F1 | Horner: “La Red Bull motorista prepara anche il dopo Newey”
Il team principal di Milton Keynes, dopo una stagione forse irripetibile che ha portato al 7 titolo piloti e al 6 Costruttori, si racconta a Motorsport.com: il manager inglese oltre a ripercorrere una carriera che lo ha visto prima pilota e poi proprietario di un team di F3000, guarda avanti: la grande sfida è diventare anche motorista dal 2026 sfidando i grandi marchi dell'automotive. Esalta Verstappen migliore pilota della F1 attuale e assicura che il team si prepara anche all'eventuale uscita di Adrian.
Per Christian Horner la stagione 2024 sarà la ventesima al timone della Red Bull Racing. Nel gennaio del 2005, a soli 31 anni, gli fu affidata la guida di un progetto complesso ed ambizioso: trasformare quello che era stato il team Jaguar Racing (miglior piazzamento un settimo posto nel mondiale Costruttori in cinque stagioni) appena acquistato dal boss della Red Bull, Dietrich Mateschitz, in un gruppo vincente.
Sono arrivati 7 titoli mondiali piloti, 6 costruttori e 113 vittorie, un palmares che ha portato Horner ai vertici della Formula 1 tra i team principal più vincenti di sempre. La sua è la classica confort-zone, ma di rilassante nella sua vita professionale c’è poco. Avrebbe potuto accettare offerte prestigiose, che non sono mancate anche di recente, ma Horner non si è più mosso da Milton Keynes. A tenerlo nel Buckinghamshire è stata la famiglia e la prossima sfida professionale, quella che per Horner è la sua più grande di sempre.
In questo lungo periodo c’è mai stato un momento in cui hai pensato ‘chi me lo ha fatto fare’?
“No, mai, adoro lavorare a contatto con la gente. Sono stato molto fortunato ad aver avuto un’esperienza nel ruolo di pilota, nel mio percorso ho guidato per squadre buone e meno buone ed ho capito che sono sempre le persone a fare la differenza. Quando ho iniziato a lavorare nel ruolo di team principal ho sempre cercato di modellare la squadra che mi sarebbe piaciuta avere da pilota”.
Photo by: Red Bull Content Pool
Christian Horner, Team Principal Red Bull Racing
Quanto è stato importante per la tua carriera essere stato un pilota ed avere avuto una tua squadra in F.3000?
“Ho frequentato l'università delle corse automobilistiche, è stata una grande formazione. Ho costruito e gestito un piccolo team, la mia squadra, avevo la responsabilità di tutto, dal prenotare gli hotel a pagare le tasse, da essere puntuali con gli stipendi a lavare il camion. Credo sia necessario vivere certe esperienze per comprendere alcune sfide”.
Vorresti essere un’azionista della Red Bull Racing?
“No, la Red Bull ha sempre posseduto il 100% del team, e abbiamo sempre avuto un enorme sostegno da parte degli azionisti. Da parte mia ho sempre trattato la squadra come se i soldi fossero miei, assicurandomi che li spendessimo in modo saggio e responsabile”.
Durante questo lungo viaggio, suppongo che avrai ricevuto proposte da parte di altre squadre.
“Sì, alcune”.
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Il team Red Bull schierato ad Abu Dhabi dopo la stagione 2023 trionfale
Hai mai pensato di lasciare la Red Bull e accettare altre sfide?
“È sempre molto lusinghiero ricevere un'offerta o una manifestazione d’interesse da una squadra, ma il mio cuore è qui. Sono qui dall'inizio, ho costruito la squadra e sento una responsabilità nei confronti delle persone che la compongono, degli azionisti e di tutti i partner che abbiamo. E infine non credo molto nel cambiamento, penso che la stabilità sia tremendamente importante”.
Riesci a immaginarti ancora a lungo nel tuo ruolo e in questa squadra?
“Non ne ho idea, ad essere onesto, non guardo mai troppo lontano perché il lungo termine in Formula 1 è di circa due settimane. Quindi non penso mai ai prossimi cinque anni. La sfida più grande della mia carriera è in corso, e riguarda il progetto Red Bull Powertrains”.
Progettare e costruire una vostra power unit ritieni che sia davvero la vostra sfida più grande?
“Assolutamente, al 100%, perché significa partire da zero e andare a confrontarsi con Ferrari, Mercedes e Honda, e questa sfida la affrontiamo da costola di un gruppo che produce e vende una bevanda energetica. Abbiamo un ottimo rapporto con Ford, ma il motore verrà progettato e prodotto a Milton Keynes”.
Avresti mai immaginato che un giorno la Red Bull sarebbe diventata una squadra indipendente con un proprio motore?
“Assolutamente no, ed è per questo che siamo davanti alla nostra sfida più grande. Allo stesso tempo è anche emozionante, e credo che a volte nella vita si debba avere il coraggio di sfidare sé stessi”.
La F1 in passato ha cambiato le regole in più di un’occasione per rallentare le squadre dominanti. Temi che possa accadere di nuovo?
