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F1 | Il tonfo Ferrari ve ben oltre il motore asfittico

La Scuderia era consapevole che l'altitudine di Città del Messico avrebbe penalizzato la power unit del Cavallino, ma nessuno si aspettava che l'appuntamento atzeco potesse diventare così deludente con le rosse a un minuto da Verstappen, incapaci di costruire un passo gara dignitoso. La Mercedes ha ridotto il distacco nel Costruttori a 40 punti, un margine che non è di sicurezza, per cui non saranno concessi altri passi falsi nelle ultime due gare in calendario.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Andy Hone / Motorsport Images

Quando si scende in pista c’è sempre un obiettivo, ed anche a Mondiali già assegnati, per la Ferrari le ultime due tappe del campionato 2022 sono diventate molto importanti. Dopo la bandiera a scacchi sventolata sul circuito Hermanos Rodriguez i commenti arrivati dai vertici della Scuderia descrivono la trasferta di Città del Messico come una (quasi) disfatta annunciata, dove il ‘quasi’ è necessario per l’importanza dei diciotto punti conquistati da Carlos Sainz e Charles Leclerc. Punti diventati importanti, perché la Mercedes, nonostante una domenica che l’ha vista incappare in un’errata scelta di gomme, si è portata a -40 nella classifica Costruttori.

Carlos Sainz, Ferrari F1-75, durante il pit stop per passare dalle soft alle medie

Carlos Sainz, Ferrari F1-75, durante il pit stop per passare dalle soft alle medie

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

La Ferrari vista sul circuito intitolato ai fratelli Rodriguez in termini di performance è stata la peggiore del 2022, con Leclerc e Sainz che hanno fatto gara in solitaria con un rassicurante margine su Daniel Ricciardo (settimo) ma ad un minuto dal vincitore Max Verstappen, ovvero colui che è stato per metà stagione l’avversario diretto di Leclerc. Che per la Scuderia non sarebbe stata una gran domenica lo si è capito bene al termine delle qualifiche, ovvero il terreno di caccia per eccellenza del progetto F1-75, e la gara non ha fatto che confermare le previsioni.

I 2.200 metri di Città del Messico non sono l’habitat ideale della power unit del Cavallino, e per evitare l’ultima cosa di cui oggi la Ferrari ha bisogno (ovvero uno zero in classifica dopo una nuvola di fumo) si è saggiamente deciso di portare a casa il possibile, ovvero una quinta e sesta posizione.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Il minuto rimediato da Verstappen (ed anche i 43 secondi da Lewis Hamilton) non possono però essere dovuti solo ad un motore in modalità “cautela”, che a detta dello stesso Mattia Binotto non è poi così fondamentale sul tracciato messicano.

La monoposto non si è adattata alla pista, un aspetto evidente osservando le difficoltà che hanno dovuto affrontare i due piloti della ‘rossa’. “Non ci siamo mai trovati a nostro agio”, ha sottolineato Binotto, spiegando che sul fronte del setup è stato utilizzato il massimo del carico aerodinamico possibile.

Resta però un mistero. La F1-75 non sarà la Red Bull, ma in termini di downforce è un progetto nato bene, che ha tenuto testa alla squadra campione del mondo per metà stagione. Ora, se con il massimo del carico aerodinamico possibile Leclerc e Sainz scivolavano in diversi tratti della pista, qualcosa sfugge.
“La macchina era non era male da guidare – ha spiegato Sainz – ma il ritmo non c’era. Sapevamo di dover fare compromessi per via dell’altitudine, ma in realtà non siamo mai stati performanti. Non so se ad un’altitudine normale avremmo potuto vincere, ma sicuramente non avremmo accusato il gap finale che abbiamo visto”.

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari

Photo by: Erik Junius

“Faremo le analisi necessarie per capire cosa è accaduto”, ha ribadito Binotto. Di sicuro la Ferrari non è stata aiutata dal test di gomme (Pirelli 2023) completato nella sessione FP2, una sessione che sarebbe stata molto probabilmente utile ai tecnici della Scuderia per rilevare le difficoltà emerse sabato.

Leclerc dopo le qualifiche era stato molto chiaro: “Se non risolveremo i problemi prevedo una corsa difficile”, e ventiquattr’ore dopo lo stesso Charles ha ribadito il concetto. “È stata un’altra gara senza il passo necessario per essere nel gruppo di testa. Non abbiamo risolto i problemi emersi in qualifica e non ci spieghiamo il perché di queste difficoltà. Abbiamo sofferto molto più della Mercedes, mi ha ricordato la gara di Spa”.

Dopo la tappa belga la Ferrari era riuscita a reagire, tornando a prendersi il ruolo di seconda forza, e a questo punto il prossimo appuntamento di Interlagos assume un significato importante.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

La Ferrari arriverà in Brasile con quattro mesi di astinenza sul fronte vittorie ed anche con una Mercedes in ascesa che inizia a far sentire il suo fiato sul collo.

“Le prossime due gare saranno fondamentali per migliorare rispetto a quanto visto in Messico – ha concluso Binotto – l’obiettivo è massimizzare gli ultimi punti e chiudere il campionato al meglio delle nostre possibilità”.

C’è però anche un trend tecnico ed un aspetto psicologico. Una stagione che si chiude in calando, senza apparenti motivi specifici, non è proprio il miglior scenario in cui preparare il mondiale 2023. Per quel lavoro di affinamento più volte indicato come l’obiettivo del prossimo mondiale serve una base solida, e nel girone di ritorno della stagione 2022 la solidità vista nella prima metà dell’anno ha lasciato il posto ad un contesto meno rassicurante.

Un successo di tappa sarebbe l’epilogo perfetto, la medicina ideale che porterebbe un’importante iniezione di fiducia, ma immaginare vincente la Ferrari vista ieri in Messico al momento appare un pronostico molto azzardato.

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