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Horner: "Max in pole nonostante la potenza Honda"

Il team principal della Red Bull ha riconosciuto il merito di Max Verstappen nella conquista della pole position nel GP di Abu Dhabi e quello della squadra di Milton Keynes, ma Christian non ha risparmiato una frecciata alla Casa giapponese, sottolineando l'indubbia mancanza di potenza del motore nei confronti con la power unit Mercedes.

Polesitter Max Verstappen, Red Bull Racing

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

È un giorno di festa nel box Red Bull. All’ultimo colpo disponibile Max Verstappen è riuscito a far suo un risultato inseguito per tutta la stagione, ovvero la conquista della pole position.

Pochi minuti dopo la bandiera a scacchi, Christian Horner ha distribuito i meriti dell’impresa, ad iniziare da Verstappen, per poi passare al lavoro della squadra. A sorpresa sono mancate parole d’elogio per la Honda, anzi, quando ha nominato la Casa giapponese quella del team principal della Red Bull non è stata proprio una carezza.

“La pole di Max è decisamente meritata – ha spiegato Horner a F1TV – ha messo insieme un giro fantastico. È risultato il secondo più veloce nel primo settore, il terzo nel secondo settore, e ancora il secondo nel settore finale. Ha messo insieme il suo giro e ce l’ha fatta, quindi una prestazione incredibile da parte sua”.

Poi Horner ha reso omaggio al lavoro della squadra. “La Mercedes è sempre stata dominante – ha spiegato – hanno avuto un ritmo fenomenale per tutta la stagione. Per riuscire a batterli, con la potenza della Honda, e portare quella macchina in pole position…”.

Nulla a che vedere con le dichiarazioni al vetriolo dei tempi della collaborazione con la Renault, ma ancora una volta è mancata l’eleganza che ci si aspetta soprattutto nei giorni migliori.

Horner ha molto probabilmente detto la verità, ovvero che la Honda non ha ancora i cavalli che garantisce la Mercedes nel giro di qualifica, ma in una situazione come quella in cui oggi si trovano Red Bull ed Alpha Tauri (di fatto ancora senza una power unit per la stagione 2022) il messaggio lanciato non è proprio d’aiuto se l’obiettivo è quello di accaparrarsi nuovi partner.

Sono ormai trascorse sette stagioni da quando la Red Bull ha iniziato a lamentarsi della carenza di potenza con cui deve fare i conti nei confronti degli avversari di vertice, ed è un dato certo.

Non è questione di sostanza (perché la carenza di cavalli c’è stata davvero) quanto di atteggiamento, e forse quest’ultimo aspetto non è secondario al persistere del problema. La capacità del team Red Bull di portare in pista monoposto impeccabili, spesso il riferimento tecnico nel paddock, è innegabile e davanti agli occhi di tutti, ma è anche innegabile che in sette stagioni la Red Bull non è stata in grado di risolvere un problema che si trascina ormai dal 2014. E la colpa non è detto che sia tutto al di fuori della sede di Milton Keynes.

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