“Al momento abbiamo una stabilità regolamentare e sono convinto che la griglia convergerà. Puoi vederlo già nella seconda metà di quest'anno, e credo nella prossima stagione non vinceremo la stessa percentuale di gare che abbiamo vinto nel 2023. Ho le idee abbastanza chiare in merito. Quello appena concluso è stato un anno eccezionale e credo che la squadra abbia fatto un lavoro incredibile. Ma per tornare alla domanda, non prevedo alcun cambiamento regolamentare”.
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Christian Horner con Helmut Marko, le due anime della Red Bull Racing
Quanto è stato difficile per Red Bull Racing sopravvivere sette anni sotto il dominio della Mercedes?
“Non abbiamo mai perso la concentrazione sui nostri obiettivi e abbiamo sempre vinto due o tre Gran Premi ad esclusione della stagione 2015. Ci siamo presi dei rischi, sapevamo che il fattore che ci stava influenzando era la power unit, e non appena abbiamo ottenuto un motore competitivo siamo tornati dove vogliamo essere”.
Quest’anno ci sono stati dei problemi con il rendimento di Perez. Per quali motivi a fine 2020 avete puntato su di lui e non su Gasly?
“Abbiamo avuto modo di valutare molto bene Pierre, il modo in cui guidava, i suoi punti di forza e le sue debolezze. Conosco Sergio da molto tempo, ho spinto molto per portarlo in squadra, soprattutto per il suo bagaglio d’esperienza. Ha vinto quattro gare per noi, ha giocato un ruolo cruciale nel campionato nel 2021, quindi credo che abbia giustificato il motivo per cui lo abbiamo preso”.
Photo by: Red Bull Content Pool
Sergio Perez, Red Bull Racing, sorride con Christian Horner, Team Principal Red Bull
Vista dall’esterno sembra che non sia proprio semplice trovare il giusto compagno di squadra di Max. Per quale motivo?
“Perché è dannatamente bravo. Questo è il problema…”.
Mettiamo che nella sua guida il 70% sia talento, ma c’è anche un 30% di supporto da parte della squadra nel seguire il suo stile?
“Hai bisogno di tutto, Max si sente a suo agio nella squadra e la squadra si sente a suo agio con lui. Devi avere quel legame e quella fiducia per performare come ha fatto”.
Sarebbe stato possibile per Red Bull vincere ciò che ha vinto nelle ultime due stagioni senza Max?
“È un talento speciale, credo sia attualmente il miglior pilota in Formula 1. Quello che ha ottenuto, oltre 50 vittorie e tre Campionati del Mondo, lo colloca già tra i più grandi. Abbiamo avuto modo di vederlo crescere anno dopo anno, vedevamo che gli ingredienti c’erano tutti, ma il modo in cui è maturato è stato eccezionale, come pilota e come uomo”.
Photo by: Red Bull Content Pool
Verstappen festeggia la vittoria di Abu Dhabi e il record di 19 successi in un anno
Max sembra prendere posizioni più forti non solo in pista. Anche nelle conferenze stampa sta emergendo la sua personalità, come alla vigilia del weekend di Las Vegas quando ha criticato senza filtri l’evento…
“Il mio giudizio personale è che Liberty stia facendo un ottimo lavoro. Stanno spingendo molto nella promozione del nostro sport e cinque anni fa non avremmo nemmeno immaginato un evento come quello di Las Vegas. Liberty è il promotore, vendono, promuovono e attirano un pubblico fantastico. Max è un pilota, non è un artista o uno showman, è un pilota da corsa. Ed è semplicemente molto onesto, non gliene frega niente di essere famoso, vuole solo correre con una macchina e correre veloce, tutto il resto per lui sono stronzate. Non significa che Max creda che stiano facendo qualcosa di sbagliato, semplicemente non è per lui, se potesse restare anonimo, sono sicuro che lo sarebbe. Aggiungo che in questo approccio di Max c’è anche un aspetto nuovo, sai che ti dirà quello che pensa, e non darà mai una risposta… aziendale”.
Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images
Adrian Newey e Christian Horner: la Red Bull si prepara all'uscita del suo genio tecnico
Restando sui punti fermi della vostra squadra, hai mai avuto paura di sentirti dire da Adrian Newey ‘Christian, alla fine di questa stagione mi fermo’?
“Adrian è una parte importante di questa squadra e di ciò che abbiamo ottenuto, ma il suo ruolo si è evoluto negli ultimi anni. Il gruppo tecnico sotto di lui, guidato da Pierre Wache, sta facendo un ottimo lavoro e non dipendono direttamente da Adrian. Lui (Newey) ha un’incredibile capacità di entrare in un progetto, uscire e lavorare su altri fronti, ma il team si sta evolvendo. Sono sempre stato un grande fan del Manchester United, in particolare di Alex Ferguson, e ricordo che ad un certo punto avevano Cantona al centro del progetto, ma dopo si sono evoluti. La Red Bull è indubbiamente una squadra più forte con Adrian, ma come è naturale che sia, si sta evolvendo”.
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