Hamilton: "Questa è la migliore Mercedes di sempre"
L'esa-campione ammette che la W11 è la Mercedes più prestazionale di quelle che ha guidato frutto del lavoro di un gruppo molto coeso. Lewis in Ungheria ha già vinto sette volte, ma teme la Red Bull forte sulle piste da carico.
Foto di: FIA Pool
Col passare degli anni le dichiarazioni di Toto Wolff e Lewis Hamilton si assomigliano sempre di più. Non è chiaro chi dei due abbia influenzato l’altro, ma è innegabile che in casa Mercedes provano sempre a non creare grandi aspettative.
Forse è paura di deludere, forse scaramanzia, chissà. Non è però infondata la previsione di una Red Bull molto agguerrita sulle quattordici curve dell’Hungaroring, e Hamilton ricorda che sul tracciato ungherese quella che oggi è la seconda forza in campo è sempre stata temibile.
Lewis ricorda invece un po' meno le sue vittorie su questa pista, ben sette, e su questo sono in tanti a confermare che il campione del Mondo non bluffa. Hamilton è più interessato al presente, e lo fa col sorriso, perché la W11 (‘la migliore Mercedes che abbiamo mai avuto’) inizia a calzargli alla perfezione. Quello dell’Hungaroring sarà un esame nuovo per tutti, con la differenza che dopo sole due gare c’è già chi scappa e chi insegue.
In Austria avete confermato una maggiore velocità sui rettilinei rispetto alle Red Bull. Vista la conformazione dell’Hungaroring, credi che questo weekend saranno più temibili rispetto a Spielberg?
“Sì, conosciamo le differenze tra le due piste e sappiamo che qui all’Hungaroring vengono premiati maggiormente aspetti come il carico aerodinamico e l’efficienza rispetto alla potenza delle power unit. Se analizziamo le edizioni precedenti di questa gara, vediamo che la Red Bull è sempre andata bene, tendono a dare il meglio sui circuiti come questo e Monaco, dove viene esaltato il carico aerodinamico. Sarà una vera sfida, una bella battaglia, abbiamo già visto delle ottime prestazioni da parte loro in Austria, e credo che qui saranno ancora più temibili. Ci attende un weekend impegnativo”.
Hai vinto ben sette volte su questa pista, c’è un successo che ricordi con maggior piacere?
“Ormai lo sapete… in quanto a memoria sono pessimo, non posso dire di ricordare ognuna delle vittorie. Anzi, ad essere onesto, è più facile che ricordi le edizioni in cui non ho vinto, quelle in cui ci sono stati problemi. Ad esempio, ricordo che quando ero in McLaren e abbiamo disputato una gara sul bagnato (era il 2011) e avevo montato gomme slick o intermedie, una scelta che non aveva pagato. Mi sembra che vinse Jenson, ma non ricordo davvero molto di più".
"Ricordo anche un’edizione in cui sono partito dalla pole e sono arrivato sesto… penso fosse il 2015, mi ricordo questi episodi. Le vittorie sono ovviamente fantastiche ma... ce n’è una che è stata molto bella, quella del 2013, il mio primo successo con il team Mercedes. Era stata una giornata importante per me e per il team, avevo preso la decisione di puntare su questa squadra che al momento in cui ho firmato era quinta o sesta nel Mondiale, era il mio primo anno con loro, e la prima vittoria è stata un bel momento”.
Siamo alla vigilia del terzo Gran Premio consecutivo. Credi che una sequenza di gare così intensa possa avere degli effetti sul personale delle squadre che è lontano da casa ormai da quasi un mese?
“È un argomento interessante di cui parlare. Al momento, considerando che prima di queste gare siamo stati tutti costretti ad una lunga pausa, siamo tutti ottimisti e contenti di essere tornati in pista. Per quanto ne so, non vedo problemi particolari, ma posso pensare che diventerà sempre più faticoso con il proseguire della stagione. Non sarà facile, ma credo anche che questa sia una stagione eccezionale, ed il prossimo anno torneremo ai ritmi soliti. Incrociamo le dita e speriamo che tutto vada per il meglio”.
Vedi qualche differenza in Valtteri? Credi che sia in una versione differente rispetto allo scorso anno?
“Mi avete già posto questa domanda. Ogni anno vedo Valtteri continuare a crescere come pilota, ma anche come giocatore di squadra e come uomo. Credo sia un processo naturale, ognuno di noi conosce i suoi punti di forza e analizza le sue debolezze cercando di migliorarsi, ed è bello che sia così. Continua a piacermi lavorare con lui, e abbiamo un grade rispetto reciproco”.
Siamo a luglio ma in realtà conoscete ancora poco le monoposto che state utilizzando. Qual’è il tuo feeling con la W11? È una vettura ormai sotto controllo o credi che ci possano essere condizioni o piste che potrebbero creare dei problemi?
“Beh, non penso che abbia mai guidato una monoposto che mi ha consentito di approcciare un weekend di gara con facilità, perché le condizioni sono sempre diverse, ogni pista ha curve diverse e su alcune vai subito bene mentre su altre ci devi lavorare. E questo non cambia mai".
"Ci sono state un paio di monoposto in passato, penso che una di queste fosse stata battezzata da Toto ‘diva’. Beh, non era la parola che avevamo usato noi… e ci ha creato dei grattacapi, ma in questo alla vettura di quest’anno posso dire che è più raffinata".
"L'anno scorso abbiamo lavorato molto duramente, cercando di essere veramente chiari e precisi nel capire quali fossero i problemi con l'auto del 19, e cosa volevamo per poter fare un passo avanti".
"È stato un passaggio importante, reso possibile dall’ottima comunicazione che abbiamo tra tutti noi, piloti, ingegneri ed in generale tutta la squadra, che si basa sulla comprensione e sulle terminologie da usare: tutto quello che emerso è stato implementato nella vettura che abbiamo oggi. Ma bisogna anche essere prudenti, finora abbiamo girato solo su una pista, però mi sento di poter dire che è la monoposto migliore che abbiamo avuto fino ad oggi”.
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