle ultime due edizioni il Gran Premio del Messico è stato terreno di conquista per Max Verstappen. La Red Bull nel 2018 monopolizzò la prima fila, esaltando i valori di carico della monoposto e i benefici del turbo di dimensioni maggiori della media utilizzato dalla power unit Renault.

Questo però accadeva dodici mesi fa e non è garanzia di successo per l’edizione 2019. La squadra vede la possibilità di cogliere la terza vittoria stagionale (che equivarrebbe al numero di successi dello scorso anno) soprattutto nel Gran Premio del Brasile, ma il circuito messicano resta un buon terreno di caccia soprattutto se la Mercedes non invertirà la rotta rispetto delle precedenti edizioni.

A far paura a tutti gli avversari è la Ferrari, che arriverà in Messico da favorita. Le cose cambiano in fretta in Formula 1, e tre mesi fa nessuno avrebbe potuto prevedere il repentino avvicendamento di ruoli sul fronte tecnico.

I 1.192 metri del lungo rettilineo principale sembrano essere il contesto naturale della SF90, nonché l’incubo di molti avversari. Lo scenario è ovviamente diverso rispetto a quello di Suzuka, ma se nelle qualifiche giapponesi il gap che Vettel e Leclerc hanno inflitto sul dritto alle Mercedes è stato di 6 decimi, è lecito attendersi che il margine possa aumentare ancora sul layout messicano.

Ci sarà anche l’ennesimo ‘esame’ da passare sul fronte del carico aerodinamico, che in Messico viene cercato in tutte le aree della monoposto per compensare la rarefazione dell’aria, con setup aero molti simili a quelli di Monte Carlo.

Ma ha senso parlare ancora di esami per la SF90? Mattia Binotto, come è giusto che sia nel suo ruolo, spegne sul nascere facili entusiasmi e punta il dito sul passo gara da migliorare, cosa tra l’altro anche vera.

Ma come dicevano in Mercedes al termine del Gran Premio di Suzuka, anche un Hamilton lanciatissimo, con gomme soft fresche, DRS e power unit al massimo, non è riuscito a passare Vettel nel rush finale.

Ovvero: il miglior passo gara ovviamente conta, ma diventa cruciale solo se parti davanti o se hai velocità di punta in grado di permetterti di rimontare. Ma con la forma attuale della Ferrari in qualifica, e la performance sui rettilinei confermata da Spa in poi, diventa dura anche se chi segue (come a Suzuka) ha un ritmo di un secondo al giro più veloce.

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari

Sebastian Vettel, Ferrari

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari festeggia sul podio con il trofeo

Sebastian Vettel, Ferrari festeggia sul podio con il trofeo

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, terzo classificato, e Sebastian Vettel, Ferrari, secondo classificato, e Parc Ferme

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, terzo classificato, e Sebastian Vettel, Ferrari, secondo classificato, e Parc Ferme

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Ala anteriore della Ferrari SF90

Ala anteriore della Ferrari SF90

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Il team Ferrari al muretto box

Il team Ferrari al muretto box

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Il poleman Sebastian Vettel, Ferrari e Charles Leclerc, Ferrari, festeggiano nel parco chiuso

Il poleman Sebastian Vettel, Ferrari e Charles Leclerc, Ferrari, festeggiano nel parco chiuso

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Logo Ferrari

Logo Ferrari

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Cofani motore e musetti delle Ferrari SF90

Cofani motore e musetti delle Ferrari SF90

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

I guanti di Charles Leclerc, Ferrari

I guanti di Charles Leclerc, Ferrari

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari

Sebastian Vettel, Ferrari

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Ferrari SF90 in garage

Ferrari SF90 in garage

Foto di: Giorgio Piola

Ferrari SF90, dettaglio del diffusore

Ferrari SF90, dettaglio del diffusore

Foto di: Giorgio Piola

Alex Albon, Red Bull RB15

Alex Albon, Red Bull RB15

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Max Verstappen, Red Bull Racing

Max Verstappen, Red Bull Racing

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Meccanici di Max Verstappen, Red Bull Racing RB15, sulla griglia con la sua auto

Meccanici di Max Verstappen, Red Bull Racing RB15, sulla griglia con la sua auto

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Alex Albon, Red Bull RB15

Alex Albon, Red Bull RB15

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Mercedes AMG F1 W10, dettaglio del barge board al GP del Giappone

Mercedes AMG F1 W10, dettaglio del barge board al GP del Giappone

Foto di: Giorgio Piola

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, terzo classificato, Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG, e il team Mercedes festeggiano

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, terzo classificato, Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG, e il team Mercedes festeggiano

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Team Mercedes festeggia la vittoria della gara e del trofeo dei costruttori

Team Mercedes festeggia la vittoria della gara e del trofeo dei costruttori

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Team Mercedes festeggia la vittoria della gara e del trofeo dei costruttori

Team Mercedes festeggia la vittoria della gara e del trofeo dei costruttori

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

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